Calabresi d'America: Giuseppe “Joseph” Rollo, il minatore morto nella tragedia di Kemmerer
- Written by Geremia Mancini*
- Published in Cultura
- 0 comments
Giuseppe “Joseph” Rollo, morto nella tragedia mineraria di Kemmerer del 1923, era calabrese. Nacque a Grimaldi in provincia di Cosenza nel 1896.
Kemmerer era un piccolo villaggio minerario, Contea di Lincoln, nel Wyoming. La “Union Pacific Coal Company”, per sfruttare i ricchi giacimenti di carbone, vi aprì la prima miniera nel 1881.
Successivamente fu fondata anche la “Kemmerer Coal Company”. Il bisogno di manodopera, capace per quel duro lavoro, richiese l’arrivo di numerosi italiani.
Quando il 14 agosto del 1923 la miniera esplose, per una fuga di gas, nelle viscere di quella miniera rimasero uccisi ben 99 minatori. Molti erano italiani. I loro nomi spesso riportati in maniera errata, le loro reali origini non evidenziate non aiutano molto a restituirli, nel ricordo, alle loro terre d’appartenenza. Noi, con non poche difficoltà, cerchiamo di farlo con l’accuratezza di usare, almeno in questi casi, il proverbiale “probabilmente”.
Quel triste giorno del 1923 scesero in miniera 136 uomini e solo 37 ne uscirono vivi.
Da giorni, soprattutto gli anziani minatori, avevano colto e denunciato il verificarsi di fughe di gas.
Ma la proprietà non volle sentire ragione. Bisognava continuare ad estrarre carbone.
Poi la tragedia. Molte donne si ritrovarono vedove con i bambini da sfamare e con la disperazione economica ed umana da affrontare.
Solo la generosità dei minatori sopravvissuti e qualche elargizione statale consentì di superare l’immediatezza degli eventi.
Poi più nulla. Rimase un cimitero, improvvisamente divenuto troppo piccolo, con le lapidi e i nomi dei minatori.
Una di queste recita: Joseph Rollo – Wyoming – August 14, 1923”.
Giovanni Rollo lasciò la sua Grimaldi per rincorrere il “sogno americano”. Giunse ad “Ellis Island” nel 1912, aveva solo 14 anni e viaggiò da solo, dopo aver navigato sulla nave “Konig Albert”. Trovò lavoro con la “Kemmerer Coal Company”. Il sacrificio era tanto, anche 14 ore di lavoro al giorno, ma era almeno meglio pagato che in Italia. Visse nel villaggio montagnoso e dal clima rigidissimo di Kemmerer nel Wyoming.
Poi, quel tragico martedì del 14 agosto del 1923, si infranse il “sogno americano” del giovane calabrese.
* Presidente onorario “Ambasciatori della fame”