Omicidio Pizzichemi, arrestato l'uomo che ha sparato: la ricostruzione dei carabinieri
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I carabinieri della Compagnia di Melito Porto Salvo, coordinati dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria, hanno tratto in arresto Giuseppe Tripodi di 51 anni, ritenuto responsabile dell’omicidio a mezzo di colpi di arma da fuoco di Giuseppe Antonio Pizzichemi. Questa la ricostruzione operata dai carabinieri:
è il 30 agosto 2016, sono da poco trascorse le 18:30, quando la tranquillità di Fossato, piccola frazione del comune di Montebello Jonico viene di colpo interrotta dal fragore di alcuni colpi di arma da fuoco seguito dalle disperate urla di alcune persone. “Venite subito in via dei Mulini hanno sparato ad un uomo”, queste le parole pronunciate al numero di Pronto Intervento 112. Nel giro di pochissimi minuti quindi, la Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Melito Porto Salvo inoltra la notizia alle pattuglie presenti sul territorio che tempestivamente giungono sul luogo. Di lì a breve arriverà anche un’ambulanza del 118 sulla quale verrà caricato l’uomo ferito poco prima ma il cui cuore smetterà di battere durante la disperata corsa in ospedale. Il tempestivo intervento massiccio dei carabinieri melitensi si rivelerà risolutivo. Una quindicina di uomini dell’Arma difatti, non perdono un attimo di tempo, iniziano a battere la zona palmo a palmo e, dopo averli individuati, interrogano tutti i testimoni e le persone presenti riuscendo, nel giro di pochissimo tempo, a ricostruire, con assoluta chiarezza, la dinamica dei fatti. La persona uccisa si chiamava Giuseppe Antonio Pizzichemi, 50enne residente nella frazione di Fossato, titolare di un frantoio che a quanto sembra, negli ultimi tempi aveva dovuto chiudere per problemi economici e con qualche piccolo precedente penale alle spalle per reati di poco conto. A sparare invece, il 51enne Giuseppe Tripodi, incensurato, padre di 5 figli. I due si conoscevano da tempo ed alla base del gesto, un diverbio per un debito di circa 2.000 euro che la vittima aveva nei confronti di uno dei figli del Tripodi per alcuni lavori agricoli che quest’ultimo aveva fatto nel tempo ma mai saldati. Nel tardo pomeriggio di ieri, Pizzichemi si trovava nel cortile antistante l’abitazione di Tripodi unitamente ad alcuni parenti di quest’ultimo che invece era affacciato al balcone della propria abitazione sito al primo piano. Tripodi avrebbe chiesto all’uomo di saldare quel debito. Da qui il diverbio, sarebbero volate parole grosse fin quando il Pizzichemi, in tono di sfida, avrebbe invitato Tripodi a raggiungerlo in strada per “chiarire definitivamente la questione”. È a questo punto che Tripodi, in parte accecato dalla rabbia ed in parte per un gesto che avrebbe commesso il Pizzichemi tanto da far ritenere all’omicida che l’uomo potesse essere armato, sarebbe rientrato immediatamente in casa e, dopo aver impugnato una pistola Beretta calibro 7.65 regolarmente detenuta, si sarebbe riaffacciato puntando la pistola sull’uomo e facendo fuoco 3 volte. Pizzichemi avrebbe tentato di trovare riparo dietro un’autovettura ma i tre colpi, che lo hanno attinto all’addome ed a una gamba si sono rivelati fatali. Le immediate e tempestive attività di indagine, svolte con metodi tradizionali, sono state decisive, ed hanno infatti consentito di risalire immediatamente all’identità del killer, che è stato poco dopo rintracciato all’interno della propria abitazione consegnando ai Carabinieri anche l’arma del delitto. Immediatamente dichiarato in stato di arresto e condotto negli uffici della Compagnia Carabinieri di Melito Porto Salvo lo stesso, già in stato di arresto, è stato interrogato fino a notte fonda, alla presenza del suo difensore, dal magistrato di turno, rendendo, nel corso dell’atto, piena confessione. Al termine dell’interrogatorio, Giuseppe Tripodi è stato tradotto presso la casa circondariale “Panzera” di Reggio Calabria.
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