Bellezze di Calabria: la catena costiera paolana

Catena costiera paolana, sul versante tirrenico, tra bellezze naturali ed artistiche, tra salutari acque e riposi termali, tra mare e monti. È un bell’angolo della Calabria e qui il Creatore si è davvero divertito a regalarci un’infinità di opportunità che ben antropizzate nel passato hanno fatto la fortuna dell’uomo di oggi. Insomma qui convivono felicemente risorse naturali e culturali. Dunque incamminiamoci insieme in questo itinerario.

Belvedere Marittimo: sorge a 150 mt (s.lm.) e sul mare vi è la frazione balneare ricca di strutture ed infrastrutture che richiamano volentieri turisti e villeggianti. È un centro che vanta origini molto antiche risalenti al V sec. a.C. e fu possedimento feudale della famiglia Sangineto. Interessanti da visitare sono il castello angioino-aragonese restaurato l’ultima volta nel 1499; una torre di epoca romana e la chiesa di Santa Maria del Popolo che custodisce un grande Crocifisso di fine secolo XVII.

Sangineto: il suo toponimo deriverebbe da una pianta cespugliosa, il corniolo (cornius sanguigna) presente abbondantemente sui suoi rilievi. Interessanti da vedere sono: la località chiamata “grotte” dove ebbero vita alcune comunità monastiche basiliane del sec.VII; l’imponente castello del “Principe” e la chiesa parrocchiale che conserva non poche pregevoli opere d’arte. Sul mare è situata la piacevole frazione marinara ben attrezzata di alberghi ed infrastrutture sportive. Nei dintorni di Sangineto sono possibili anche interessanti escursioni tra verde e natura incontaminata. 

Cetraro è l’antica Citra-Aron che prende il nome dalla presenza abbondante di alberi di cedro. Il suo centro storico di indubbia impronta medievale è meta di escursioni e merita una visita accurata: la chiesa madre di san Benedetto, quella dei Cappuccini e il santuario di san Francesco da Paola. Sul livello del mare è la Cetraro Marina, amena località turistica che offre interessanti passeggiate lungo la costa  di particolare suggestione.

Bonifati: sorge su un rilievo di appena 430 metri. Le sue origini pare sian dovute alla venuta di un gruppo di Focesi, esuli nel VI sec. che si sarebbero sistemati nella località detta “Creonte” dove si possono ancora vedere i ruderi di un loro santuario. Inoltre nel centro storico rimangono ancora le mura residue di un castello nomato “il Forte” e i ruderi di un convento medievale dedicato a san Francesco. Sulla costa, sempre in territorio di Bonifati, vi è Cittadella del Capo, centro balneare di recente sviluppo e già ricco di strutture ricettive capaci di ospitare un numero sempre crescente di turisti attratti come sono dalla scogliera, dalla limpidezza delle acque marine, dai dintorni caratteristici. E qui si può vedere quel che resta della Torre di Fella del XV sec. 

Acquappesa: è senza dubbio il più recente centro che senza avere un retroterra storico antico offre ai visitatori un fantastico paesaggio con un mare stupendo dal quale emerge come per magia lo “Scoglio della Regina”. Il suo toponimo deriverebbe dall’omonimo fiume che attraversa il territorio. Sono notevoli artisticamente alcuni palazzi presenti nel centro. E poi Acquappesa può vantare la presenza sempre più numerosa di turisti e villeggianti che si rigenerano nelle vicinissime Terme Luigiane che ricadono comunque nel suo territorio.

Guarda Piemontese è limitrofa ad Acquappesa ed è conosciuta per la presenza nel borgo antico, su in collina, di una ancora nutrita colonia di Valdesi dai quali prende nome; ed è ancor più conosciuta e frequentata per le sue Terme Luigiane (dette così in onore del Principe Luigi Carlo di Borbone che le avrebbe scoperte e fatte conoscere ed apprezzare). La fondazione del centro collinare (515 mt) risale  al XII sec. quando la citata colonia di profughi valdesi della Val d’Angrogna (Torino) edificò le abitazioni presso la Torre di guardia. Da allora fu storia di persecuzioni e famosa resta la “Porta del sangue” dove nel 1559 fu compiuto un massacro di Valdesi. È un piccolo centro che merita di essere visitato perché conserva ancora intatta tutta l’identità culturale provenzale, dalla lingua ai costumi. Alla frazione sul mare è situato il grande e moderno stabilimento termale ricco di acque minerali e acque salso-sulfuree e ferruginose utilizzate soprattutto per bagni, fangature, inalazioni nelle patologie nevralgiche, respiratorie, reumatiche, ginecologiche e nelle malattie della pelle.

