Il gioco d’azzardo patologico è stato al centro del convegno organizzato a Lamezia Terme dalla comunità di accoglienza Cnca Calabria Onlus e a cui ha preso parte anche il presidente della Commissione contro la ‘ndrangheta in Calabria Arturo Bova.
Il tema, di stringente attualità, è stato analizzato dal presidente Bova nel corso di una serie di audizioni della Commissione, come ad esempio la seduta del 23 novembre scorso. “Per effetto di approfondimenti, di cui mi sono fatto promotore con le associazioni antiracket e i rappresentati di Abi Calabria, Banca d’Italia, Banca Etica e Alef all’interno della legge regionale contro la ‘ndrangheta in questi giorni in discussione in Consiglio regionale, sono stati inserite una serie di disposizioni specifiche per il contrasto all’illegalità connessa al gioco d’azzardo”, ricorda Bova, richiamando l’’art. 19 del testo unico “che si concentra per intero su tutte le iniziative tese a disincentivare le forme di gioco d’azzardo, oltre che il racket e l’usura che di solito vi gravitano attorno. All’interno della legge - ha detto Bova - abbiamo voluto prevedere un intero capitolo dedicato al gioco d’azzardo che, potendo sfociare in una patologia, rischia di portare con sé fenomeni di illegalità e disagio sociale particolarmente considerevoli, soprattutto in una regione come la nostra”.
Il presidente Bova, nel corso del suo intervento, ha così sottolineato alcuni aspetti inclusi nella legge. Ad esempio, al fine di tutelare le fasce di consumatori psicologicamente più deboli, nonché di garantire l’ordinato impatto dell’afflusso degli utenti alle sale da gioco, il testo introduce il divieto di installazione di apparecchi per il gioco d'azzardo lecito in locali che si trovino, rispettivamente, a una distanza di 300 metri per i comuni con popolazione fino a cinquemila abitanti o 500 metri per quelli con popolazione superiore a cinquemila, dai “luoghi sensibili” quali istituti scolastici, luoghi di culto, impianti sportivi, luoghi di aggregazione giovanile ed oratori.
Importante anche l’introduzione della negazione del patrocinio regionale per quegli eventi che ospitano o pubblicizzano attività che, benché lecite, sono contrarie alla cultura dell’utilizzo responsabile del denaro o che favoriscono o inducono la dipendenza dal gioco d’azzardo patologico.
Tra i provvedimenti, è inclusa anche la creazione del marchio “No Slot”, un riconoscimento da affidare a quegli esercizi che accettano di non installare slot machine e videolotterie nei propri locali. Il marchio darà quindi diritto agli esercenti di accedere a significativi sgravi fiscali e incentivi specifici.
Nel corso dell’incontro, proprio sulla questione del marchio, Bova ha chiarito: “Ad oggi, i sindaci non hanno facoltà di impedire l’installazione di slot machine nei propri Comuni, così, nonostante il lavoro fatto con la legge regionale, in assenza di una normativa nazionale, il loro ruolo è limitato. La mia proposta, a questo punto, è di iniziare assieme ai sindaci calabresi un percorso comune istituendo in ‘No Slot Day’, in cui si tengano contemporaneamente in tutta la Calabria delle riunioni del Consigli comunali aperte sul tema. Vorrei poi coinvolgere anche altre regioni- conclude Bova- così da creare una rete di Consigli comunali le cui deliberazioni contro le slot machine dovranno essere prese in considerazione del Governo e dal Parlamento”.