Pubblicata l’opera omnia di Antonio Guarasci

Ha visto la luce finalmente a cura del prof. Giuseppe Trebisacce l’Opera Omnia di Antonio Guarasci, storico, letterato e libero docente di Storia del Risorgimento, che fu il primo presidente della Giunta Regionale della Calabria (1970- 1974), sempre attento ad approfondire il movimento cattolico a Cosenza, in Calabria e non solo, in prossimità del centenario della sua nascita avvenuta a Rogliano il 7 maggio 1918, e poi tragicamente scomparso il 2 ottobre 1974, mentre si recava a Roma per motivi istituzionali.

Si tratta degli Scritti storici, politici e di cultura,pubblicati a Rende, dalla Jonia Editrice ed inseriti nella Collana ”Mezzogiorno – Scuola –educazione” ( diretta da Brunella Serpe e Giuseppe Trebisacce), apparsi prevalentemente sulla Rivista “ Cronache Calabresi”, che Trebisacce, Presidente della Fondazione Guarasci, e professore ordinario di Pedagogia nell’Università della Calabria e in altri atenei italiani e stranieri, ha raccolto in due accurati volumi: il primo di 626 pagine e il secondo di 828 pagine, tracciando nell’introduzione un preciso profilo biografico dell’autore.  

 Ricordato che Guarasci, dopo aver conseguito nel 1940 il diploma nel Liceo Telesio di Cosenza, fu inviato in Africa, e nel 1942 partecipò alla battaglia di El Alamein. Fatto prigioniero, venne poi trasferito in un campo di prigionia a Seattle. Tornato in Italia nel 1946, si laureò in filosofia nell’Università di Roma ed aderì alla Democrazia Cristiana, diventando consigliere provinciale nel 1952 e presidente della provincia di Cosenza nel 1962, prima Giunta di centrosinistra del Meridione, la terza in Italia dopo quelle di Milano e Genova, precorrendo i tempi di ciò che sarebbe avvenuto a livello nazionale.

 Insegnò nel Liceo della sua terra natia e  fu libero docente  di Storia del Risorgimento nel corsi di materia letterarie nell’Università di Lecce, nata come istituto autonomo nel 1955 e statalizzata nell’anno accademico 1967-68. Nel 1970 divenne il primo presidente della regione Calabria.

 Guarasci viene illustrato  non solo come “ L’uomo di scuola”; “ Lo Storico”; “ Il Politico”, ma anche nel suo “ rapporto con i giovani e il sui lascito sociale”, elementi tutti, che trovano ampio riscontro nei testi raccolti nell’Opera omnia. 

 Il primo tomo si articola in XIV capitoli, che evidenziano i tratti salienti di don Carlo De Cardona (1871- 1958) e il movimento cattolico a Cosenza (1898-1906); la città dei Bruzi dal 1849 al 1860; La Calabria negli ultimi cent’anni [1860-1960]; La Sila nel Risorgimento 1709-1847; La questione meridionale dalle origini al secondo dopoguerra; Fra Bernardo da Rogliano (1519-1602) e gli Agostiniani di Collereto; Il Giobertismo in Calabria dopo l’Unità; Il movimento cattolico a  Cosenza ai tempi dell’arcivescovo Camillo Sorgente (1874-1911); Le inchieste sul mezzogiorno e in Calabria; I Domanico: agli albori del Cattolicesimo politico e del Socialismo in Calabria, dove si valutano  la questione religiosa posta da Domenico e il socialista rivoluzionario Giovanni (1855-1919) e il suo processo politico; I Cattolici italiani dopo l’Unità, a partire dal Movimento Cattolico, e proseguendo con Giolitti e i Cattolici; don Luigi Sturzo e la questione meridionale e Antonio Gramsci e i popolari; La Calabria nell’età della Restaurazione, e in fine Politica e società in Calabria dal Risorgimento alla Repubblica con particolare riferimento al Collegio di Rogliano.

Nel secondo tomo troviamo un’immensa miniera di fatti, notizie, recensioni, commenti e valutazioni ad ampio raggio, dove sono riportati discorsi, recensioni ed articoli di Guarasci.

