Fusione Rossano-Corigliano, disco verde in I Commissione alla risoluzione da approvare in Consiglio regionale

La Commissione “Affari Istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha deliberato all’unanimità la risoluzione da sottoporre alla successiva approvazione dell’Aula per l’indizione del referendum consultivo da parte della Giunta regionale relativo alla fusione dei Comuni di Corigliano e di Rossano. Al centro dei lavori odierni, infatti, la proposta di legge n. 182/10 di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano.

“Abbiamo consumato – spiega il presidente Franco Sergio - in Commissione il passaggio che si rendeva necessario nel rispetto della scelta, tradotta in apposite delibere, dei rispettivi Consigli comunali e del Comitato Cento Associazioni  di procedere a questa fusione. Di fatto, qualora venisse confermata con il referendum la volontà popolare, nascerebbe la terza città della Calabria con un bacino di circa 80 mila abitanti. È inutile sottolineare – aggiunge il presidente Sergio - quali e quanti vantaggi, in termini di impatto innanzitutto economico con il valore aggiunto determinato da un gestione dei principali servizi sul territorio, ma anche sociale e culturale, deriverebbero da questa ipotesi di accorpamento che disegna sul territorio un percorso di cittadinanza attiva corroborato da affinità di carattere storico, civile e identitario”.

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Via libera della I Commissione al referendum per la fusione di Corigliano e Rossano

La Commissione “Affari Istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha dato mandato agli Uffici del Consiglio regionale di predisporre la risoluzione, da approvare nella prossima seduta, per l’indizione del referendum relativo alla fusione dei Comuni di Corigliano e di Rossano che successivamente sarà sottoposto all’esame dell’Aula. 

La decisione è scaturita al termine delle audizioni di Giuseppe Geraci, sindaco del comune di Corigliano Calabro, di Stefano Mascaro, sindaco di Rossano e di Amerigo Minnicelli, rappresentante del comitato “Cento Associazioni”, sulla proposta di legge n. 182/10 di iniziativa del consigliere Giuseppe Graziano nel corso delle quali è stata approfondita la materia e ribadita, da più postazioni, la volontà politica sul progetto di fusione, pur alla luce della necessità, avanzata dal sindaco di Corigliano, di approfondire aspetti di ordine strettamente economico-finanziario. 

“Siamo sul punto - ha asserito il proponente Graziano - di riscrivere la storia dei territori calabresi all’insegna di uno sviluppo integrato sociale e culturale che, si badi bene, non è solo quello del territorio interessato, ma coinvolge tutta la Calabria. È questa la grande valenza legata alla nascita della terza città della Calabria. Con oggi si raggiunge un nuovo obiettivo. E questo grazie a quanti hanno voluto dare ulteriore impulso all’iter burocratico in atto: al presidente della prima Commissione, on. Franco Sergio, ai colleghi consiglieri Bova, Esposito e Mirabello, ai due sindaci di Corigliano e Rossano, Geraci e Mascaro, che hanno confermato la volontà deliberata dalle Assemblee civiche delle due Città, ed al Comitato delle ‘Cento Associazioni’ presieduto dall’avvocato Amerigo Minnicelli”.

“L’obiettivo - ha spiegato il presidente Sergio - è realizzare un miglioramento  e riqualificazione dei servizi erogati ai cittadini, la razionalizzazione dei costi e disegnare nuove ipotesi di collaborazione tra i territori con un sistema di sussidiarietà nello specifico sulle politiche pubbliche. Partendo da qui, le Amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano Calabro hanno recepito le istanze delle associazioni che operano sul territorio, aprendo un dibattito che è vivo ancora oggi sull’opportunità di giungere alla costituzione di un Comune unico. Ha così preso corpo, nel tempo, un percorso di cittadinanza attiva quale momento effettivo di costruzione di una comunità vicina ai bisogni e alle priorità dei territorio, che in questo caso è stato alimentato da riflessioni di carattere storico e civile e sul piano culturale ed identitario. Sullo sfondo - ha rilanciato il presidente Franco Sergio - c’è un traguardo di grande impatto: la valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, considerato il suo complesso, potrà configurarsi in una vera e propria area vasta e si troverà ad accogliere una comunità di oltre 80.000 abitanti residenti”.

