Paesi di Calabria: Cetraro

 

Su un dorso collinare a 120 mt (s.l.m.) e a sud del fiume Aron, sulla costa tirrenica della provincia cosentina, troviamo Cetraro. Il suo toponimo deriverebbe, secondo alcuni, da “citra Aron” (al di qua dell’Aron) e secondo altri da “terra del cedro” per via dell’indigena produzione di questa pianta.Comunque sia, la storia e la genesi di Cetraro sono legate al mare perché l’antica Cyterium era città marinara come la mitica Lampetia, omonima della sua fondatrice, sorella di Fetonte, città magnogreca citata da Plinio, Polibio, P. Giovanni Fiore nella sua “Calabria Illustrata”, dal Marafioti, dal Barrio e altri.  Secondo quest’ultimo già dal 1200 in Cetraro era un fiorente arsenale regio dove si costruivano le navi da guerra e spesso era obiettivo di incursioni, come nel 1534, allorquando la nostra cittadina fu assalita ed incendiata dalla flotta di Solimano il Magnifico che “v’abbrugiò sette galeoni, non ancora finiti” (P. Giovanni Fiore). Oggi, da quelle origini, Cetraro resta un bel centro marinaro che ospita tante paranze e che continua le sue tradizioni. Ma non è solo mare, anzi. È antico centro di studi e sede di un rinomato Liceo e Convitto retto dai Benedettini. Questi vi giunsero nel 1086 e, come scrive il Fiore: “ vi restarono trattenuti dalla dolcezza del clima, dalla naturale bontà del popolo e dallo splendore del paesaggio” del luogo che Sichelgaita, moglie di Roberto il Guiscardo, donò in feudo ai Benedettini di Montecassino. Da questo momento, Cetraro restò alle dipendenze dei monaci di San Benedetto, fino all’abolizione del feudalesimo del 1806 e amministrata, quindi, da un Vicario benedettino che si era stabilito in uno dei palazzi del centro storico vicino alla chiesa di San Nicola. All’interno della vecchia Cetraro, tra i tanti angoli artistici e chiese, si deve visitare il complesso monastico del “Ritiro”, tenuto dai Domenicani prima e dai Gesuiti poi e del quale non se ne conosce l’epoca certa di fondazione, anche se alcuni elementi artistici derivanti dal chiostro e dal portale lo farebbero risalire al XV secolo. Comunque attorno al ‘700, chiesa e convento erano in forte attività e soppressi poi dai Francesi nel 1810. Due anni dopo, però, il Ritiro venne restituito ai fedeli che contribuirono alla ricostruzione voluta dal P. Predicatore Biagio Durante di Luzzi. Della vecchia ed illustre struttura del Ritiro rimane ben poco: la parte architettonica integra ben visibile è il portale e il chiostro. Il portale è in pietra tufacea di stile ogivale preceduto da tre gradini a semicerchio. All’interno è evidente il trittico marmoreo del Mazzolo che costituisce una grande pala d’altare che s’innalza a quattro paraste decorate e poggianti su basamenti architettonici. Al centro del trittico è collocata la statua in marmo della Madonna con Bambino in braccio, di scuola gagginiana, e nelle nicchie laterali sono conservate le statue di santi francescani. Tutta l’opera, di stile rinascimentale del sec. XVI, è attribuita a Giovambattista Mazzolo, carrarese e residente a Messina. Oggi Cetraro è importantissimo centro industriale con flotta peschereccia florida e buone industrie artigianali di cementi e laterizi. E poi…è centro di notevole turismo balneare che richiama curiosi e villeggianti da ogni dove ai quali si offre una bella spiaggia estesa per alcuni chilometri, tra due promontori che formano una bellissima scogliera che, tra l’altro, custodisce la “Grotta del Riccio".

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.