A Serra San Bruno la bandiera nera per le occasioni mancate
- Written by Mimmo Stirparo
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A Serra San Bruno la bandiera nera delle occasioni mancate.
Proprio così! Ancora una dimenticanza? Una distrazione? Una mancata segnalazione? O più semplicemente disconoscimento?
L’ultimo traguardo mancato è dei giorni scorsi. A Genova, alla presenza del direttore generale del Touring Club Italiano, è stata assegnata la “Bandiera arancione”, un prestigioso riconoscimento per i comuni dell’entroterra con meno di 15 mila abitanti che si distinguono per un’offerta turistica di eccellenza e un’accoglienza di qualità.
Il premio ha visto protagonisti ben 227 borghi dalla Valle d’Aosta alla Sicilia.
Per la Calabria il riconoscimento è andato al comune di Taverna patria di Mattia Preti e ad Oriolo nell’alto cosentino.
Serra San Bruno? Sta a guardare. Tante, troppe le opportunità perse per attrarre turismo e quel che ne consegue.
Ricordiamone qualcuna. Nel non lontano 1999 la Provincia di Vibo, allora non ancora in dissesto finanziario, aveva acquistato il piano terra di uno dei tanti palazzi più antichi di Serra: il palazzo Bifezzi, sito nel centro storico, a Terravecchia. L’obiettivo: incrementare lo sviluppo turistico e culturale del territorio delle Serre. L’assessore provinciale dell’epoca dichiarava che “Serra San Bruno merita l’attenzione della Provincia per le sue indiscusse potenzialità turistiche che non possono più essere sacrificate e ignorate senza penalizzare ulteriormente questo territorio…”.
Molti avevano accolto con soddisfazione l’iniziativa, soprattutto tra gli intellettuali e gli artisti. Già si pregustava la possibilità di utilizzare il palazzo Bifezzi come centro di studi bruniani con annesso un museo di storia certosina. Stiamo aspettando! Ma no, non ci sono più risorse!
Ed ancora. Sempre gli anziani, come chi scrive, ricordano i tanti bei momenti culturali e di intrattenimento vissuti nell’attraente edificio denominato Kursaal sorto, negli anni ’60, per volontà dell’allora Ente Provinciale per il Turismo di Catanzaro, nel bel centro della cittadina. Dopo tanti anni di lustro è caduto nell’oblio e nell’abbandono più assoluto. Orbene, nel 2010, l’Amministrazione comunale aveva chiesto alla Regione Calabria, proprietaria dello stabile, la cessione dell’immobile dove poter insediare un teatro comunale. Avete letto bene: un teatro! Anche questo nel dimenticatoio.
Ed ancora. Solo pochi anni orsono, l’Amministrazione comunale di Serra aveva ideato l’iniziativa denominata “Rionando”. In pratica la cittadina veniva suddivisa in cinque rioni storici: San Gerolamo, Scorciatina, Palumbo, Pagliarola e Calvario. Obiettivo: stimolare “una sana competizione tra i diversi rioni prendendo spunto dalle festività, dalle realtà e tradizioni locali e promuovendo giochi, gare, confronti ed eventi formativi.” Non se ne fece niente. Insomma un “Palio di San Bruno” mancato!
Nel 2015 il FAI (Fondo per l’Ambiente Italiano) con l’iniziativa “Ricordiamoci di salvare l’Italia” andò a visitare diversi siti di gran pregio storico – artistico – paesaggistico presenti in Calabria. Ma non la città bruniana.
Con questa iniziativa si celebrava la Giornata internazionale della guida turistica, istituita dalla World Federation of Tourist Guide Associations e promossa dall’Associazione delle guide turistiche nazionale e calabrese. Una due giorni dedicata alle visite guidate per scoprire i vari siti della nostra regione e volta alla formazione delle guide turistiche. Orbene, i partecipanti hanno visitato: il castello di Vibo Valentia e l’annesso Museo “Vito Capialbi”; le chiese di Rossano e il Codex Purpureus; il castello e la concattedrale di Santa Severina; l’area archeologica di Capo Colonna; la chiesa del Rosario e la casa-museo di Bernardino Grimaldi a Catanzaro; la biblioteca De Nava a Reggio Calabria; il palazzo Sanseverino a Marcellinara.
Insomma ce n’è stato per tutti i gusti nei cinque territori provinciali. Serra San Bruno non presente. Vien da chiedere agli Amministratori che ne pensano. Non sono propositivi o inascoltati!? O cos’altro? Inutile attendere gradito riscontro!
E nel 2016 a Santa Severina si è tenuto un convegno nazionale su “Il turismo dei Borghi più belli d’Italia in Calabria. Valorizzazione, promozione, social media.” Tra gli aderenti figuravano ben 10 comuni calabresi: oltre al borgo dell’antica Siberene, Morano, Altomonte, Civita, Aieta, Fiumefreddo Bruzio, Stilo, Gerace, Bova e Scilla.
Il borgo della Certosa no! A sentir Fiorello Primi, presidente nazionale del sodalizio, dei 700 borghi italiani visitati solo 264 hanno dimostrato di possedere i requisiti giusti per farne parte. Vuoi veder che Serra non ha i requisiti giusti?! Ma valli a capire! O forse gli Amministratori non sanno o non vogliono vendere il prodotto?
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