Serra, tre fermi dei carabinieri per rapina a San Nicola da Crissa
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I Carabinieri della Compagnia di Serra San Bruno hanno eseguito, tra le giornate di mercoledì scorso e ieri, tre fermi nei confronti di Vincenzo Musolino , cl.’96, Domenico Marchese cl.’93, incensurati, e Giuseppe Musolino cl.’93, avvisato orale di P.S, tutti di Serra San Bruno. I tre sono accusati di rapina, perpetrata nella mattinata del 19 luglio, ai danni di T.T. cl.39, di San Nicola da Crissa, nonna di uno dei tre arrestati, a cui gli stessi avrebbero sottratto una ingente somma di denaro contante, che la donna custodiva in cassaforte.
Secondo la ricostruzione dei Carabinieri, i due fratelli Musolino, travisati in volto, alle prime ore della mattina di mercoledì 19, si sarebbero introdotti furtivamente nell’abitazione della vittima, poco prima visitata dal nipote, Domenico Marchese. La signora, minacciata con una pistola giocattolo, sarebbe poi stata immobilizzata e bendata e, impossessatisi della chiave della cassaforte, i due avrebbero poi proceduto a trafugare da qui il bottino, dileguandosi subito dopo.
Sono dunque subito scattate le attività di indagine dei Carabinieri per risalire alle identità dei rapinatori. A condurre le investigazioni sono stati i militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Serra San Bruno, congiuntamente ai carabinieri della Stazione di San Nicola da Crissa che, con grandissima professionalità e acume investigativo hanno, sin dalle prime ore, ricostruito nei minimi dettagli la vicenda e raccolto tutti gli elementi che hanno consentito di individuare i colpevoli del grave delitto.
I tre dovranno ora rispondere di rapina aggravata, in concorso. Già ascoltati dai magistrati della Procura di Vibo Valentia, Vincenzo Musolino e Domenico Marchese cl.’93 sono stati posti agli arresti domiciliari in attesa del giudizio, mentre Giuseppe Musolino – irreperibile sino ad oggi – è stato associato presso la casa circondariale di Vibo Valentia in attesa dei riti di convalida e di garanzia.
La donna, per fortuna, è rimasta profondamente turbata ma illesa. Il bottino si aggirerebbe sui 60mila euro.
“Un reato grave – così il Cap. Mattia Ivano Losciale, comandante della Compagnia dei Carabinieri di Serra San Bruno – per le modalità con cui lo stesso è avvenuto; in special modo perché ad avere un ruolo chiave nella vicenda è stato proprio il nipote della vittima. Un episodio bruttissimo, che ha trovato una prontissima ed efficacissima risposta da parte della magistratura e dell’Arma dei Carabinieri, segno che le Istituzioni sono sempre molto presenti su un territorio così difficile come questo.”
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