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Irto: "Rilanciare l'ospedale di Melito Porto Salvo"

“Un documento condiviso da sottoporre, nel corso di un incontro ad hoc, al presidente della giunta regionale Oliverio, frutto di una valutazione sinergica tra direzione sanitaria, amministratori locali, medici e forze sindacali, per mettere a punto le criticità e le priorità dell’ospedale Tiberio Evoli e consentirgli, così, di uscire dalla situazione di stallo e di emergenza nella quale si trova”. È questo l’invito che il consigliere regionale, nonché presidente della IV commissione consiliare, Nicola Irto ha rivolto questa mattina incontrando il direttore sanitario dell’ospedale di Melito Porto Salvo, il personale medico ed infermieristico e gli amministratori locali. “Non sono venuto qui né per fare facili promesse né per fare passerella – ha aggiunto Irto – ma per raccogliere le istanze del territorio e dopo aver acquisito l’attenzione e la disponibilità del presidente Oliverio, nella consapevolezza di una situazione pesante della sanità calabrese, di cui la realtà di Melito, è una fotografia eloquente. L’azione di rilancio del Tiberio Evoli, che ha anche una sua storia e tradizione da salvaguardare, va pensata nell’ottica complessiva di una rivisitazione della sanità calabrese, ed in particolare delle necessità del territorio provinciale. La politica calabrese - ha asserito Irto - in questo settore, ha fallito ed è proprio da questo dato che dobbiamo ripartire con la ferma convinzione che si tratta di una battaglia civile e non di colore politico, nella quale siamo tutti impegnati”. Nel corso dell’incontro, che si è concluso con la visita di alcuni reparti del Tiberio Evoli, sono stati sottoposti a Nicola Irto alcune carenze strutturali, tra cui quelle legate al Centro Trasfusionale, alla Radiologia ed alla Cardiologia. “Serve un approccio tecnico-politico ed economico - ha concluso Irto - servono scelte di responsabilità condivise e sinergiche, azioni decise che permettano di ripristinare la normalità e lasciarsi alle spalle l’emergenza dando risposte al popolo calabrese a garanzia della tutela della salute e della dignità della persona. Rilanciare la sanità di casa nostra è uno sforzo impegnativo, dal quale non possiamo sottrarci, e che quanto più sarà condiviso, tanto più diventerà possibile”.

 

Giovanna Cusumano: “Rispettare il criterio della rappresentanza femminile nelle giunte”

“Non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Mai fu così calzante questa massima come nel caso dell’inascoltata prescrizione sulla necessità della rappresentanza femminile nella composizione degli organi di governo, stabilita dalla legge 215 del 2012 e dalla Legge del Rio (n. 56 del 2014) che si spinge oltre, fissando precise percentuali, più volte ribadita da una serie di sentenze del Tar Calabria”. E’ quanto afferma la presidente della Commissione regionale per le Pari Opportunità Giovanna Cusumano che “censura in Calabria comportamenti poco rispettosi del principio della parità di genere nella composizione delle Giunte degli enti locali. Lo avevamo segnalato prima dell’avvento di una specifica normativa statale e di una serie di pronunce giurisdizionali che, oltre a far storia, hanno sancito una netta inversione di rotta nella percezione di un’esigenza diffusa della rappresentatività femminile. Anche il consiglio regionale, votando l’emendamento che introduce l’obbligo di rispettare, almeno nella misura del 30 per cento, la rappresentanza di genere nella composizione della giunta regionale, ha innovato il settore caratterizzando la riforma dello Statuto nel segno della parità di genere.  La legge Delrio – ricorda la Cusumano - stabilisce che ‘Nelle giunte e nei Comuni con popolazione superiore ai 3.000 abitanti nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 40%’. Ebbene, nella nostra regione - stigmatizza la presidente della CRPO - si continuano a formare giunte comunali (Catanzaro) e provinciali (Reggio Calabria), nella palese e continua violazione di tale principio. Mi chiedo allora, arrivati a questo punto, che valore ha una legge in Italia se poi, in molti casi, rimane lettera morta? E’ accaduto recentemente nella composizione della giunta comunale di Catanzaro, città capoluogo; si è ripetuto in occasione del rimpasto della giunta alla Provincia di Reggio Calabria, operato dal presidente Giuseppe Raffa che ha escluso in toto le donne. E tutto questo nonostante le nostre reiterate sollecitazioni ed i nostri accorati appelli. Occorrerà anche nella fattispecie dell’amministrazione provinciale della città dello Stretto adire l’autorità giudiziaria per vedere finalmente attuata una legge dello Stato? Come peraltro è già avvenuto per le quattro giunte comunali azzerate per palese inferiorità numerica femminile. E’ doveroso rammentare - sottolinea Cusumano - che le condizioni di arretratezza della nostra regione sono da ricondurre anche all’esclusione delle donne dai processi decisionali ed alla loro oggettiva impossibilità a concorrere alle scelte fondamentali della Regione, delle Province e dei Comuni. La mancata rappresentatività si è concretizzata nella privazione di contributi indispensabili. Il principio della democrazia paritaria rappresenta una conquista storica frutto di una grande battaglia sociale, civile e culturale per la quale continueremo a lottare senza sosta,  con tenacia. “Alla luce di queste oggettive valutazioni e del reiterarsi di comportamenti offensivi di questo principio – conclude la Cusumano - diffido il presidente della Provincia di Reggio Calabria Giuseppe Raffa a rimodulare con solerzia la composizione della Giunta da lui guidata. In caso contrario sarò costretta ad adire le vie legali”.

