Presentato a Mongiana il volume su don Peppino Scopacasa
- Written by Bruno Vellone
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E' un libro scaturito dalla volontà di ricordare una di quelle figure carismatiche che nascono per cambiare il futuro di un paese. Don Peppino Scopacasa, dunque, storico parroco di Mongiana e anello di congiunzione tra la chiesa orante ed operante e la società del bisogno. Nella chiesa della preghiera di cui faceva parte in lui c'era soprattutto l'amore per il prossimo. Ma anche l’impegno civile come la passione per la stampa periodica,che nel corso degli anni lo ha portato a fondare l'Eco di Mongiana e la Voce di Simbario, e quindi i sedici giorni di festa per il ritorno degli emigrati con appuntamenti musicali, culturali e conviviali, tutti con un minimo comune denominatore, quello di legare e fare, tutti insieme, comunità. Di tutto questo si è parlato alla manifestazione di presentazione del volume di Vito Scopacasa, nipote del compianto sacerdote, “Don Peppino Scopacasa, il prete uomo – l’uomo prete” che s’inserisce nell’anno letterario dell’associazione MoMò. E proprio Pasquale Demasi presidente dell'associazione culturale MoMo' ha sottolineato gli scopi del sodalizio che vuole fare associazionismo sul campo non soltanto mongianese ma anche in ambito regionale. In un convegno appassionatamente moderato dalla giornalista Patrizia Sanzo ha preso la parola l’ex consigliere regionale e avvocato Rosario Chiriano: «Il ricordo di don Peppino – ha detto - è sempre vivo per il modo con il quale ha concepito il sacrificio di sacerdote e la cura delle comunità alle quali è stato vicino, basti ricordare le feste per gli emigranti che testimoniavano l'intreccio tra la vita dei lavoratori e l'affetto di cui era capace. Don Peppino era l'amico, il sacerdote evangelico carico di altruismo, che accoglieva i viandanti nella sua casa verso cui aveva sempre parole di conforto e stimolo». La scrittrice Rosina Andreacchi ha letto il testamento spirituale di don Peppino mentre la scrittrice soveratese Anna Manna ha letto un passo del libro a lui dedicato. Di grande «nostalgia» ha parlato la scrittrice Bruna Filippone che ha sottolineato come tutto a Mongiana ruotava «attorno a don Peppino, grande comunicatore di sentimenti e pieno di simpatia per il progresso sociale dei suoi compaesani. Nel libro si parla del tempo, speso nel bene che il prete uomo faceva, tempo di emigranti, tempo di spensieratezza ma anche di dolore. Il libro ha il fascino della memoria, ma ci sono anche cultura ed identità che uniscono la comunità mongianese e tutti quelli che lo hanno conosciuto». Antonio Anzani ex provveditore agli studi di Catanzaro dal canto suo ha ricordato come don Peppino «era un sacerdote che conosceva tutti e tutti conoscevano lui perché era l'uomo dell'interesse generale che s'inquadrava nella comunità nella quale viveva, e la sua missione giornaliera era un modo di "fare politica" nel nome dell'interesse generale». L'autore del libro Vito Scopacasa ha voluto dare uni ricordo del parroco a livello familiare: «Da nipote ho vissuto a stretto contatto con don Peppino per oltre trent'anni, e ho scritto questo libro affinché ci sia un ricordo di quello che per noi giovani di allora fu un esempio di vita, una guida spirituale alla quale chiunque poteva rivolgersi contando sul suo impegno che era serio e concreto. Questo libro l'ho scritto con il cuore». Non ha voluto mancare all’appuntamento il deputato del Partito democratico, Bruno Censore che ha portato una breve testimonianza della «meritoria opera di Vito Scopacasa che ha restituito alla memoria una persona di grande importanza quale don Peppino di cui è doveroso ricordare il suo impegno pastorale e civico per il riscatto delle zone interne».