Successivamente, la Commissione, passando all’esame del secondo punto dell’ordine del giorno, ha audito Anna Romina Muraca, sindaco di Petronà e Maurizio Pace, primo cittadino di Belcastro in merito alla proposta di legge d’iniziativa del consigliere Arturo Bova in ordine alla modifica dei confini territoriali dei due Comuni della provincia di Catanzaro. Sul punto, il presidente Sergio ha precisato che “tecnicamente, si è impossibilitati a procedere ad una rettifica delle particelle A e B alla proposta di legge su cui i cittadini si sono favorevolmente pronunciati con il referendum del 26 giugno 2016, senza esporre la legge a rischio di impugnativa per illegittimità costituzionale”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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strettamente economico-finanziaria. “Siamo sul punto di riscrivere la storia dei territori calabresi all’insegna di uno sviluppo integrato sociale e culturale che- si badi bene- non è solo quello del territorio interessato, ma interessa tutta la Calabria. E’ questa la grande valenza legata alla nascita della terza città della Calabria”, ha asserito il proponente Graziano.   

“L’obiettivo- ha spiegato il presidente Sergio- è realizzare un miglioramento  dei servizi erogati e di disegnare nuove ipotesi di collaborazione tra i territori. Partendo da qui, le Amministrazioni comunali di Rossano e Corigliano Calabro Tìanno recepito le istanze delle associazioni che operano sul territorio, aprendo un dibattito che è vivo ancora oggi sull’opportunità di giungere alla costituzione di un Comune unico. Ha così preso corpo, nel tempo, un percorso di cittadinanza attiva quale momento effettivo di costruzione di una comunità vicina ai bisogni e alle priorità dei territorio, che in questo caso è stato alimentato da riflessioni di carattere storico e civile. Sullo sfondo- ha rilanciato il presidente Franco Sergio- c’è un traguardo di grande impatto: la valorizzazione politica, amministrativa ed economica in un territorio che, considerato il suo complesso, si troverà ad accogliere una comunità di oltre 80.000 abitanti residenti”.

Successivamente, la Commissione ha audito Anna Romina, sindaco di Petronà e Maurizio Pace, primo cittadino di Belcastro in merito  alla proposta di legge d’iniziativa del consigliere Arturo Bova in ordine alla modifica dei confini territoriali dei due Comuni della provincia di Catanzaro. 

 

 cc                                                        L’Ufficio Stampa

 

 

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Semplificazione e celerità dell’azione amministrativa al centro dei lavori della I Commissione

La Commissione “Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta dal consigliere Franco Sergio, ha incardinato la proposta di legge n. 185/10 d’iniziativa della Giunta regionale sulla semplificazione e celerità dell’azione amministrativa. 

Al centro, la necessità di aggiornare ed adeguare la legge regionale 4 settembre 2001  n. 19 alla costante evoluzione che ha seguito la normativa statale in materia di procedimento amministrativo. 

Al riguardo sia il presidente dell’organismo Sergio che il vicepresidente della Giunta regionale Antonio Viscomi hanno ribadito come “la semplificazione amministrativa e la razionalizzazione del funzionamento della struttura burocratica della Regione rappresentino elementi fondamentali del programma di governo”, indicando, tra gli obiettivi da raggiungere, “una maggiore efficacia ed efficienza dell’attività medesima, assicurare tempi certi di durata al procedimento amministrativo, maggiore celerità nell’espletamento dell’azione amministrativa della Regione”. 

Una serie di audizioni ha accompagnato la proposta di legge n.182/10 che prevede l’istituzione del nuovo Comune derivante dalla fusione dei Comuni di Corigliano Calabro e Rossano. L’iniziativa è del consigliere Giuseppe Graziano che ha ricordato “il proficuo lavoro iniziale da parte di diverse associazioni che, quindici anni or sono, intravedevano nell’unione dei comuni una garanzia di efficienza ed economicità”. Nel corso dei lavori, il presidente Sergio ha espresso la propria solidarietà e quella della Commissione, stigmatizzando l’accaduto,  al sindaco di Rossano Stefano Mascaro per l’atto intimidatorio che lo ha coinvolto la scorsa notte.