 

Battaglia ad Oliverio: “Intervenire subito sul pagamento dei forestali”

Il consigliere regionale Domenico Battaglia ha trasmesso una missiva al governatore Mario Oliverio “per sottoporre alla sua attenzione la problematica relativa al grave ritardo nel pagamento delle mensilità spettanti ai circa 8000 operai idraulico-forestali della Regione Calabria”. Lo riferisce una nota diffusa dall’ufficio stampa di palazzo Campanella. “Ad oggi - ricorda Battaglia - sono ben quattro le mensilità arretrate compresa la tredicesima. Gli operai in questione subiscono continui ritardi nell’erogazione degli stipendi con ripercussioni negative sui bilanci familiari, considerato che gran parte delle famiglie sono monoreddito e si trovano ad affrontare molte difficoltà. Il comparto forestale ha rappresentato e rappresenta per un territorio come quello calabrese, coperto per circa il 40% da bosco, una risorsa primaria per l’economia della regione sia sotto l’aspetto della gestione delle foreste in generale e di quelle demaniali che dal punto di vista della difesa del suolo attraverso l’impiego della manodopera forestale. Il settore della forestazione al momento – spiega Battaglia - versa in uno stato di precarietà in quanto manca un’organizzazione efficiente e produttiva mentre vi è la necessità di elaborare e portare avanti politiche di prevenzione e di protezione dagli incendi boschivi, che ad oggi costituiscono una grave minaccia per il bosco, per il paesaggio e per l’ambiente in generale, e  di valorizzazione del territorio montano e collinare in grado di promuovere quelle attività connesse alla foresta ed all’economia dei territori, fare da supporto allo sviluppo turistico delle aree montane e riavviare l’attività boschiva anche mediante il coinvolgimento degli operatori privati”. Secondo Battaglia “occorre mettere a punto strategie e politiche prospettando e proponendo le nuove tecniche dell’ingegneria naturalistica, l’utilizzo della moderna meccanizzazione forestale, una produzione vivaistica di qualità in grado di valorizzare le essenze autoctone, come ad esempio l’abete bianco che resiste bene alle piogge acide e ad oggi poco utilizzato. E’ altrettanto necessario  - continua l’esponente del Pd - fare in modo che l’impiego degli operai forestali, oltre ad essere produttivo ed efficace, venga svolto con razionalità e regole precise, tali da garantire i risultati attesi e nel contempo evitare l’insorgere di possibili contenziosi attraverso nuove procedure per la redazione dei progetti e per la loro corretta esecuzione e prevedendo un controllo sistematico degli atti tecnici e dei cantieri. Il suo intervento sulle linee programmatiche in Consiglio – dice Battaglia ad Oliverio - è chiaro e ci trova in piena sintonia sul piano dell’azione da parte del governo regionale. Le chiedo, pertanto, di intervenire, con urgenza, presso gli organismi competenti, al fine di risolvere la problematica del mancato pagamento degli emolumenti arretrati in favore degli operai idraulico forestali della Regione Calabria”.

 

La Craxi e quella telefonata di Minniti: il volto nascosto della storia

SERRA SAN BRUNO - Qualche lacrima al momento del video in cui il padre difende la sua voglia di libertà, poi la determinazione ed il carattere che inesorabilmente emergono quando si tratta di rivendicare un operato “nell’interesse della collettività”. Stefania Craxi, giunta nella cittadina della Certosa per presentare il libro “Io parlo, e continuerò a parlare”, mostra sincera commozione, ma anche l’orgoglio di essere la figlia di un uomo che “non avrebbe mai consentito di svendere le aziende di Stato agli amici degli amici” né “la speculazione” che rischia di affossare una nazione. Legge una lettera di Silvio Berlusconi, “unico leader politico ad aver risposto” ad un suo invito per le celebrazioni ad Hammamet, accenna ad un’Europa che sta diventando “un inferno” o, nella migliore delle ipotesi, “un limbo”, rivisita “il finanziamento illecito ai partiti”, ricorda l’esilio di Bettino che fu “una scelta volontaria di ribellarsi a chi lo voleva vinto ed umiliato”. Soprattutto affonda i colpi quando critica “una sinistra che non riesce a fare i conti con mio padre” e quando rinfaccia la telefonata di Marco Minniti per conto di Massimo D’Alema che il 19 gennaio 2000 offriva i funerali di Stato per Bettino Craxi. Offerta rigettata al mittente e da cui scaturisce una domanda che da allora attende di porre all’interlocutore: “se Craxi aveva diritto ai funerali di Stato perché non aveva diritto a curarsi nel suo Paese da uomo libero?”. Più pacato il ragionamento sulla necessità della centralità dei partiti, un tempo compagini dai molteplici ruoli in quanto “selettori della classe dirigente, mezzi che consentivano a tanti figli di nessuno di allearsi e diventare qualcuno, strumenti di partecipazione al processo decisionale e di formazione del senso di comunità”.

Durante la manifestazione moderata da Pietro Melia, il sindaco Bruno Rosi lascia intravedere l’intitolazione di una via a quello che il componente della Fondazione Craxi, Nicola Carnovale, definisce come “l’ultimo grande statista che ha avuto la Repubblica italiana” e che il coordinatore provinciale di Forza Italia Mimmo Arena apprezza come “politico lungimirante” che ha capito in anticipo “gli effetti della finanza sulla politica e sulla democrazia”. Legato all’attuale assetto politico ed istituzionale è l’intervento di Nazzareno Salerno che lega “l’assenza della politica” al sistema elettorale che produce “parlamentari nominati”, che in quanto tali si allontanano “dal territorio”, e si schiera contro ogni forma di “giustizialismo”. Nel volume di Craxi il consigliere regionale azzurro vede “una riflessione attenta di un uomo che ha amato il suo Paese ed ha guardato oltre” e che era diverso da tanti politici che oggi si trasformano in dei “muri” rispetto alle esigenze della gente.

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