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La Commissione Toponomastica valuta il caso Andreacchi

SERRA SAN BRUNO - A sentire gli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci era già in programma. Quindi, secondo questa versione, non ci sarebbe stata nessuna velocizzazione a seguito delle recenti polemiche a mezzo stampa. Sta di fatto che la Commissione Toponomastica, presieduta da Vincenzo De Caria, è stata convocata per mercoledì 25, alle ore 11, per avviare quei lavori a cui il sindaco Bruno Rosi aveva accennato lo scorso 15 febbraio durante la presentazione del libro di Bettino Craxi. In valutazione ci sarà anche la possibilità di intitolare una via a Pasquale Andreacchi, il giovane barbaramente ucciso e dato in pasto agli animali del bosco. Se ci fosse il via libera da parte della Commissione, il passo successivo sarebbe quello di sottoporre all’attenzione della Prefettura il caso, considerato che non sono ancora decorsi 10 anni dalla scomparsa del “gigante buono” che amava i cavalli.

Eclissi solare, ecco com’è stata a Serra

E’ una testimonianza straordinaria, forse storica quella inviataci da Raffaele Timpano. Si tratta di una foto scattata con una tecnica particolare alle 10.35 nella cittadina della Certosa – precisamente in via dei Tigli - che documenta l’oscuramento del sole da parte della luna. Si rammenta che è sconsigliato osservare il fenomeno ad occhio nudo.

Serre, l’Unione è lo scenario più praticabile

Il dibattito è stato ampio e continuerà ancora. Alcuni dati, però, sono già emersi e bisogna prenderne atto. Occorre ammetterlo, capirlo e andare avanti sui cammini che sono realmente percorribili, rinviando al futuro i progetti più ambiziosi. Innanzitutto, gli “steccati” che sembrano ostacolare la Fusione fra i Comuni di Serra San Bruno, Spadola, Brognaturo, Simbario e Mongiana non sono di carattere politico in senso stretto, sono di carattere culturale. Anzi, sono un fatto di mentalità. La classe dirigente che governa questi centri non è pronta a costituire un unico Comune: forse si ha timore di perdere spazi di manovra o forse si ha paura che le popolazioni non gradiscano un piano che è comunque allo stato embrionale. Eppure sarebbe semplice superare questa perplessità; basterebbe approfondire pubblicamente la questione, informare le imprese, i lavoratori e  le loro famiglie, chiedere a quei cittadini che spesso dimostrano una maturità superiore rispetto a chi li guida. Nessun “dietro le quinte”, tutto con la massima trasparenza. Soprattutto si deve guardare oltre, comprendendo che nella società moderna non si può rimanere attaccati a vecchie idee e non si può essere “concorrenziali”  cristallizzandosi  in ambiti che – pur con altre problematiche e in un contesto diverso - in  una metropoli corrispondono ad un singolo condominio. L’idea di Bruno Rosi di convocare i sindaci non è da gettare alle ortiche, piuttosto serve a rompere il ghiaccio e ad avviare un confronto ravvicinato. Probabilmente sarà utile a chiarire anche vecchie incomprensioni e ad aprire un vero dialogo istituzionale di cui, francamente, si fa fatica a trovare le tracce negli ultimi anni. E questo è stato uno sbaglio dei vertici politici ed amministrativi delle Serre. I capi degli esecutivi devono ora mettere da parte le contorte strategie solitamente presenti nel comprensorio montano e trovare punti condivisi. L’Unione può essere una soluzione, si può partire dall’organizzazione dei servizi e verificare sul campo i primi benefici.

Call center, la Abramo pronta a ritirare l’offerta

La Abramo Customer Care sarebbe pronta a ritirare l’offerta per l’acquisizione del ramo lametino di Infocontact. Lo si apprende da interlocuzioni incrociate con le forze sindacali e gli operatori del call center di via Catanzaro. La decisione deriverebbe dall’intenzione dei sindacati di non siglare alcun accordo, vista la rigidità delle posizioni della controparte che imporrebbe tagli severi prevedendo, peraltro, la chiusura delle sedi periferiche di Serra San Bruno e Stefanaconi. È caos, dunque, perché con uno scenario del genere si va verso la dichiarazione di fallimento. Difficile, anche in caso di riapertura dell’asta, che si presentino nuovi acquirenti. Rabbia e disperazione fra i lavoratori, delusi da una trattativa mai decollata e da quella che interpretano come un’assenza di sensibilità da parte delle diverse Istituzioni.

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