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Autorità di Bacino regionale, le decisioni della I Commissione

La Commissione “Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale”, presieduta da Franco Sergio, ha approvato all’unanimità la proposta di legge n. 168/10 di iniziativa del consigliere Aieta che modifica la legge regionale 12 novembre 2004, n. 28 (Garante per l'infanzia e l'adolescenza).  

Con la proposta, racchiusa in tre articoli, si va a temperare la rigidità delle situazioni di incompatibilità che nel tempo hanno contraddistinto la figura del Garante. “Questo obiettivo - spiega il presidente Sergio - si realizza sostituendo al divieto in capo al Garante allo svolgimento di qualsiasi attività lavorativa, come è stato nel passato, solo quelle situazioni di conflitto di interessi in relazione all’incarico dallo stesso assunto”. 

L’organismo consiliare ha in inoltre incardinato la proposta di legge n. 169/10 di iniziativa del consigliere Aieta sulle modifiche alla legge regionale 29 novembre 1996, n. 35 in relazione alla costituzione dell'Autorità di Bacino regionale ed in attuazione della legge 18 maggio 1989, n. 183 e successive modificazioni ed integrazioni.

“Il rinvio - spiega al riguardo il presidente Sergio - si è reso necessario non solo per alcuni rilievi mossi dall’Ufficio legislativo, comunque sanabili da un emendamento già da me predisposto, ma soprattutto perché, nonostante in data 23 settembre 2016 nell’ambito dell’attività istruttoria, sia stato richiesto parere al Dipartimento organizzazione risorse umane e controlli, ad oggi ancora non è pervenuta alcuna nota di riscontro anche in ordine all’esistenza della copertura finanziaria sui capitoli di spesa del personale per l’annualità 2016-2018. Eppure, il Dipartimento Bilancio aveva eccepito sui profili strettamente finanziari che, per esprimere un parere sulla copertura finanziaria, è indispensabile che la stessa venga integrata con la quantificazione degli oneri e l’indicazione dei capitoli di bilancio sul quale gravano gli stessi”.

Infine, la I Commissione ha convenuto di rinviare, per ulteriori approfondimenti, l’esame della proposta di legge n.8/10 di iniziativa del consigliere Giudiceandrea sulle modifiche alla legge regionale 4 agosto 199, n. 39.

 

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Terremoti, Greco e Sergio: “Potenziare il sistema di Protezione civile regionale”

“Il sisma che si è abbattuto nel centro Italia deve far riflettere ed agire immediatamente”. Lo sostengono i consiglieri regionali (Gruppo “Oliverio Presidente”) Orlandino Greco e Franco Sergio, che  hanno presentato  una mozione “sul potenziamento della capacità operativa e di intervento del sistema di Protezione civile regionale”. Spiegano: “Per la sua conformazione geomorfologica, la Calabria è una delle regioni più esposte a fenomeni naturali legati al rischio idrogeologico e sismico. In questo quadro, la mozione impegna la Giunta regionale ad adottare i provvedimenti necessari, affinché si crei una rete di prevenzione che unisca la protezione civile, la regione, gli enti locali e i privati. Sono indispensabili misure che consentano ai sindaci di effettuare il censimento dei fossi e dei canali di scolo, la pulizia dei corsi d'acqua, la microzonazione sismica e la realizzazione dei piani di emergenza comunali ed intercomunali”. Con la mozione si chiedono alla Giunta regionale “dei provvedimenti per l’analisi di vulnerabilità sismica dei centri storici al fine di valutare ex-ante l'impatto di un terremoto sul patrimonio culturale. La Calabria deve inoltre dotarsi di una colonna mobile con delle strutture modulari intercambiabili ed estendere l'uso della rete radio regionale di protezione civile al servizio regionale di urgenza ed emergenza medica 118. Con la mozione, che auspichiamo venga discussa al più presto in Consiglio, si chiede inoltre d’istituire l'area meteo del centro funzionale multirischi dell'Arpacal  e di attivare il numero unico per le emergenze ‘112’ con la realizzazione di nuove sale operative che vedano la presenza, oltre che degli operatori di pubblica sicurezza, vigili del fuoco ed emergenza sanitaria, anche della protezione civile regionale. Riteniamo - sottolineano Greco e Sergio - che questi provvedimenti, che sono solo alcuni di quelli previsti nella mozione, siano necessari ed urgenti per prevenire i rischi naturali e potenziare la capacità operativa e di intervento del sistema di Protezione civile regionale. Siamo certi che il presidente Mario Oliverio e il responsabile della Protezione civile regionale Carlo Tansi, troveranno insieme il percorso amministrativo ed istituzionale più rapido ed efficace per adottare queste misure che hanno come unica finalità la sicurezza dei cittadini e dei territori calabresi”.

