Oggi la "Giornata del ricordo" in memoria dei martiri delle foibe
- Written by Mirko Tassone
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“La storia è piena di crimini, ma molti crimini non fanno storia”. Una locuzione emblematica di quanto, accaduto, per anni, intorno alla tragedia delle Foibe, la strage d’italiani compiuta, tra il 1943 ed il 1947, dai partigiani comunisti del maresciallo Tito. Un atto preordinato di pulizia etnica con il quale si volle cancellare la presenza italiana in Istria e Dalmazia. Una tragedia segnata, inoltre, dall’esodo di ben 350 mila italiani costretti a lasciare i loro averi e la terra nella quale erano nati e cresciuti. Una vicenda dimenticata e colpevolmente taciuta, fino quando, dalle pieghe della storia, non sono riemersi i contorni di una vera e propria mattanza subita da oltre 10 mila persone, scaraventate e lasciate agonizzare nelle foibe. Una tragedia collettiva, costituita da tante storie individuali, da gesti di abiezione ed eroismo, da tanta crudeltà e poca misericordia.
Una tragedia, il cui ricordo, venne sollecitato, per la prima volta, nel 1996, quando, l’allora presidente della Camera dei deputati, Luciano Violante riconobbe che sugli eccidi dei partigiani di Tito, “per condiscendenza, alla storia scritta dai vincitori”, era calato il silenzio. Una vicenda “cancellata dalla memoria” del Paese fino a quando, nel 2004, con la legge 92, il Parlamento non ha istituito, per il 10 febbraio, la “Giornata del ricordo” in memoria dei martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata.
Una data non casuale, poiché il 10 febbraio rimanda al giorno in cui, nel 1947, con l’entrata in vigore del trattato di pace, Pola, Fiume, Zara e parte di Gorizia e Trieste vennero annesse alla Jugoslavia.
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