Serra. Costituito Comitato per il No, il presidente De Caria: “Serve una riforma vera”
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Un No che non è fine a se stesso e che non va interpretato come momento di fermo. Anzi, è un No rivolto ai "progetti di basso profilo che non hanno grandi aspirazioni". Quello del Comitato “Riformisti per il No – Noi della Grande Riforma – Serre calabre” è un messaggio chiaro che punta a risvegliare l’orgoglio nazionale necessario per ricostruire un’Italia competitiva e rispettata. A riassumere i passaggi chiave è il presidente Francesco De Caria che specifica lo scopo della formazione nata in vista del referendum. “Riteniamo doveroso portare a conoscenza dei cittadini le implicazioni della riforma costituzionale – spiega - sottolineando il significato politico e democratico del 4 dicembre. La nostra posizione è quella di dire No ad una riforma confusionaria, nata nei salotti su impulso di un governo che non è legittimato dal voto popolare. Ciò di cui l’Italia ha bisogno – puntualizza il giovane presidente - è una riforma di ampio respiro condivisa dal più vasto ventaglio di sensibilità politiche e capace di far ripartire un Paese in crisi istituzionale, economica e sociale. Crediamo che una legge raffazzonata, che complica l’iter legislativo, che prevede meccanismi contorti, che mantiene un Senato annacquato, che non va oltre l’attuale impostazione delle Regioni, che allunga ulteriormente le distanze fra le aree più progredite e quelle in ritardo di sviluppo, che non riequilibra il rapporto fra i Poteri dello Stato e che non tocca in maniera incisiva il tema di una nuova ed efficiente Giustizia sia un errore grossolano. Non serve infatti una riformicchia – rileva De Caria - che non ha l’ambizione di cambiare veramente l’Italia e che risponde solo alle esigenze propagandistiche di un premier che è in declino e vuole rilucidare la sua immagine. Per questo, avvieremo tutte le iniziative opportune per offrire ai cittadini gli strumenti per una serena valutazione e per compiere una scelta nell’interesse delle generazioni future. In particolare – conclude - noi diciamo No per dire Sì ad una Assemblea costituente da eleggere con metodo proporzionale senza sbarramento e per dire Sì a tre referendum di indirizzo, da tenersi contestualmente all’elezione della Costituente, che permettano alla maggioranza degli elettori di orientare in modo vincolante le scelte di fondo dei Costituenti su tre argomenti fondamentali che sono la forma di Stato (centrale/federale), che noi auspichiamo essere quella presidenziale, la forma di governo (parlamentare/presidenziale; proporzionale/uninominale) e l’indipendenza della Magistratura (carriere unite/separate)”.
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