Vibo, la Cisal: "Oliverio delude gli operatori sanitari"
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“La sanità vibonese dovrà ancora attendere per conoscere che tipo d’impegno la Regione Calabria ed il Commissario per il Piano di rientro intendono assumersi per fare uscire, soprattutto l’attività dell’ospedale, dal tunnel in cui si è cacciata ormai da anni”. È quanto si legge in una nota diffusa dalla Cisal. “Lunedì sera – viene spiegato dal sindacato - Mario Oliverio ha trasmesso, infatti, la sensazione di riservarsi in un’altra occasione, probabilmente in tempi più maturi, di fornire il suo pensiero sullo stato di salute della sanità vibonese e sui possibili interventi per superare le criticità esistenti. Motivi al centro dell’invito del Pd vibonese. L’unica notizia che ha fatto, relativamente, piacere al folto pubblico presente all’evento promosso dal Pd vibonese, riguarda l’annuncio che il primo nuovo ospedale che verrà realizzato in Calabria sarà proprio quello di Vibo Valentia, ed entro i termini fissati, vale a dire poco meno di tre anni. ‘Ho sollecitato personalmente la ditta che ha appaltato i lavori – ha detto, tra l’altro, il Governatore della Calabria – invitandola ad esperire urgentemente tutte le procedure per avviare in tempi brevi il cantiere dei lavori’. Il suo atteso intervento di lunedì sera - sostiene la Cisal - non è, quindi, riuscito ad appagare le attese di quanti speravano che rilasciasse qualche anticipazione, dopo il suo primo colloquio con il Commissario straordinario per il Piano di rientro, Massimo Scura, in che termini affrontare le scottanti emergenze che affliggono ormai da anni la sanità vibonese”. La Cisal, tra gli altri, sulla spinta della denuncia e delle conseguenziali proposte avanzate ormai da tempo dal suo segretario generale Franco Cavallaro, credeva che questo incontro potesse rappresentare una seria opportunità per tentare di far capire alla popolazione vibonese quanto stesse a cuore lo stato di salute della sanità vibonese al vertice regionale. “Il suo intervento, invece, non ha rappresentato alcuna novità – viene rilevato - se è vero che ha ripercorso tutto il più che noto panorama di precarietà che travolge la sanità calabrese, confermando che né lui né Massimo Scura hanno ancora le idee chiare sul da farsi. Tant’è che torneranno a rivedersi tra qualche giorno per meglio approfondire i contenuti del primo approccio avuto qualche giorno fa per avviare un comune percorso di programma per dare risposte alle attese della sanità calabrese. Tutto questo – spiega la Cisal - sta a significare che per il momento la sanità vibonese resta escluso dagli effetti dello sblocco del turn over”. Nel salone azzurro dell’hotel 501 ad ascoltare Mario Oliverio non c’erano soltanto il prefetto di Vibo Valentia, Giovanni Bruno - al quale è stato dato atto, da parte di tutti gli intervenuti, del suo straordinario impegno e della sua grande disponibilità e vicinanza ai problemi della collettività vibonese - politici, qualche sindaco e tantissimi operatori sanitari ed amministrativi della sanità pubblica e privata vibonese, ma anche rappresentanze di lavoratori del settore. “Questi ultimi – è stato commentato nei corridoi – avrebbero preferito che il Governatore della Regione Calabria si esprimesse sui possibili immediati interventi per aiutare la sanità vibonese a superare il grave momento critico che si protrae ormai da anni. Che annunciasse la nuova primavera per la sanità vibonese. Niente di tutto questo”. Chi sperava che Mario Oliverio desse qualche speranza sul coinvolgimento della situazione della sanità vibonese nello sblocco immediato del turno over ha quindi dovuto presto fare i conti con il suo silenzio. Ecco perché in molti, tra gli stessi operatori sanitari, alla fine, sono rimasti delusi e con l’amaro in bocca. Soprattutto le rappresentanze sindacali unitarie di Cisal e Uil, capeggiate, rispettivamente, da Bruno Di Renzo e Nicola Matina cui non è rimasto altro che consegnare, al termine dell’evento, allo stesso Mario Oliverio un documento in cui vengono espressi tutti i disagi che riguardano i precari, i volontari ed i tirocinanti che svolgono la propria attività nella varie unità operative del “Jazzolino” e con la richiesta di essere ascoltati, al più presto, nella sede più appropriata, a Catanzaro. “I problemi seri che attraversa la sanità pubblica vibonese – hanno dichiarato, tra l’altro Bruno Di Renzo e Nicola Matina – rischiano di ricadere sull’attività di assistenza e cura degli ammalati. Una condizione che diventa sempre più difficile fare intendere a chi gestisce, nei fatti, il potere della sanità in Calabria. Noi pensiamo che la situazione sia sul punto di precipitare. I sacrifici e la passione per il lavoro ma soprattutto l’umanità che giornalmente trasmettiamo ai pazienti non crediamo bastino per andare avanti. Non ci resta che offrire una carta di credito anche al governatore Mario Oliverio. La speranza resta ultima a morire”.
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