Mongiana, tappa del procuratore e guardiano di San Rocco Costantino De Bellis
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Fratel Costantino De Bellis, procuratore e guardiano di San Rocco nonché fondatore dell'associazione europea Amici di San Rocco ha fatto tappa a Mongiana. Molti i fedeli del paese delle Reali Ferriere che hanno accolto il celebre fondatore, tra tutti il consigliere comunale Francesco Angilletta. «Nel periodo di visita ai gruppi "Amici di San Rocco" nelle comunità e regioni da me visitate nell'arco degli anni – ha detto Costantino De Bellis - , nelle mie meditazioni e catechesi ai vari gruppi , rileggendo la vita di San Rocco alla luce del Vangelo di Gesù, mi son soffermato a riflettere sulla sofferenza e afflizione che accompagnò la vita terrena del caro San Rocco allorché decise di lasciare gli agi, che il suo casato nobiliare gli riservavano, per intraprendere, da pellegrino, il cammino verso Roma. Ma la consolazione mi è giunta nel momento in cui ho ricordato una beatitudine proclamata da Gesù che in particolare ribalta totalmente il senso comune diffuso nel mondo: “Beati gli afflitti”. Questa beatitudine – ha spiegato - è presente nel Vangelo di Matteo 5,4: “Beati gli afflitti perché saranno consolati”; nel Vangelo di Luca 6,21: “Beati voi che ora piangete perché riderete”. Quindi Gesù proclama beati coloro che sono afflitti, Luca addirittura coloro che hanno gli occhi colmi di lacrime, perché questa loro sofferenza verrà tramutata in gioia. Ci troviamo di fronte ad un paradosso evangelico, di fronte ad una affermazione che ribalta completamente il buon senso che regge il mondo, il quale afferma invece che è felice proprio chi non ha motivi per essere triste, coloro i cui occhi non conoscono lacrime, e che dunque è bene cercare di vivere in modo da evitare il più possibile afflizione e lacrime. A dimostrazione che ciò che Gesù afferma e propone non è pura illusione ma la verità, c’è anzitutto la sua stessa vita che, terminata tragicamente nel pianto e nella afflizione della morte, si è invece presto rigenerata nella risurrezione. A confermarcelo c’è pure tutta la lunga storia della Chiesa da Lui fondata, la quale ha sempre preso molto sul serio le parole di Gesù. Per esempio dichiarando santi quei suoi membri migliori che, tra le tante virtù, hanno avuto sempre anche quella di sopportare con pazienza e fiducia molte afflizioni. Santi che sono stati dichiarati tali solo dopo che attraverso eventi miracolosi, hanno dimostrato che la loro vita aveva avuto davvero l’esito promesso nel Vangelo: essere entrati nella beatitudine divina. A questo punto ho ripensato alla vita di San Rocco alla luce di quanto detto sopra e mi son chiesto come sarebbe stata la sua esistenza se avesse seguito “ il buon senso” che regge il mondo e non il Vangelo. Sicuramente oggi nessuno avrebbe parlato di lui. Invece se ancora meditiamo sulla sua figura e lo veneriamo come Santo è perché ha vissuto in pieno il Vangelo di Gesù. Pensiamo l’afflizione di San Rocco nel vedersi cacciato dalla città di Piacenza perché appestato, dopo che aveva curato tanti nel locale lazzaretto della città; pensiamo la sua afflizione nel vedersi trattato da spia e ingiustamente messo in prigione per cinque anni. Pensiamo anche la consolazione, però, che il Signore gli ha concesso quando, nel bosco di Sarmato, gli ha inviato l’ Angelo, per curare la sua malattia o quando nella prigione lo stesso Angelo ha alleviato la sua solitudine, visita attestata dalla luce che sprigionava la cella di San Rocco in alcuni momenti e dalla tavoletta trovata sotto il suo guanciale che affermava che chiunque avesse invocato il nome di Rocco sarebbe stato guarito nella malattia. Con quanto coraggio e amore San Rocco ha sopportato e offerto le sue afflizioni al Signore. Afflizioni e lacrime che in una persona “amica” del Signore si trasformano in preghiera all’Altissimo. Indubbiamente – è stata la sua riflessione - è un mistero grande e stupefacente questo del dolore che si trasforma in gioia. Afflizione, tristezza, pianto. Per che cosa? Certamente per le malattie, per i dolori che ci toccano personalmente. Ma non basta, perché tutto ciò è già conseguenza. Quella afflizione di cui parla il Vangelo nasce invece dal risalire fino all’origine di quei dolori. Giungere, cioè, a provare pena e rincrescimento in seguito alla presa di coscienza che il peggiore dei mali, quello dal quale poi tutti derivano, è uno solo: ed è il peccato. Cioè è il rifiuto di Dio, la chiusura totale o parziale a Lui, è il non corrispondere all’amore che egli nutre per ogni uomo. E’ capire la grandezza straordinaria del nostro essere uomini, quella di essere chiamati, da creature, a condividere per l’eternità la vita stessa del Creatore in una beatitudine d’amore senza fine. Ma nello stesso tempo avere la percezione dell’abisso che fra noi è frapposto, abisso di debolezza, di limiti, di paure, di tentazioni, di cadute che premono da ogni dove e che rendono la vita difficile e assai spesso dolorosa. Una voragine profondissima che solo la misericordia divina può colmare. Misericordia che tuttavia, dato il grande rispetto che Dio ha per la nostra libertà, richiede almeno qualche briciola di presa di coscienza quale appunto una afflizione del cuore può esprimere. Agli affaticati, agli stanchi Gesù propone non solo di andare a Lui ma anche di “prendere la propria croce” e di seguirlo, promettendo però che quel giogo sarà “soave” e quel carico “leggero”. E’ il coraggio non solo di piangere per il male nostro e del mondo, ma di caricarselo sulle spalle però non per esserne distrutti, come avverrebbe invece se contassimo solo sulle nostre forze. E’ alla maniera di Gesù che quel carico diventa “soave” e “leggero”, e questo perché è l’amore di cui è intriso che lo trasforma da masochismo patologico in possibilità di redenzione e di vita. San Rocco si fece carico delle sofferenze degli appestati che incontrava lungo il suo cammino, fino a farsi prossimo per loro e con loro nella malattia. Ma quella malattia era segno del grande amore per Dio e di Dio per gli uomini fino a trasformarsi in lui in redenzione e vita beata. Buon cammino Amici di San Rocco e pregate per me» Nell'occasione della visita di Fratel Costantino anche a Mongiana nascerà il gruppo “Amici di San Rocco”. Un grazie sentito da parte dei fedeli va al parroco don Martin Grogue e al comitato feste San Rocco del paese delle Reali ferriere guidata dal vice presidente Vincenzo Ierace. All'incontro erano presenti il responsabile regionale degli amici di San Rocco prof Arcangelo Carri e una delegazione degli amici di San Rocco di San Costantino VV guidata dal presidente Antonio Deluca .