Acqua, Mirko Tassone attacca Rosi: “Concentrati sulle poltrone e non sui problemi”
“Ora è ancor più urgente e necessario procedere al distacco immediato da Sorical”. Va subito al dunque Mirko Tassone che vede la situazione complicarsi anziché risolversi e, vista la rilevanza della tematica, insiste sull’esigenza di adottare gli opportuni provvedimenti con rapidità. “Alla luce delle risultanze investigative emerse nell’ambito del nuovo filone d’inchiesta (“Acqua sporca 2”) che riguarda l’invaso dell’Alaco e la fornitura idrica ai cittadini – spiega il consigliere d’opposizione - l’amministrazione comunale non può continuare a fare come lo struzzo e mettere la testa sotto terra per non vedere il problema. Il problema esiste e va affrontato e risolto, tanto più, che da quanto si è appreso le acque dell’Alaco non sarebbero mai state, neppure, classificate. Un fatto inquietante che la dice lunga sulla qualità di un liquido che i cittadini pagano a caro prezzo come acqua potabile”. L’esponente di “Al lavoro per il cambiamento” chiama alle proprie responsabilità gli inquilini del palazzo municipale di piazza Carmelo Tucci e ricorda “le tante promesse non mantenute dal sindaco Rosi” ed, in particolare, ricorda che il capo della giunta “in campagna elettorale aveva promesso, addirittura, la trasformazione dei boscaioli in rabdomanti, pur di trovare l’acqua necessaria a staccarsi da Sorical”. La critica viene condita con un pizzico d’ironia ed infatti Tassone sostiene che “andato evidentemente in fumo il corso di formazione e la conseguente riconversione professionale dei taglialegna in cercatori d’acqua, il sindaco aveva promesso, nientepopodimeno che l'accensione di un mutuo di, udite, udite, un milione di euro che avrebbe permesso di risolvere definitivamente il problema”. Ma preso dalla “diuturna opera di fare e disfare la giunta, il sindaco deve essersi distratto, salvo tirare fuori dal sempre più striminzito cilindro d’illusionista, il famigerato connubio comune – regione”. A questo punto, il rappresentante della minoranza opera una breve cronistoria e rammenta che Rosi aveva annunciato “urbi et orbi, che grazie ad un finanziamento regionale di 250 mila euro, avrebbe superato le criticità” senza dimenticare di precisare che “rispetto al milione promesso, mancavano all’appello 750 mila euro”. Qui arriva un nuovo affondo perché “cammin facendo, anche i 250 mila euro si sono persi nel porto delle nebbie di un’amministrazione sempre più interessata a mantenere le poltrone che a governare Serra”. E se Tassone non nutre speranze rispetto ad “su un sussulto improvviso che induca il sindaco e la sua maggioranza a procedere all’immediato distacco da Sorical” sente però “il dovere civile d’invitare l’amministrazione a compiere un passo necessario per tutelare la salute dei cittadini”. D’altra parte, “la strada da percorre l’avevamo indicata, anni or sono, quando all’indomani del suo insediamento avevamo invitato il sindaco Rosi a far censire i pozzi comunali in disuso, riattivare le sorgenti inutilizzate, procedere al un graduale recupero della rete idrica danneggiata onde evitare la dispersione e lo spreco d’acqua, al fine di recuperare l’autosufficienza necessaria per interrompere la dipendenza da Sorical”. Dal singolo caso Tassone passa ad una riflessione più generale e nella convinzione che “Serra avrebbe avuto bisogno di un’amministrazione comunale e non di una sua parodia” rilancia la sua tesi chiarendo che “quella guidata dal sindaco Rosi più che un’amministrazione moribonda è un’amministrazione mai nata, uno di quegli scherzi che la politica può partorire soltanto alle nostre latitudini”. Con amarezza, conclude che “poco o nulla ci si può aspettare da una giunta guidata da un timoniere che nella migliore delle ipotesi, forse, avrebbe dovuto e potuto fare l’aiuto mozzo”.