Fuscaldo: secondo alcuni sarebbe la medievale “Castrum Fuscaldi” che troviamo a pochi passi dalle Terme Luigiane e a cui sembra deve il nome che sarebbe contratto dal latino “fons calidus – sorgente di acqua calda”. Secondo alcuni studiosi le sue origini sarebbero dovute ad un tale Umbredo di Fuscaldo, uno dei primi feudatari attorno al 1100. Il suo centro storico conserva ancora alcune tracce della sua storia medievale e rinascimentale come il castello Spinelli, la Porta della Croce del XVI sec. e la chiesa matrice che custodisce non poche pregevoli opere d’arte. E poi Fuscaldo si è resa famosa per aver dato i natali a Vienna, la madre di san Francesco di Paola.

Paola: il suo toponimo deriverebbe dal nome del console romano Emilio Lucio Paolo. Ma chi la rese famosa nel mondo è quell’umilissimo frate francescano: Francesco che qui vi è nato e al quale è dedicato il santuario, una delle tappe della fede cristiana più frequentate nel mondo. Qui  vide la luce, appunto, san Francesco, nel 1416, che dopo aver condotto vita da eremita per diversi anni, fondò l’Ordine francescano dei Frati Minimi. Si dedicò alla preghiera e alla carità operante soprattutto in difesa dei più deboli. Si recò in Francia, inviato dal papa presso il re Luigi XI e qui rimase per venticinque anni e qui morì, a Tours, nel 1507. Il centro di Paola, che sorge su una altura verdeggiante ad appena 90 mt (s.l.m.) e parallela alla catena costiera, conserva molti edifici di pregevole fattura artistica, a parte il santuario francescano che custodisce testimonianze della vita del Santo e della sua venerazione. Sono da vedere l’antica chiesa di Sotterra di epoca bizantina; la Cappella Spinelli; la chiesa di Monte Vergine e quella del Rosario. Non di meno attrazione è la frazione marinara che offre notevoli infrastrutture balneari.

San Lucido: è nota soprattutto per aver dato i natali, nel 1744, al Cardinale Fabrizio Ruffo di Bagnara, quell’astuto uomo politico e tesoriere della Camera Apostolica. In antico, tra gli anfratti della sua collina, si rifugiarono i monaci basiliani ed uno di essi, Lucido, dovette dare il nome al primo nucleo abitativo. Da vedere i resti del castello. 

Falconara Albanese: è  chiara la sua origine dovuta alla presenza di falchi e ai profughi albanesi che qui si insediarono nel XV sec. La chiesa parrocchiale conserva numerose opere d’arte e da vedere è anche la Torre di Mesa nella vicina Torremezzo.

Fiumefreddo Bruzio: il suo toponimo è evidente che derivi dalle acque fredde del suo fiume. È il paese dell’Appennino Paolano che conserva uno dei centri storici più apprezzati della Calabria e non solo. Ma qui son da vedere i famosi “murales” di Salvatore Fiume impressi sui ruderi del castello. Numerose opere d’arte, poi, son ben conservate nelle tante chiese sparse per il centro.

Longobardi: deriverebbe dal germanico “long bart” – lunga barba”. E già, perché dopo una lunga serie di scorrerie per tutta la Penisola, alcuni coloni longobardi, appunto, all’epoca del re Liutprando, si fermarono da queste parti per non tornarsene più, visto che gli hanno dato anche il nome. Nel suo bel centro storico che sorge sulla collina a 325 mt. (s.l.m.), la chiesa della Tauriana del XII sec. conserva una famosa  tela del Fiammingo.

Belmonte Calabro: è un ameno paese collinare posto a 223 mt., immerso completamente nel verde ed è un po’ il faro per i pescatori del sottostante quartiere marinaro, in quanto su in collina, appunto, è eretta un’alta croce illuminata. Questa altro non è che l’imponente stele eretta in onore di Michele Bianchi (qui nato nel 1883 e morto a Roma nel 1930) primo segretario del Partito Fascista e Quadrunviro della Marcia. Da visitare, infine, i ruderi del castello e il Palazzo della Torre.

Finisce qui il nostro itinerario paolano: ho riferito poco sicuramente, ma altrettanto sicuramente certo di aver stimolato la curiosità e la consapevolezza che possediamo un prezioso patrimonio naturale e culturale a pochi passi. 

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