Reggio, Meduri (FdI - An): "La catastrofe arriva da Nord"
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"In città si cerca (ancora) di discutere dei problemi strutturali che tormentano la realtà locale, nello specifico: emergenza microcriminalità, manto stradale, spazzatura – con buona pace dei video facebook del Sindaco - e mancanza di copertura idrica, senza rendersi conto che continuarne a discutere è inutile. Inutile, si ribadisce, perchè per definizione il termine 'discussione' presuppone (almeno) due parti che si raffrontino in maniera costruttiva. Quindi, se una di queste è la cittadinanza, l’altra dovrebbe essere l’Amministrazione comunale".
E' quanto sostiene in una nota l'esponente di Fratelli d'Italia, Domenico Francesco Meduri.
"Purtroppo il nostro governo cittadino - aggiunge Meduri - assomiglia sempre di più alle tre famose Scimmie Sacre della religione Shintoista: Mizaru, Kikazaru e Iwazaru. Ciò perché, non vuole vedere il male della propria gestione, non vuole sentir parlare male della propria gestione e, soprattutto, non vuole parlare male (ammettendo il fallimento) della propria gestione. Quindi, sperare in una discussione di tipo costruttivo è cosa davvero difficile. Passando, però, al punto nodale dell’argomento, come se non bastassero i guai a livello locale, un ben più grave pericolo si staglia all’orizzonte. Il 22 ottobre nelle Regioni Lombardia e Veneto si svolgerà un referendum consuntivo finalizzato ad avviare un nuovo percorso politico avvalorato dalla volontà popolare, propedeutico all’ottenimento, attraverso il dialogo con il Governo, di una maggiore autonomia nelle materie di competenza, come ad esempio 'accoglienza' (quindi sicurezza del territorio) e 'tutela ambientale'. Anche se tale ragione ufficiale non sembrerebbe preoccupante, in realtà, le cose stanno diversamente. A oggi - continua il comunicato - Lombardia e Veneto sono le Regioni più ricche d’Italia, delle entrate fiscali che annualmente riescono a incassare, il 50% resta nella loro disponibilità e il restante 50% viene destinato allo Stato e serve tanto a supportare i costi del Governo centrale quanto a rimpinguare il fondo perequativo a favore delle regioni più povere (Basilicata, Calabria, Campania e Puglia); fondo perequativo attraverso il quale si opera una sorta di redistribuzione della ricchezza sul territorio nazionale. Vero è che il Referendum è consuntivo e non propositivo, tuttavia, se dovesse avere esito positivo (pressochè certo) allora i due Governatori Maroni e Zaia (Lega nord) rinvigoriti della legittimazione popolare, avranno la forza politica per chiedere al Governo di “rivedere” quel 50% di trattenute portandolo fino all’ 80-90%, qui la vera chiave di lettura. Cosa c’entra tutto questo con la Calabria? C’entra eccome - spiega Meduri - perché verosimilmente l’ulteriore 30-40% di residuo fiscale che Lombardia e Veneto tratterranno per loro stessi verrà 'decurtato' dal fondo perequativo. Ci sarà il concreto rischio (o finalmente l’auspicio, dipende dai punti di vista) che le Regioni del Sud non godranno più della compensazione perequativa e parassitaria data dal motore industriale del paese. L’unica soluzione plausibile per controbilanciare questa perdita di risorse, cui andrà presto incontro il Meridione, potrebbe essere quella di creare una sorta di 'contratto di rete di diritto pubblico' tra le varie Regioni del Sud che travalichi i confini geografici dei singoli enti, avendo come prospettiva lo sviluppo di un’aerea che comprenda l’intero Sud Italia. Specificamente in settori quali i trasporti, l’energia e le politiche di sviluppo economico collegate alle infrastrutture. Se, Marcello Pittella (Basilicata), Mario Oliverio (Calabria), Vincenzo De Luca (Campania) e Michele Emiliano (Puglia) – tutti del Pd tra l’altro – hanno a cuore il Meridione inizino a lavorare in tal senso, altrimenti - è la chiosa finale - potrebbero far pensare che il Pd, sempre cosi attento ai bisogni del popolo, stia perdendo smalto".