Attenzione
  • JUser: :_load: non è stato possibile caricare l'utente con ID: 983

La politica, lo Stato e i cittadini: entità diverse eppure uguali

Dovrebbero avere la stessa finalità: quella di tutelare gli interessi di tutti i cittadini. Invece, per dirla con Franco Cavallaro, a volte gli interessi salvaguardati sono solo quelli propri o dei “compari”. Il rapporto fra la politica e lo Stato pare assumere negli ultimi anni dei connotati di conflittualità che agli occhi della comunità diventano segnali di una sfida fra entità diverse. Il cittadino – che non si riconosce né nella politica e né nello Stato - si sente sempre meno coinvolto in una vita democratica che si occupa spesso di problemi astratti e non della quotidianità. Si percepisce una distanza siderale fra chi frequenta i silenti palazzi del potere e chi abita in un alloggio modesto “riempito” dal pianto dei bimbi. Il punto è la percezione della realtà: se non ci si ferma nelle strade, fra i disoccupati, nei ristoranti sempre più vuoti e nei discount sempre più pieni, nelle chiese in cui la preghiera che allevia la disperazione supera gli effetti della secolarizzazione, negli asili e nelle scuole dove i detersivi e la carta igienica li comprano i genitori, non si capisce il disagio della gente. Si pensa a candidature e a carriere, non a come favorire la crescita delle imprese o l’aumento dei posti di lavoro. Non è una questione di destra o di sinistra: i buoni non stanno da una parte e i cattivi dall’altra, piuttosto va cambiata la mentalità di una generazione che ha smesso di lottare per davvero e si arrende troppo facilmente. I lavoratori del call center hanno timore di occupare la sede e addirittura di astenersi dalle attività lavorative perché “rischiano il licenziamento”. Come se quel posto precario fosse blindato e non appeso ad un sottilissimo filo.

Il sistema non è più credibile. Negli ultimi anni abbiamo visto sfilare commissioni d’accesso in Comuni dove poi i componenti delle amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose si ricandidano e rivincono, sindaci uscenti che non riescono a proporre uno straccio di lista, prefetti che “picconano” in stile Cossiga e politici che, per questo, si sentono lesi e contrattaccano a modo loro. È la Calabria del caos; delle tasse portate alle stelle per pagare i vecchi debiti della Sanità e degli ospedali vetusti, chiusi o riconvertiti; dei governatori decaduti, dimessi, candidati (in altre competizioni) e “giocati” dai loro assessori e  di quelli che non riescono a fare una giunta completa dopo tre mesi e mezzo dalle elezioni. È la regione dei calabresi che partono e dei migranti che arrivano, dei vicepresidenti del Consiglio assassinati e dei presidenti di quell’assise minacciati di morte. Così non va, non c’è futuro. Non va la classe dirigente che governa, non va la base della società che sceglie i suoi rappresentanti e che agisce, in proporzione, come loro. I valori sono sbiaditi, le idee sfuocate. O si cambia o si muore.

Fusione nelle Serre, favorevole il sindaco di Brognaturo

Si levano voci di condivisione rispetto al progetto di fusione dei Comuni di Serra San Bruno, Simbario, Spadola e Brognaturo. Ed è proprio il sindaco di quest’ultimo centro, Pino Iennarella, che spezza una lancia per un’idea innovativa che apre scenari nuovi. “Ben venga questa opportunità – spiega il primo cittadino – perché abbiamo solo da guadagnarci. Sono nettamente favorevole. Diventare un Comune che sfiora i 10 mila abitanti, dalle grandi prospettive e dalle grandi potenzialità, significa stare al passo con i tempi. Aumenterebbe enormemente il nostro potere contrattuale sia dal punto di vista economico che da quello politico”. Si percepisce una certa affinità con il pensiero del collega Bruno Rosi, poiché anche Iennarella guarda con attenzione alla possibilità di “armonizzare il corretto utilizzo del patrimonio boschivo” e ai “vantaggi” di carattere finanziario. Dover gestire “un territorio vastissimo” comporta, però, notevoli responsabilità e richiede una classe dirigente all’altezza. “Chi amministrerà – sottolinea al proposito Iennarella – dovrà capire le esigenze di tutta la popolazione ed ecco perché ritengo di considerevole rilevanza la fase dell’informazione che dovrebbe precedere il referendum”. Su questo aspetto, il sindaco del piccolo paese montano insiste e specifica che “sarebbero necessari diversi seminari per consentire ai cittadini di discutere e per comprendere cosa si aspettano e cosa vorrebbero realizzare. La base di ogni ragionamento deve essere che il territorio appartiene ad ogni cittadino”. Indispensabili diventano dunque la costituzione di “comitati promotori” e le “attività delle associazioni” che dovrebbero accompagnare questo processo. Al momento, anche a causa della distanza, non sembra rientrare nei piani il coinvolgimento di Mongiana, Fabrizia e Nardodipace.

