Canone idrico, il "Comitato di salute pubblica" di Pizzo chiede lumi al prefetto
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Il “Comitato di salute pubblica” di Pizzo, guidato dal presidente Giuseppe De Caria, ha inviato una lettera al prefetto di Vibo Valentia Giovanni Bruno, manifestando “tutta la propria insoddisfazione” per la risposta data dalla massima autorità governativa provinciale, in merito all'aumento del canone idrico 2014 da parte dell'esecutivo comunale guidato dal sindaco Gianluca Callipo. Questi i fatti. In data 25 agosto il presidente De Caria scrive al prefetto Bruno chiedendo “un incontro per avere spiegazioni certe e definitive, esortandolo ad attivarsi seriamente presso il primo cittadino al fine di porre chiarezza sulla questione idrica napitina”. Il 3 settembre scorso il prefetto invia una missiva al presidente del “Comitato di salute pubblica” dicendo che avendo interpellato il sindaco Callipo, che gli avrebbe risposto, secondo quanto riportato da De Caria, con le testuali parole: "l'esigenza di copertura delle spese del servizio idrico integrato è emersa in sede di redazione del bilancio di previsione 2014, approvato con i poteri della giunta dal commissario ad acta e successivamente dal consiglio comunale” asserendo inoltre che “non esiste nessun illecito arricchimento da parte del Comune di Pizzo in quanto i costi sostenuti non superano le entrate". La risposta non soddisfacendo il Comitato ha spinto il presidente dello stesso a riscrivere al prefetto. In data 1 Ottobre nella missiva del presidente De Caria veniva sottolineato che: “laddove il Comune di Pizzo comunica di aver aumentato le spese relative al ruolo 2014 del 63,55% per la copertura delle spese previste in bilancio, non specifica i motivi per i quali tali spese sono state aumentate, visto che il costo dell'acqua all'anno 2013, non è stato aumentato dal gestore Sorical e né tanto meno le spese di depurazione o di energia elettrica per il servizio”. De Caria inoltre, ha aggiunto: “riteniamo che la lettera sia stata una sorta di sviamento da parte del Comune per nascondere un chiaro indebito arricchimento su un tributo che dovrebbe coprire solo i costi sostenuti dall'Ente. Infatti nella missiva stessa, l'Ente comunale dichiara ‘i costi sostenuti non superano le entrate’, mentre dovrebbero essere le entrate di un tributo a non superare i costi sostenuti”. In conclusione il presidente del “Comitato di salute pubblica” ha chiesto al responsabile territoriale del governo di “intervenire nuovamente per chiarire definitivamente la vicenda allo scopo di tutelare i cittadini napitini sui quali graverà pesantemente il grosso carico tributario”.