A Monterosso interessante convegno su “Il Rosario nella religiosità popolare”
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Ha suscitato grande interesse il convegno internazionale svoltosi il 28 settembre scorso a Monterosso Calabro, dal titolo: “Il Rosario nella religiosità popolare”, organizzato dalla locale confraternita del Rosario.
L'incontro si è aperto con i saluti di don Oreste Borelli, parroco di Monterosso, di Vittorio Pittella, priore della Confraternita del S. S. Rosario, di Antonio Caroleo, coordinatore regionale della Confederazione delle confraternite delle diocesi d’Italia e di Alessandra Siclari collaboratrice del Centro studi "Theotokos".
Nel coordinare, i lavori Anna Rotundo ha evidenziato come le origini del Rosario siano antichissime e presenti in diverse religioni. Rotundo, inoltre, individuando nel fatto che la preghiera del Rosario esalta la “donna” per eccellenza cioè Maria, ha sottolineato il giusto riconoscimento che si dovrebbe finalmente dare al ruolo delle donne nella chiesa.
Lionella Maria Morano, presidente della Fondazione Nicola Liotti, ha trattato il Rosario e la comunità di Monterosso. Nel suo intervento ricco di spunti ha, tra l’altro, messo in rilievo l’importanza della tela raffigurante la battaglia di Lepanto dell’artista napitino Zimatore. Morano ha per l’occasione raccontato fatti e vicende che in passato hanno caratterizzato il rapporto fra il popolo e le confraternite di Monterosso attraverso una serie di aneddoti che hanno fatto scaturire una serie di interrogativi nel prosieguo dei lavori.
Relatrice d’eccezione si è dimostrata Maria Pilar Panero García dell’Università di Valladolid trattando: "Leggende spagnole sulla devozione popolare alla Vergine del Rosario"/"Las leyendas españolas sobre la devoción popular a la Virgen del Rosario", che si è servita anche di alcune immagini, che sono servite a far comprendere meglio il senso di storie e leggende spagnole sulla tradizione del Rosario nella cultura vallisoletana.
A seguire, l'intervento di José Luis Alonso Ponga, direttore del Centro latinoamericano de estudios de religiosidad popular e ordinario di Antropología applicata presso il Dipartimento di preistoria, archeologia, antropologia sociale e scienze e técniche historiográfiche, della facoltà di Lettere e filosofía dell’Università di Valladolid, che ha parlato del Rosario in Spagna e del suo rapporto con la religiosità popolare. Da papa Pio V a Gregorio XIII, Ponga ha sviluppato la sua relazione attraverso una seria di passaggi che hanno fatto comprendere il modo in cui sia cresciuta nel tempo la devozione nei confronti della Madonna, grazie ai Domenicani che hanno alimentato il culto del Rosario attraverso parole e immagini che sono rimaste col tempo nel cuore dei fedeli.
Le conclusioni sono state affidate a Martino Michele Battaglia - (Unime)-Scuola superiore per mediatori linguistici di Reggio Calabria e direttore del Centro studi "Theotokos - Religiosità popolare", che si è soffermato su San Domenico di Guzmán ed i domenicani del convento di Soriano Calabro, ponendo in evidenza come nel 1650 vi fossero diverse icone del Rosario in diversi paesi dell’area vibonese: Filogaso a Vazzano, San Nicola da Crissa, Sant’Onofrio e Sant’Angelo. Cone di vaste proporzioni dedicate a “Nostra Signora del Rosario con i quindici Misteri”. Ciò risulta dal volume sullo ”Apprezzo dello Stato in Calabria Ultra 1650”, di Antonio Tango, redatto dallo storico del santuario domenicano di Soriano padre Antonino Barilaro O.P..
Battaglia ha poi tracciato un profilo storico del Rosario nelle varie religioni e in particolare nel mondo islamico.
Infine ha ricordato come gruppi di fedeli devoti del Rosario hanno divulgato il cosiddetto vangelo delle anime semplici nelle zone rurali di campagna, svolgendo opera di conversione di avvicinamento alla Chiesa.
Da Pietro Da Verona ad Alano della de la Roche, Pio V e Sisto IV ha sottolineato come già ai tempi di san Pietro martire nella maggior parte delle chiese domenicane esistessero congregazioni mariane di pii laici dette “della Vergine di San Domenico”.
Concludendo il direttore del Centro "Theotokos" ha citato Bartolo Longo e la storia della Madonna di Pompei.
È seguito quindi un breve dibattito con il pubblico, prima che ai relatori fossero consegnati dalla Confraternita gli attestati di partecipazione.
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