Call center, altro rinvio: speranze quasi nulle

SERRA SAN BRUNO – Ennesimo nulla di fatto per la vertenza Infocontact. Ancora un rinvio del Tavolo al Mise e ora rasenta l’impossibile l’impresa di continuare ad operare dei lavoratori del call center di via Catanzaro.  I sindacati e l’acquirente non sono riusciti a portare avanti nemmeno di un centimetro la trattativa. La Abramo Customer Care non cambia idea: vuole ottimizzare le risorse e nel nuovo piano non c’è spazio per i centri periferici di Serra e Stefanaconi. Dunque, strada sbarrata. I lavoratori sembrano destinati a tornare a casa, perché è improponibile uno spostamento su Lamezia, viste le conseguenti ripercussioni economiche. Si profila una sconfitta per il territorio vibonese che sta per perdere posti di lavoro essenziali per un’economia asfittica. L’11 marzo sarà fatto l’ultimo tentativo, ma tutto pare ormai perso.

Rosi: “La fusione fra Serra, Spadola, Brognaturo e Simbario è un percorso da attuare”

L’idea di una fusione fra Comuni lanciata dal Redattore è entrata di forza nell’agenda politica di diversi amministratori calabresi. E dopo Giuseppe Pitaro e Gregorio Tino, è Bruno Rosi ad esprimersi in merito, riconoscendo i benefici generati da un’operazione di aggregazione. Il primo cittadino ha intenzione di muoversi subito predisponendo i passaggi necessari per allargare l’area della condivisione e per costruire qualcosa di concreto. Ad essere parte attiva, oltre a quello di Serra San Bruno, sarebbero i Comuni di Spadola, Brognaturo e Simbario. È una prospettiva quasi naturale: un pugno di chilometri separa i loro centri storici; le loro tradizioni e la loro cultura si sovrappongono e si intersecano; la popolazione complessiva è di poco meno di 10 mila abitanti. Gli obiettivi da raggiungere, che sono quelli di “ottimizzare la gestione dei servizi” e di ottenere più congrui “trasferimenti erariali”, paiono poter prevalere sulle rinunce in termini di autonomia, che sono considerate marginali. “Già in precedenti occasioni – afferma il capo dell’esecutivo della cittadina della Certosa – avevo avviato una discussione preliminare su questo argomento con i sindaci di Spadola e Brognaturo, ora quel discorso può essere ripreso”. I tempi sembrano maturi e Rosi sostiene di avere l’intenzione di farsi “promotore di un nuovo incontro, coinvolgendo anche il sindaco di Simbario, per verificare la sussistenza dell’effettiva volontà in questo senso, per adottare idonee iniziative per informare le comunità ricadenti in questo ambito e per approfondire il pensiero dei cittadini”. Nella fattispecie del comprensorio delle Serre vibonesi ci sono poi rilevanti aspetti specifici perché, come spiega Rosi, “la fusione ci consentirebbe di adottare efficaci strumenti per avviare un vero ed armonico sviluppo del territorio e, in particolare, per valorizzare e sfruttare correttamente l’immenso patrimonio boschivo”. Le ricadute, dal punto di vista economico, sarebbero dunque consistenti visto che ai risparmi derivanti dalla riduzione dei costi di amministrazione si sommerebbero potenziali forme di guadagno scaturenti dall’attuazione coordinata di piani di crescita. Maggiori risorse che potrebbero trasformarsi in un migliore funzionamento degli Enti (o meglio, a quel punto, dell’Ente), in più occasioni per il rafforzamento dell’apparato produttivo e per la creazione di posti di lavoro.

Subscribe to this RSS feed