Novant'anni fa Marconi accendeva da Roma la statua del Redentore a Rio de Janeiro
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Ricorre in questi giorni il 90° anniversario dell'inaugurazione del Cristo Redentore di Rio de Janeiro, che nel 1931 fu illuminato a distanza da Guglielmo Marconi, con un impulso inviato dall’Italia.
Il 12 ottobre 1931 infatti Marconi pose la sua firma sull’inaugurazione del Cristo Redentore, una delle sculture più iconiche di tutti i tempi, che, dall’alto della collina del Corcovado, cinge con il suo abbraccio monumentale Rio de Janeiro. Trattandosi di Marconi, la firma fu un segnale radio attivato alle ore 22.20 da una sala della Compagnia Marconi in Via Condotti a Roma. L’avvenimento fu così riportato dalla stampa dell’epoca: “S. E. Marconi ha premuto il tasto che, chiudendo un circuito, ha trasmesso la corrente alla stazione ad onde corte di Coltano, dalla quale si è diramata nel Brasile. Dopo meno di due minuti, la stazione di Coltano comunicava a Marconi un telegramma ricevuto da Rio de Janeiro, nel quale si annunziava la completa riuscita dell’esperimento: la statua del Cristo Redentore risplendeva della luce elettrica, la cui scintilla iniziatrice era partita da Roma, tra l’entusiasmo delirante di centinaia di migliaia di spettatori, tra i quali era fortissima la percentuale degli italiani. Qualche tempo dopo giungevano i primi telegrammi di felicitazioni dalle varie autorità del Brasile”.
Il dettagliato resoconto della stampa fornisce anche i dettagli più tecnici dell’evento: “La manovra di questa sera è stata una analoga, più perfezionata, ripetizione della meraviglia attraverso la quale Guglielmo Marconi da bordo del suo yacht Elettra accese, nel marzo dello scorso anno, le lampade elettriche destinate alla illuminazione dell’esposizione di Sydney in Australia. L’emissione del radio-comando è stata preceduta da una serie di segnalazioni preliminari, destinate alla regolazione dell’apparecchio ricevente. La segnalazione che ha provocato l’accensione dei proiettori è stata costituita di tre linee ciascuna di cinque secondi, separate da intervalli di tre secondi e l’impulso elettrico ha attraversato la distanza di circa ottomila chilometri”.
Sono dunque trascorsi 90 anni da quell’evento che ebbe grande risonanza internazionale e creò un forte collegamento tra Italia e Brasile. Si tratta di una occasione di eccezionale valore storico e culturale, in un momento in cui l’uscita dalla situazione di emergenza sanitaria richiede anche la valorizzazione del patrimonio culturale e il rafforzamento del senso di identità da parte della cittadinanza. Inoltre, il mondo in cui viviamo è un mondo costantemente connesso grazie alle telecomunicazioni in cui quel wireless che Marconi inventò e sviluppò nell’arco di una carriera straordinaria ha una parte fondamentale.
Di quella carriera resa possibile dai primi decisivi esperimenti di radiotegrafia svolti nel 1895 nella casa paterna sulle prime colline bolognesi (Villa Griffone, nell’odierna Sasso Marconi), tanti sono stati i successi sperimentali e i riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui va sicuramente menzionato il Premio Nobel per la Fisica assegnato a Marconi nel 1909.