Pizzo: forse individuati i resti di Murat. Verranno recuperati entro maggio
Saranno recuperati entro la fine di maggio i campioni biologici dai resti individuati nella cripta sotterranea del Duomo di Pizzo, che si presume appartengano a Gioacchino Murat, il re di Napoli che nell'ottobre del 1815 fu catturato, imprigionato e ucciso nella città napitina. Sarà poi il test del Dna, che verrà effettuato nei prossimi mesi a confermare o meno se le spoglie appartengano al cognato di Napoleone. È questo il ruolino di marcia che si è imposto il comitato tecnico-scientifico istituito dal Comune, in collaborazione con l'associazione Murat Onlus, dopo la prima riunione operativa. Del comitato, oltre all'assessore alla Cultura, Cristina Mazzei, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale, fanno parte la Sovrintendente ai Beni archeologici Maria Teresa Iannelli, l'antropologa dell'Università di Camerino Isolina Marota, il parroco del duomo Pasquale Rosano, il presidente dell'associazione Murat Onlus Giuseppe Pagnotta e due alti ufficiali del Reparto investigazioni scientifiche (Ris) dei Carabinieri, Sergio Schiavone e Sergio Romano. Quest'ultimo, nella sua qualità di biologo, sarà colui che dovrà calarsi nella cripta una volta rimossa la pesante lastra di marmo sul pavimento della chiesa di San Giorgio, che sigilla l'accesso all'antico luogo di sepoltura. Una volta dentro, dovrà effettuare rilievi fotografici e prelievi biologici in corrispondenza della cassa, individuata negli anni Settanta grazie ad una con telecamera calata per esplorare i sotterranei del duomo, che si ritiene possa contenere i resti di Murat. In quell'occasione, le immagini mostrarono numerosissimi resti di corpi umani, tumulati nel corso dei secoli, a conferma della consuetudine di seppellire i defunti sotto le chiese. Tra queste spoglie, fu individuata una cassa che corrisponde alla descrizione che alcune cronache dell'epoca fanno della bara in cui venne deposto il corpo dell'ex sovrano. In particolare, dopo la fucilazione, il corpo di Murat venne composto in una cassa d'abete che, durante il trasporto verso il duomo, cadde sul selciato, rompendosi. Per ovviare all'incidente, fu effettuata una riparazione di fortuna, avvolgendo la bara con una lunga corda al fine di tenerla insieme. Ed è proprio su un feretro legato da una corda che si è quindi concentrata l'attenzione dei ricercatori. Le probabilità che contenga le spoglie mortali di Gioacchino sono molto alte, ma il dilemma potrà essere risolto soltanto calandosi nella cripta, analizzando i resti ed effettuando un prelievo per il test del Dna. Nei prossimi giorni, il comitato tecnico-scientifico invierà al vescovo di Mileto una relazione dettagliata della procedura e della tempistica che si intende seguire, per il via libera da parte della Diocesi, che deve formalmente autorizzare le operazioni di ricerca. «Riuscire a individuare con certezza il corpo di Murat sarebbe molto importante - sottolinea l'assessore Mazzei -, non soltanto per ovvi motivi storici e culturali, ma anche perché questa scoperta accrescerebbe la capacità attrattiva di Pizzo, che già fa leva sull'importante figura di questo giovane re e delle vicende storiche che lo coinvolsero. Non dimentichiamo, infatti, che il castello aragonese nel quale fu imprigionato e ucciso, è il segno distintivo della nostra città ed è già meta di migliaia di turisti ogni anno. Individuare con certezza le spoglie di Murat, nel bicentenario della sua morte che ricorre quest'anno, sarebbe un risultato di grandissimo impatto per Pizzo».
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1 comment
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Pino Marino Lunedì, 15 Giugno 2015 00:54 Comment Link
Associazione Murat onlus? Un grande onore per Pizzo? Ma cosa? Ritrovare le spoglie di un invasore? Questi furono responsabili di una vera ecatombe dei nostri antenati. Non meno di 70-80.ooo morti. Trafugarono centinaia di opere d'arte, che oggi fanno la fortuna del Louvre e a Pizzo gli tessono le lodi? E' proprio vero. Ci hanno invertito l'identità. Pazzesco.....