Verso la nascita del Comune di Ricadi-Capo Vaticano: disco verde in I Commissione

Approvati tutti i provvedimenti all’ordine del giorno della Commissione permanente “Affari istituzionali e affari generali”, presieduta dal consigliere Franco Sergio. In apertura dei lavori, l’organismo ha dato il via libera all’unanimità al parere della Giunta n. 19/10 sulla disciplina dei compensi professionali spettanti agli avvocati regionali. “Con l’approvazione di questo testo - ha spiegato il presidente Sergio - si adegua il Regolamento n. 6 del 30.08.2007 alle disposizioni introdotte dall’art. 9 del decreto legge n. 90 del 2014 che ha riformato la disciplina degli onorari dell’Avvocatura generale dello Stato e delle Avvocature degli Enti pubblici, anche con l’obiettivo di conseguire un risparmio ed una razionalizzazione dei costi”. In merito è stato anche audito l’avvocato della Regione Calabria, Nicola Greco il quale - ha commentato il presidente Sergio - “ha fornito un contributo di alto spessore al dibattito, ribadendo il valore dei principi sottesi alla proposta”. Successivamente, dopo un ampio confronto,  la Commissione ha espresso favorevole all’unanimità anche sulla proposta di legge n. 118/10 d’iniziativa del consigliere Mirabello recante: “Cambio denominazione del Comune di Ricadi in Comune di Ricadi-Capo Vaticano”. Sul tema è intervenuto l’avvocato Nicola Ioppolo del Dipartimento Presidenza della Giunta regionale. “Si avvia così l’iter per l’indizione del referendum consultivo obbligatorio in merito all’istituzione dei nuovi Comuni e sui mutamenti delle denominazioni comunali, prima di procedere all’approvazione definitiva della proposta di legge” - ha spiegato il presidente Sergio. “Alla luce della legge 56 Delrio, si potrebbe innescare una diffusione di processi di aggregazione/unione/fusione di Comuni. Tuttavia - ha concluso Franco Sergio - l’esiguità dei fondi disponibili a sostenere sia i processi referendari che gli iter legislativi, impone non solo di provvedere in fase di assestamento di bilancio, alla copertura finanziaria delle spese sostenute dai Comuni per la gestione del referendum, ma soprattutto di considerare in fase di bilancio di previsione, un budget adeguato al governo dei processi legislativi, atto ad evitare un’eventuale paralisi dell’attività delle Commissioni e del Consiglio”. Nel corso della seduta sono intervenuti i consiglieri Battaglia (in sostituzione del collega Bova), Esposito e Mirabello.

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Riforma costituzionale, “i rischi per i Comuni e per il sociale”

Il presidente della I Commissione consiliare della Regione Calabria, Franco Sergio, interviene sulle ipotesi di Riforma costituzionale e sul Referendum. Di seguito, le sue riflessioni che proponiamo nella sua stesura integrale. 

