Sono state due ore intense quelle della lezione che Nicola Gratteri ha tenuto durante l’Università d’estate di Soveria Mannelli, che quest’anno ha come tema “Come andremo a incominciare. Ricette per la nuova Italia”.
Il magistrato è stato introdotto dal sindaco della città Leonardo Sirianni e da Mario Caligiuri dell’Università della Calabria che, insieme all'editore Florindo Rubbettino, dell’Università del Molise, dirige l’Università d’estate.
Gratteri ha trattato il tema della giustizia come consapevolezza civile e culturale, affrontando anche temi quali il consumo della droga cosiddetta leggera, della funzione del carcere e il processo telematico.
La cosiddetta droga leggera, per Gratteri, è inevitabilmente l’anticamera di quella pesante: legalizzarla non porterebbe alcun vantaggio ma aumenterebbe soltanto i danni come l’incremento della dipendenza e la riduzione dello spessore della corteccia cerebrale con conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Il magistrato ha poi sostenuto che impropriamente si parla di emergenza carceri poiché spesso si chiudono interi reparti in quanto non c’è personale di custodia, considerato che su 44 mila operatori della polizia penitenziaria circa 10 mila, fino a poco fa, sono stati sottratti al servizio di detenzione per accompagnare i detenuti, per i processi nei tribunali di tutta Italia. Secondo il magistrato, si potrebbero costruire in poco più di un anno quattro carceri prefabbricate da 5 mila posti ciascuno per normalizzare la situazione. Oltre, naturalmente, a considerare il lavoro per i detenuti come terapia, esattamente come avviene per i tossicodipendenti. In questo modo svolgerebbero delle attività di utilità sociale senza essere pagati.
Per quanto riguarda poi il processo telematico, e in particolare la possibilità di rendere testimonianze in videoconferenza, l’unica riforma recepita nel pacchetto delle riforme proposte dalla commissione guidata da Gratteri, questa ha già comportato risparmi per decine di milioni di euro e un più corretto utilizzo del personale di custodia.
Il magistrato ha poi ricordato i risultati della sua azione quale procuratore della Repubblica di Catanzaro con gli arresti eseguiti, i beni sequestrati e i risparmi ottenuti ottimizzando e valorizzando le risorse umane e strumentali a disposizione. Risultati possibili, ha detto, con un convinto gioco di squadra dei magistrati e delle forze dell’ordine, i cui ufficiali inviati in Calabria sono tra i migliori d’Italia.
Quattro in definitiva sono state “le ricette per la nuova Italia” proposte dal magistrato.
La prima è che il funzionamento della giustizia sopratutto per contrastare efficacemente le mafie è una questione politica e per attuare una necessaria riforma strutturale occorre una politica forte, che guardi al domani e non al sondaggio del giorno dopo.
La seconda è che l’educazione rappresenta la chiave fondamentale poiché un cittadino poco istruito è più facilmente manovrabile, anche dalla criminalità organizzata.
La terza è che occorre dire no alla droga e all'assistenza, perché se si dipende dalle sostanze stupefacenti o da una persona si perde la libertà e la dignità.
Infine, Gratteri ha concluso dicendo che occorre essere consapevoli che la malapianta uccide il presente e il futuro delle giovani generazioni e quindi nessuno si può voltare dall'altra parte.