Terremoto. L'Italia trema e gli sciacalli virtuali danzano sulle macerie dell'umanità
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Non è la prima volta, non sarà l'ultima: drammi collettivi che, oltre a far viaggiare da un capo all'altro della Penisola l'insopportabile carico di impotenza e tristezza, frantumano i lucchetti dei cancelli immaginari dietro le cui sbarre si accalcano provocatoria idiozia, gusto dell'orrido e patologica ignoranza. E' successo anche in questi giorni marchiati a fuoco dalle violentissime scosse che stanno facendo vibrare il cuore del Paese. Ad aprire le inquietanti danze sul burrone del raccapriccio è stata l'intemerata di una senatrice (?!) della Repubblica italiana, Enza Blundo, orgogliosa esponente del Movimento 5 Stelle che, negli istanti immediatamente successivi al sisma di domenica mattina, si è incautamente lanciata in una teoria che la qualifica senza bisogno di ulteriori commenti: "Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1, ancora menzogne per interessi economici di Governo!!! Anche il terremoto che ha distrutto L'Aquila fu 'addomesticato' a 5.8...Il tutto per non risarcire i danneggiati al 100%". Superfluo rendere conto del fatto che, a causa della messe di reazioni suscitate dalle sue frasi, la "coraggiosissima" rappresentante pentastellata è stata costretta a piegarsi al diktat della prudenza, del buonsenso e del minimo sindacale di intelletto per aggiustare il tiro e fare marcia indietro a velocità supersonica: "Il Tg1 apre dichiarando una scossa di 7.1 e poi la declassa a 6.1!". Gli effetti del danno, però, nell'epoca dei social network, si erano già propagati nel molle corpaccione della Rete e lo stesso Movimento, attraverso i Capigruppo di Camera e Senato, ha preso pubblicamente le distanze dalla sconsiderata esternazione, meschina per la tempistica, indecente per il contenuto. L'inquilina di Palazzo Madama, tuttavia, nel buio sgabuzzino dentro cui nascondersi per la vergogna, non è da sola in questi giorni, potendo contare sulla compagnia di tal Massimiliano Parente, che dicono essere uno scrittore e collaboratore de "Il Giornale". La sua scarna biografia rintracciabile su Wikipedia è ridotta all'essenziale e non consente di conoscere nel dettaglio i mirabolanti pensieri del soggetto in questione. Ma da 24 ore è riuscito ad issarsi sul podio più alto dell'imbecillità. Un'impresa che ha compiuto con talento naturale, vista la rapidità del successo. "Il crollo delle chiese però è divertente", sette parole che, sempre su Facebook accompagnate dall'immagine di una chiesa devastata dal terremoto, raccontano le vette di miserabile abiezione raggiungibili dall'essere (in)umano. Un'infame assurdità che ha rafforzato con un'ulteriore mitragliata di bestialità: "Purtroppo le ricostruiscono". Lo stesso direttore de "Il Giornale", Alessandro Sallusti, evidentemente consapevole che lo scempio generato dal diritto di tribuna concesso a chiunque con eccessiva superficialità produce mostri, ha liquidato quel pattume maleodorante scrivendo: "Con le chiese crolla anche un pezzo di noi. Il mio amico Massimiliano Parente è addirittura precipitato negli abissi della stupidità". Una sentenza inappellabile che condanna il "reo" ad essere consegnato alla futura memoria per la merce scadente fabbricata all'interno del "capannone abusivo" della sua immonda fantasia creativa.