 Notevoli tra le recensioni troviamo quelle su importanti saggi sul Mezzogiorno. Ricordo quelle su Il Sud nella storia d'Italia di Rosario Villari; Calabria Napoleonica di Umberto Caldora; La Calabria nella Rivoluzione del 1860 di Gaetano Cingari; Considerazioni intorno alla  storia del Mezzogiorno d'Italia di Giuseppe Galasso; Calabria di Lucio Gambi; Aspetti religiosi e storia del movimento cattolico in Calabria (1860-1919) di Pietro Borzomati; e Lavoro ed esodo nel Sud di Francesco Barbagallo.

Pregevoli sono i diversi editoriali qui riediti, come pure gli Scritti politici e di cultura. Basti pensare a La Calabria tra emigrazione e industrializzazione, e in particolare a l ‘ Università in Calabria tema approfondito a partire dal l' urgenza di istituirla (Cronache Calabresi, 1963), dalla scelta  dell' ubicazione della sede se nel territorio cosentino (Provincia di Cosenza, 1965) o altrove, le facoltà da istituire (esclusa la medicina), la sua programmazione delineata in un intervento al Consiglio Regionale il 17 aprile 1974, pochi mesi prima della sua tragica scomparsa; come pure il problema dei Trasporti e politica di sviluppo in Calabria.

 Essenziale ancora oggi l’analisi de La Mafia in Calabria: tema rovente sviscerato in "Cronache Calabresi", 1971, dove Guarasci analizzava tale fenomeno delinquenziale, eliminando stereotipi, improprie suggestioni e ricalcando la diversità con l'omonima deliquescenza sicula, indicando puntualmente vie, metodi e strumenti per avviare una fondamentale lotta alla  criminalità organizzata, anche nei programmi di governo delle Giunte regionali della Calabria.

Un’ Opera omnia pregevole per che analizza e approfondisce la storia della Calabria e del Mezzogiorno prima e soprattutto dopo l’Unità d’Italia.

C’ è da augurarsi che presto venga aggiunto un terzo volume con gli indici, che renda così più agevole la consultazione.

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Quarantatré anni fa moriva Antonio Guarasci, primo Presidente della Regione Calabria

Era il 2 ottobre 1974 . La mattina verso le 9,30 mi raggiunse ad Arcavacata',presso il Dipartimento di Storia nei capannoni dove era provvisoriamente allocata l'università, il prof. Antonio Guarasci, primo presidente della Regione Calabria, libero docente di Storia del Risorgimento. 

Sin dall'anno precedente, quando era stata avviata la Facoltà di Lettere e Filosofia, aveva chiesto formalmente di poter insegnare tale disciplina nell' Unical. 

Tale legittima aspirazione trovava però il forte dìssenso del rettore prof. Beneamino Andreata, in quanto egli riteneva che un politico impegnato nella Regione come Presidente della prima Giunta, non avrebbe avuto a sua disposizione nemmeno un'ora al giorno e pertanto non poteva dedicarsi a tempo pieno all'insegnamento e alla guida degli studenti, in base allo Statuto speciale del nostro Ateneo.

Il Comitato ordinatore pur ritenendo ineccepibili le indicazioni del Rettore, era altresì consapevole che in un momento delicato per la costruzione dell'Unical  in cui la lotta politica tra Socialisti e Democristiani occupava non solo le pagine dei giornali, ma anche le strade e le piazze oltre ai circoli e teatri dell'hinterland, non doveva espandersi vistosamente o surrettiziamente nell'Ateneo .

Mancavano pochi giorni all'inizio del secondo anno accademico della Facoltà di Lettere e Fiolosofia che unica in Italia allora aveva un corso di laurea in storia. 

Fui invitato perciò come vicedirettore del Dipartimento omonimo a cercare un'opportuna soluzione alla velata quaestio. Quella appunto che proposi al Guarasci quella mattina, prima che salisse in macchina verso Roma.

Si presentò con grande cordialità portando in dote al Dipartimento insieme con alcuni volumi da lui pubblicati una copia del Codice di Leonardo.

L'intesa che raggiungemmo era che lui non sarebbe stato titolare di cattedra, ma come libero docente avrebbe potuto tenere a titolo gratuito seminari e lezioni.

Lo accompagnai alla macchina di servizio dopo aver preso un caffè e ci abbraciammo salutandoci con un arrivederci presto.Un momento indimenticabile che mi portò alle lagrime, quando appresi dalla Rai, poche ore dopo, che si era spento in un incidente presso Polla, cittadina del Vallo di Diano, ma anche uno sconosciuto tassello storico dell'Unical.

 

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