<<Sulla Riforma costituzionale va aperta una fase di riflessione per approfondire le ragioni del Si o del No al Referendum, informare i cittadini e metterli in condizione di effettuare scelte consapevoli una volta acquisite coscienza sociale e politica dei temi. Concordo con chi sostiene che il premier Renzi ha commesso un grave errore “personalizzando” il Referendum, fornendo un assist eccezionale a chi nel fronte del No, interno ed esterno alla maggioranza, asserisce che progetto e contenuto riformatore siano frutto eccessivo di alchimia parlamentare, di “fusione a freddo” destinato al sicuro fallimento nel concreto. I critici ritengono inaccettabile la richiesta “fideistica” di consenso al  piglio riformatore, addirittura rottamatore, del Premier che, per questione di stile e coerenza etica e politica – con la vittoria del No - dovrebbe dimettersi. Chi scrive, che per estrazione culturale, sociale, e politica si definisce un democratico moderato e cattolico, sta maturando l’orientamento a votare No, perché non d’accordo su punti nodali della riforma: il rapporto Stato-Regioni, la definizione di riforma delle Autonomie locali, il rischio della cancellazione del ruolo partecipativo dei Corpi Intermedi della società, l’improvvida correlazione tra riforma e Legge elettorale. Taluni, come Renzi, strumentalmente ripetono che i guasti istituzionali del Paese sono da addebitarsi ai costi della politica ed all’eccessivo potere esercitato da Regioni …e Consiglieri regionali. Allora, anziché le Province, punti di coordinamento e riferimento importante per comuni e cittadini, non si sono cancellate le Regioni, mutilate di importanti funzioni riassorbite dallo Stato? Perché mantenerle, dopo circa 50 anni di esperimento fallimentare, specie al Sud, dacchè autorevoli voci sostengono - supportando l’analisi con lo studio dettagliato dello Svimez uscito nei mesi scorsi - che la Cassa del Mezzogiorno ha fatto meglio delle Regioni?! Solo un dato: nel 2014 il reddito medio pro capite del Sud era il 56,3% del Centro Nord, e anche nel 2016 è simile”. Quanto ai corpi intermedi, assolutamente “negletti” nella Riforma, qualificano le società occidentali rendendole più evolute rispetto a quelle in cui vigono regimi totalitari di ogni colore e latitudine. Tali corpi costituiscono l’ossatura della società, articolazione naturale tra persone e Stato. Precede tutti la Famiglia, poi le aggregazioni promosse per differenti obiettivi sociali, economici, politici e culturali: sindacati, ordini professionali e associazioni di categoria, partiti. Il solo fatto che spesso tali corpi ed i loro organismi partecipativi si siano comportati, e siano potuti apparire come dediti solo all’autoalimentazione, non deve far dimenticarne od addirittura cancellarne la legittima, indispensabile, funzione di mediazione, diffusione e coinvolgimento della società nell’esercizio del potere, secondo il principio di sussidiarietà derivato dalla Dottrina Sociale cristiana. Con essi sono in via di demolizione tutti i luoghi e le forme partecipative alle scelte politiche, in nome di un decisionismo “tecnico” e “cronologico” esasperato e della cultura “dell’uomo solo al comando”.  “Abolizione del Senato e legge elettorale con largo premio di maggioranza al primo partito, di fatto limiteranno a zero il ruolo delle opposizioni, e taciamo dell’elezione sicura di capilista ed altri: viva la Democrazia partecipativa! Uno Stato democratico compiuto, dovrebbe avere poteri equilibrati e diffusi sul territorio, con contrappesi nella società civile”. “Scomparso il federalismo, lo Stato centrale si riprende poteri e funzioni che aveva decentrato e i Comuni, con meno risorse, potranno fare poco o nulla, salvo unirsi o fondersi. Lo Stato diverrà sempre più accentratore, senza che ciò comporti maggior efficienza/efficacia, dacchè è acclarato nell’esperienza pregressa, che i problemi reali non sono, così, celermente e concretamente affrontati ma, piuttosto, si realizzi il vecchio adagio di “trasferirne” la soluzione al Centro. Non mi farò incantare dalle suggestioni delle sirene che recitano: “modernizzare il Paese”, “semplificare le procedure legislative”, “privatizzare strutture ed assetti societari del nostro patrimonio, Poste, Anas, FF.SS. Tanto, vieppiù, se è solo per far “cassa”, fregandosene delle esigenze sociali dei cittadini, privati dei servizi minimi essenziali, solo per ridurre, di qualche “milionesimo” di punto il debito pubblico o tentare il riallineamento al parametro UE (1,8%) svendendo i gioielli di famiglia; decretando la definitiva prevalenza del Capitale finanziario sul sociale, negando in radice i principi fondamentali costituenti di solidarietà e sussidiarietà. Sono convinto che, cosi come “nessuno si salva da solo”, nessuno può risolvere i problemi complessi e strutturali del Paese da solo e, perché la barca non affondi, bisogna che tutti collaborino e partecipino a rimetterla in rotta, sia chi guida che chi rema. Tale esigenza la considero metodo necessario anche per la nostra Regione, prima che sia troppo tardi>>.

