Alleanza Calabrese calca la mano: “Troppi abusivi a palazzo San Giorgio”
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“Altro che condono edilizio, qui l’unico condono urgente da disporre in città, questa volta da parte dei cittadini, è quello per il comune di Reggio Calabria ed il suo sindaco. Dentro Palazzo San Giorgio, infatti, vige un abusivismo dilagante”. Lo scrive in una nota il presidente di Alleanza Calabrese Enzo Vacalebre che spiega così le sue affermazioni: “abusivismo di pensiero, abusivismo di atti, abusivismo di agire, abusivismo di assegnazioni provvisorie, abusivismo di consulenze incriminate e di incriminati, abusivismo di appalti pagati e non eseguiti. Partiamo dallo staff di diretta collaborazione del sindaco, del presidente del consiglio e degli assessori, dei gruppi di maggioranza. Di cui faremo tutti i nomi ed i cognomi alla Procura della Repubblica, perchè la Città deve sapere, deve capire. Maneggiano carte, delibere, atti delicati per una amministrazione, richieste di cittadini… Bravi ragazzi, molto conosciuti, soprattutto nelle discoteche, ma troppi ‘2 di coppe con briscola a bastoni’. Eppure nessuno dice niente, in barba a qualunque regola. Urge un condono! Almeno per riavere un po' di dignità dato che, in questo caso, il provvedimento non porterebbe ricavi al comune ma, per lo meno, riporterebbe un po' di ordine, legalità, trasparenza. Parole tanto care a Falcomatà. Parole con cui si inebria, cadendo in una catarsi estatica fino a quando in un momento di lucidità inizia a chiedersi il significato delle stesse, per poi rimanere perplesso su ciò che ha a detto. E’ facile – sostiene Vacalebre - riempirsi la bocca di queste bellissime parole ricche di significati. Poi ci si ferma, ci si ragiona su e ci si chiede…. Ma che ho detto? Riunione di staff e i collaboratori consigliano di liquidare le dichiarazioni come spot elettorali. Tanto non si ricorderà nessuno di ciò che si è detto mesi e mesi fa. Tanto dopo che ha fatto passare nove mesi sparlando delle vecchie amministrazioni, dei commissari e dei loro bilanci falsi, è arrivato l’imput di Renzi, che ha vietato al sud di piagnucolare. In cambio arriveranno i soldi che ci presterà il governo centrale per sistemare tutti questi volontari che amano tanto la città, da costituire un presidio illegale all’interno del palazzo comunale. Dal primo luglio, ad esempio, l’unica giornalista in capo all’ufficio stampa, Elisabetta Mazzei, è andata in pensione. Il paradosso? L’ufficio istituzionale la cui attività, in base alla legge n° 150 del 2000, è "in via prioritaria indirizzata ai mezzi di informazione di massa", non ha al suo interno neanche un giornalista. A chi – si chiede Vacalebre - è affidata la comunicazione con gli organi di stampa? Solitamente, i comunicati sono diramati da un indirizzo che corrisponde al sito internet personale del sindaco Giuseppe Falcomatà, quindi niente forma né sostanza istituzionale. Decine e decine di anni fa i compagni l’avrebbero chiamata cattiva propaganda fascista. Sarebbe opportuno, quindi, avere almeno rapporti con il portavoce, colui che supporta l’organo di vertice dell’amministrazione ‘ai fini dei rapporti di carattere politico-istituzionale con gli organi di informazione’. Anche in questo caso vige l’abusivismo in quanto il ruolo è occupato materialmente da Franco Arcidiaco, spin doctor di punta del giovane Falcomatà. Sua, crediamo, la paternità, ad esempio, dell’illuminante proposta sul ripopolamento dell’entroterra reggino attraverso i numerosi migranti che arrivano dal mare. Come fossero cinghiali, pernici o quaglie, per intenderci. Senza contare dell'ultima sparata sui premi Pulitzer contro un giornalista che si è permesso di riportare la notizia dei provvedimenti dell'autorità giudiziaria in merito ai lavori sul corso Garibaldi: lesa maestà! Anche Franco Arcidiaco è un ‘abusivo’: non esiste, infatti, non una nomina ufficiale e quando interviene per conto del sindaco viene ascoltato solo ‘sulla fiducia’. E cosa dire dei tanti altri personaggi che si aggirano frequentemente non solo per le stanze di palazzo San Giorgio, ma anche in altri luoghi istituzionali, in nome e per conto del primo cittadino? Pare che molto frequentemente ci sia un capo di gabinetto in pectore, figlio di una espertissima dirigente di lungo corso, caduta sulla delibera del Miramare, a rappresentare l'amministrazione in svariate sedi reggine e romane. Giovane, umanista e leninist, probabilmente assumerà quel ruolo illegale, perché per legge non