Reggio, presentato il libro di Francesco Lo Giudice “Cambiare il Sud per cambiare l’Italia”

E' stato presentato anche a Reggio Calabria, presso la Sala Biblioteca della Provincia, il libro "Cambiare il Sud per cambiare l'Italia". Edito da Apollo Edizioni, il volume ideato e partorito da Francesco Lo Giudice raccoglie, come riportato già in copertina, "scritti sulla questione meridionale italiana ed europea". Introdotto dagli interventi di Nancy Iachino (consigliera comunale del PD), Alex Tripodi (Responsabile Organizzazione della sezione reggina dei Giovani Democratici) e da Simona Venezia (esponente democrat), l'autore ha sviscerato nel dettaglio le motivazioni, etiche e scientifiche, che lo hanno indotto a cimentarsi in quest'opera tesa a scardinare la facile rappresentazione di un Mezzogiorno disgraziato, rassegnato, in preda ad atavici complessi d'inferiorità. La chiave di volta in grado di ribaltare il pessimismo stereotipato di cui è vittima la stessa popolazione meridionale, che come ha ricordato lo studioso calabrese è quantitativamente superiore a quella che comprende Norvegia, Svezia e Finlandia insieme, è una presa di coscienza delle potenzialità e delle eccellenze custodite nelle regioni meridionali, di gran lunga più numerose rispetto agli annosi problemi patiti. Laureatosi in Scienze politiche all'Università della Calabria, Lo Giudice ha conseguito il Dottorato di ricerca in Sociologia politica ed è proprio sfruttando le competenze accumulate nel corso del suo cursus studiorum che ha individuato il percorso capace di condurlo alle riflessioni contenute nel libro. Pensieri che poggiano su dati e numeri concreti, parole le cui fondamenta si trovano in una dettagliata analisi degli scenari geopolitici internazionali. Il lavoro del giovane ricercatore originario della provincia di Cosenza si inserisce nel filone di un rinnovato meridionalismo, improntato ad una inedita consapevolezza dei passaggi cruciali della storia, in particolare degli eventi che condussero all'unificazione d'Italia. Il nocciolo del volume va ricercato in un approccio che affronta la questione con gli occhi di chi è calato interamente in una dimensione continentale e si confronta con le sfide connesse alla epocale costruzione dell'Unione Europea. Uno dei dodici elementi che convincono l'autore della reale possibilità che il Sud riuscirà a sprigionare ed a canalizzare positivamente le sue innumerevoli caratteristiche positive, è, del resto, l'enorme flusso di fondi comunitari di cui il Sud sarà beneficiato e che sarà indispensabile avere la capacità di spendere per restituire un nuovo volto ad un territorio vasto e ricco di bellezze naturali, artistiche culturali. La stessa posizione geografica, che pone il Meridione al crocevia del Mediterraneo, costituisce, sotto il profilo infrastrutturale ( si pensi solo al porto di Gioia Tauro) e dell'integrazione tra i popoli, uno snodo essenziale per la crescita complessiva del Paese e dell'Europa tutta. E' di tutta evidenza, sottolinea il politologo e sociologo, che un peso assai rilevante lungo la strada dello sviluppo socio-economico del Mezzogiorno sarà sulle spalle di coloro i quali amministrano la cosa pubblica. Dovranno essere loro a farsi carico delle istanze provenienti dal basso, dell'ansia di riportare benessere, economico e civile, in aree troppo spesso schiacciate da immagini negative che rapidamente fanno il giro del mondo senza che, parimenti, le positività riescano a trovare analoga facilità di circolazione. L'acutezza del discorso narrativo di Lo Giudice è tale che, in tanti passaggi dei suoi ragionamenti si potrebbe finanche pensare si tratti di provocazioni intellettuali scaturenti, come lui stesso ammette, da un inguaribile ottimismo. Basti soffermarsi sul delicato tema del federalismo fiscale di cui la Lega Nord si è impossessata negli ultimi anni, ma che in realtà potrebbe essere vissuto come un formidabile volano per l'economia meridionale. Un esempio, fra tanti, di quanto sia decisivo ribaltare lo sguardo nei confronti della quotidianità presente e del futuro prossimo da parte dei cittadini che abitano questa porzione del pianeta. Non essere riusciti a fare rete creando una massa critica simile a quella che è sfociata nella cooperazione imprenditoriale tipica dell'Emilia Romagna è un ostacolo mentale che merita di essere scavalcato a piè pari se si è mossi dalla certezza che il traguardo del miglioramento netto delle condizioni di vita collettiva è raggiungibile e non assume, al contrario, i contorni della chimera utopistica. Internet e la capillarità dell'istruzione di massa, due novità dirimenti rispetto ai decenni scorsi, segnati dalla povertà, dal sottosviluppo e dall'emarginazione, possono essere considerati, a buon motivo, le due ali su cui poggiare un costruttivo desiderio di rivalsa rispetto agli accadimenti della Storia. Paradossalmente, la mancata industrializzazione in epoca moderna è, d'altro canto, in grado di accelerare uno sviluppo che oggi non richiede più una sottomissione al turbocapitalismo, ma un adeguamento dolce alle caratteristiche del territorio, tale da renderlo sostenibile. E' perfettamente chiaro a chiunque che, in quest'ottica, ogni singolo cittadino ha il dovere di essere parte attiva del cambiamento interrompendo in maniera drastica quella spirale perversa ricordata da Nancy Iachino per la quale "Sosteniamo nei fatti un sistema che critichiamo a parole". Un modo incisivo per invitare chiunque a non essere succubi di logiche improntate alla sudditanza e tali da essere trasportati al cospetto del "potente di turno" il cui operato, contestualmente, è stigmatizzato con finta e demagogica veemenza. E' attraverso queste impercettibili modifiche comportamentali che si scova il pertugio in cui infilare la volontà di scrollarsi di dosso la realtà secolare di una sorta di "colonialismo" interno che ha ingrassato la società ed il tessuto imprenditoriale al nord del Po. In conclusione, la traccia entro cui si profila l'affresco dipinto da Francesco Lo Giudice rimane nei confini della severa razionalità imposta dalla scienza politica, mai travalicando i confini del velleitario amore di maniera che in passato tanto ha nuociuto alla causa. 

 

Leave a comment

Make sure you enter all the required information, indicated by an asterisk (*). HTML code is not allowed.