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Crisi Economia del Mezzogiorno, Sergio: “Progetto di governo del centrosinistra rischia di fallire”

"Più ombre che luci per la nostra regione dai dati del rapporto della Banca d’Italia (e di tutti gli studi delle più note agenzie di rating) circa la situazione dell’Economia nel Mezzogiorno. La Calabria risulta col Pil prossimo allo zero e tutti gli indicatori di settore sono inferiori alla media nazionale. Ad un solo lieve miglioramento nel comparto turistico, fa riscontro l’ennesima pesante caduta del traffico navale su Gioia Tauro e la perdurante difficoltà dei collegamenti aerei, stradali e ferroviari". Il consigliere regionale Franco Sergio, presidente della I Commissione "Affari istituzionali, affari generali e normativa elettorale", legge "con preoccupazione" i dati emersi - "anche e soprattutto a paragone di altre realtà del Sud ben più dinamiche e innovative - ponendo alla Giunta regionale, ai parlamentari nazionali ed ai dirigenti di sindacati ed associazioni imprenditoriali, sollecitazioni a studiare i fenomeni e ad progettare interventi mirati e concreti (e senza libri dei sogni…) facendo in modo che l’enorme quantità di risorse disponibili (PON, POR, PSR, Patto per la Calabria), venga utilizzata prima per risolvere i gap infrastrutturali di viabilità e trasporti di cui soffriamo (SS 106, SS18, dorsali ferroviarie ioniche e tirreniche, sistema portuale ed aeroportuale), per consentire di aprire ai mercati del Nord e della zona euro-mediterranea e per permettere poi al nostro sistema produttivo di modernizzarsi e competere in un panorama che diventa sempre più globale". Secondo Franco Sergio: "Bisogna puntare sui pochi punti di forza emersi: agricoltura e turismo, ricerca ed innovazione per far proseguire il trend positivo della nascita di start up specie nei servizi". "Approfittando dell’entrata in servizio della 'banda larga', anche (forse soprattutto) - rilancia - per abbattere i tragici dati sulla disoccupazione - doppia rispetto al dato nazionale, ben il 22,9% - con quella giovanile che giunge addirittura quasi al 60%”. È convinto il presidente della I Commissione consiliare: "Per vincere la sfiducia e profonda demotivazione dei nostri giovani che hanno ripreso la via dell’emigrazione; per alleviare il peso che grava sulle loro famiglie; per puntare davvero al futuro, va valorizzato il 'genio calabrese'. Spetta anche alla politica ed alle istituzioni, sostenere ed agevolare, per quanto compete loro, scuola, università e sistema imprenditoriale e produttivo, nello  sforzo di creare nel nostro territorio le condizioni per uno sviluppo che incrementi le possibilità di lavoro e di fare impresa". Franco Sergio puntualizza: "Va liberato soprattutto il comparto delle piccole e medie imprese dall’eccessiva burocrazia - inefficiente e paralizzante - in cui spesso procedure inutili e farraginose causano la demotivazione e la resa di quanti tentano di innovare ed investire. Infine, serve coinvolgere l'Università per formare una classe dirigente adeguata a gestire le future fasi di crescita che necessitano di tecnologie avanzate e di competenze specialistiche, nonché studiare le possibili agevolazioni di accesso al credito, che è l’altra morsa della tenaglia che strozza chi vuol fare impresa, magari rivedendo anche la funzione strategica di Fincalabra e utilizzando il capitale sociale di questa finanziaria per un sostegno reale sia alle realtà già operative che a quelle iniziative che vogliono mettersi in gioco per avviare nuove attività". "Bruciare quest’opportunità - conclude Franco Sergio - non solo rischia di vanificare l’occasione che la Calabria volti pagina ed esca dal limbo del 'fanalino di coda' ma potrebbe sancire il fallimento di un progetto politico, quello del centrosinistra, di governare la delicata fase attuale;  e, se il 'polso' dei cittadini che votano (e non votano) ha un significato autentico, esso può esser interpretato come un ultimo avviso: si deve correre ai ripari prima che sia troppo tardi, avviando un nuovo percorso di dialogo, coesione e condivisione del processo politico, coinvolgendo tutti i soggetti del partenariato economico, sociale e politico, dato che, come ormai sperimentato, in questo mondo, nessuno si salva da solo".

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