possono svolgere quel ruolo figli di dirigenti, ma, fino a quel momento, quale credibilità può avere di fronte a prefetti o direttori generali ministeriali? E perché questi interlocutori ricevono e parlano con il signore in questione? E poi c'è il capitolo ‘staff sindaco’. L'età media di poco sopra la pubertà potrebbe essere un vantaggio, se non fosse che buona parte dei ragazzi (diciamo il 95%) non ha nessun tipo di rapporto contrattuale con il comune. A parte la presenza all’interno dello staff di figli di consiglieri comunali, a proposito, anche questo è vietato dalla legge, è difficile credere, che uno di questi abbia l'autorità e forse la preparazione necessaria per recarsi da qualche tanto solerte e preparato, quanto efficiente e disponibile dirigente, riportando una volontà del sindaco. Alla frase: ‘il sindaco dice di fare...’ arriva (ovviamente alle spalle) una risposta del tipo: ‘si, si, ciao, va passìa supra o'corsu, va mèntiti i pantaluni longhi’. E i consulenti non consulenti di cui si è arricchita negli ultimi mesi l’amministrazione comunale meritano due righe dedicate a loro. Consulenti ‘a gratis’ – continua Vacalebre - che non possono agire per conto dell’amministrazione comunale, non sono legittimati a farlo, non possono firmare alcuna carta, non hanno la possibilità di rappresentarla, ai quali Falcomatà affianca una sua badante. La domanda ci sorge spontanea… Perché li ha messi a ‘consulentare’? A chi giova? Alla Città? Non crediamo… Ci sono anche molte note positive. La più evidente è la coerenza dei criteri nella scelta dei collaboratori in linea con quelli per gli assessori, basandosi su una scala gerarchia che ha in vetta la compagnia del fantacalcio, seguita dagli amici delle serate organizzate in discoteca, dai compagni di classe e di banco, di calcetto e dai colleghi di studio legale. All'assegnazione delle deleghe ai membri della giunta comunale, Pasquale Caprì parlò di assessori alle drink card, assessori ai privè, assessori ai cocktail e assessori per piazza De Nava. Altro ruolo è stato indicato per quello al bordo piscina. Dimenticò il noto artista reggino, purtroppo, un passaggio fondamentale ricordato in un'occasione pubblica da un giornalista: in estate c'è un appuntamento importantissimo, l'asta dello stesso fantacalcio. Un evento che darà molte indicazioni sulla reale tenuta della giunta. Certo, senza Tevez sul mercato italiano è tutto più semplice, ma la lotta per aggiudicarsi il ‘Pipita’ Higuain potrebbe creare rotture insanabili e aprire ufficialmente la crisi nella maggioranza. A proposito di ‘abusivi’ pare che Demetrio Naccari Carlizzi, cognato del sindaco e da lui particolarmente amato, convochi e presieda riunioni tecniche su fondi comunitari, trasporti e sanità. Ma questo è un vizio antico. Ricordiamo la sua presenza al Ce.dir. a riunire le dirigenze e le truppe cammellate quando era candidato a sindaco o a consigliere regionale, anni fa… Oggi è un assessore? No. È un consigliere? No. È un tecnico comunale? No. E’ il cognato del sindaco. Certamente essere rimasto a casa, fuori dalle scelte di Oliverio (Rimborsopoli e Parentopoli in tal senso è stata provvidenziale) anche a causa del rinvio a giudizio per il concorso vinto, in circostanze ancora da chiarire, dalla di lui moglie, nonché sorella del primo cittadino, è stato un brutto colpo. Può essere definito anche lui ‘abusivo’? Pare proprio esserne il prototipo! In ultimo, un pensiero in merito ai roboanti comunicati sul nulla che l’amministrazione, sindaco ed assessori, propinano ogni giorno. Commovente l’ultimo, sulla pulizia della fontanella di Tre Aie, immortalata in uno scatto con sindaci, assessori, consiglieri comunali. Alla fine si è trattata di una semplice bonifica di uno spazio di una trentina di mq. Probabilmente l’inaugurazione del Ponte sullo Stretto avrebbe visto meno autorità presenti. Aspettiamo con ansia la risposta del ‘aoccorso rosso’, composto dai capigruppo di maggioranza, dal segretario provinciale del PD e da quello dei piccoli democratici, pronti sempre ad intervenire in aiuto al giovin signore. Dopo un tale quadro di totale illegalità e sciatteria, sorge un atroce dubbio: sarà mica il sindaco Falcomatà ad essere il vero e primo abusivo a Reggio Calabria? E se prima poteva essere incandidabile, come Alleanza Calabrese aveva urlato prima delle ultime amministrative, adesso da eletto chiediamo, alla luce del percorso intrapreso – è la conclusione - che ne pensano i cittadini reggini. Si deve dimettere? Il re è nudo… E già”.