Fondazione Campanella, Abramo: "Regione e Università salvino il polo oncologico"
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“Regione e Università anticipino le decisioni del tribunale, presentino subito una proposta di salvataggio e rilancio della Fondazione Campanella. Soprattutto il socio debitore, la Regione, faccia la sua parte, garantisca le risorse in base agli impegni già assunti. Si eviti ad ogni costo che la nomina del liquidatore chiuda per sempre la possibilità di salvare il polo oncologico”. E’ questo l’ennesimo, drammatico appello che il sindaco di Catanzaro Sergio Abramo ha lanciato al presidente della giunta regionale Mario Oliverio e al rettore dell’Università Aldo Quattrone per evitare quella che definisce “una catastrofe per il sistema sanitario calabrese”. “Regione e Università – sostiene Abramo - sono i soci fondatori della Campanella e non possono tirarsi fuori, quasi che la vicenda non li riguardi, lasciando che sia la magistratura ad occuparsene. Occorre in prima battuta evitare che si arrivi alla nomina, da parte del tribunale, di un liquidatore giudiziale che inevitabilmente avrebbe solo il compito di accompagnare alla definitiva estinzione la Fondazione. Bisogna fare presto perché ad aprile saranno esecutivi i licenziamenti. Regione e Università possono ancora esperire l’ultimo tentativo”. Ad avviso del primo cittadino della città capoluogo di Regione, “c’è ancora la possibilità di salvare il salvabile, a patto che ci sia una concreta volontà. Se si evita la nomina del liquidatore, si può ancora sperare di traghettare la Fondazione verso lidi più tranquilli, attraverso la definizione dei contenziosi e la predisposizione di un piano industriale di rilancio della struttura, agganciandolo alle reali esigenze del sistema sanitario calabrese. A quel punto, anche il provvedimento di estinzione adottato, come atto dovuto, dal prefetto, potrebbe essere superato. Una Fondazione Campanella risanata e rilanciata, con un atto di responsabilità dei soci, diventerebbe lo strumento indispensabile per realizzare una seria politica di assistenza sanitaria e di ricerca scientifica nel campo oncologico. A quel punto – aggiunge - occorrerebbe solo regolamentare in maniera seria e rigorosa i rapporti tra la Fondazione Campanella, la Regione Calabria e l’Università, con la definizione dei posti letto e delle prestazioni da erogare, individuando i meccanismi per l’occupazione del personale. Regione e Università dicano chiaramente se intendono impegnarsi su questo fronte oppure intendono solo fare i notai della morte del polo oncologico. Mi aspetto questa assunzione di responsabilità da parte dei soci fondatori – conclude Abramo - perché ogni giorno perso può rivelarsi fatale per la Fondazione, per i suoi dipendenti, per centinaia di ammalati”.
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