La desertificazione della Calabria e la politica del do ut des
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Riceviamo e pubblichiamo
"La Calabria, terra martoriata da secoli, vive del proprio sudore sperperato al vento da incapacità espresse in molti settori, quali la politica dell’agroalimentare e del turismo quest’ultimo privo anche di un assessore regionale ormai da molti anni.
Le inadeguate risposte al territorio ed ai mercati da parte di una classe dirigente che dirige poco e malissimo, a volte è attenta solo ai propri interessi, ha determinato quello che da anni è sotto gli occhi di tutti: la desertificazione della Calabria. Ormai non sono solo i figli che lasciano la Calabria in numeri sempre più rilevanti ma, come anni a dietro, anche i padri che, offesi dalla povertà incalzante, si vedono costretti alla migrazione–emigrazione, mentre ettari di terreno incolti non vengono utilizzati per la coltura di eccellenze agroalimentari e l’artigianato è pressoché inesistente senza politiche di sostegno. Il turismo è ridotto ormai alle due settimane a cavallo di Ferragosto in molte aree della Calabria prive di un’offerta di qualità, data la difficoltà di far quadrare i conti degli imprenditori per la mancata utenza. I dati statistici degli ultimi anni vedono la Campania con 471 milioni di pernottamenti mentre la Calabria ne registra 9 milioni nonostante l’impegno dei rappresentanti delle categorie.
Abbiamo negli anni visto un susseguirsi di governatori più o meno dediti al fine ultimo di un miglioramento della Regione, ma la mia domanda è “Ma voi ci credete”? Basta considerare le molteplici inchieste della magistratura quando si parla d’infrastrutture che il pensiero corre subito alla strada statale 106 che vede, sempre per incompetenza, ancora una volta rimandare il suo ampliamento, mentre continua a mietere morte. E’ un pò come il miraggio dell’aeroporto di Sibari, il non adeguamento di quello di Scalea ad aeroporto pubblico e della gestione a singhiozzo di quello di Crotone.
Quando si parla di progetti politici in questo periodo ci si riferisce alle candidature alla Regione; a tal proposito ho capito che il primo argomento per la fattibilità dell’impresa sono i soldi da investire sul progetto politico, non il progetto stesso laddove esista e che spesso viene menzionato solo in pubblico, ma non su tavoli tecnici per la serietà con la quale meriterebbe una regione deficitaria come la nostra pur sempre piena di talenti che esportiamo in ogni parte del mondo e di quelli che con coraggio combattono ogni giorno scegliendo di rimanere sul territorio con un sistema intriso di ogni sorta di difficoltà.
Si può ancora credere in personaggi che pensano solo al do ut des della politica cioè a quanto porteranno a casa loro dopo aver raggiunto lo scopo (La poltrona) avendo investito ingenti somme di denaro nelle proprie candidature e non solo, perché di benefattori in politica non ne conosco, magari esistessero!
Negli ultimi mesi in Calabria, cosi come in altre regioni del sud (Campania Puglia e Sicilia), siamo stati artefici di dibattiti e convegni con esperti di vari settori nazionali ed Internazionali con la compartecipazione di senatori della Repubblica italiana ed esteri, del Centro studi del Mediterraneo, con imprenditori del settore esteri, con finalità di tipo informativo e di sviluppo di quella microeconomia territoriale che potrebbe, anzi che sicuramente darebbe linfa vitale per la nascita di un Sud più competitivo ed eviterebbe quegli sguardi sfiduciati e delusi dei nostri produttori agricoli e di molti di noi sempre più soli, senza risorse economiche e infrastrutturali.
In Europa si parla di macro regioni e nel Nord Italia è quasi una realtà simile dove, pur mantenendo la propria autonomia, tutte le regioni si muovono con capacità e risorse di simile livello pronti ad essere una sintesi di macro regione.
La nostra idea è quella di creare una piattaforma economica interregionale che raccolga l’eccellenza di ogni singola regione nel campo dell’agroalimentare e ne faccia un unico paniere di prodotti dove si possano attenzionare tutte le nazioni interessate lanciando il brand della “Dieta Mediterranea” targando ogni singolo prodotto con questo marchio e le specifiche regionali. Seguire le produzioni con i compratori interessati fino all'acquisizione del prodotto in modo tale da garantirne un mercato. Istituire sul territorio dialogo con i nostri parlamentari Europei, le istituzioni ed i singoli imprenditori informandoli di quante e quali sono le risorse a cui accingersi nei prossimi anni che vedono proprio l’agroalimentare al centro di queste risorse.
I vertici di alcuni partiti politici di rilievo annaspano perché sono sempre di più in difficoltà nel gestire i loro uomini messi in discussione di vario tipo, dalle capacità di tenersi lontani dal malaffare a quello di essere credibili e efficienti.
Insomma scegliere oggi da quale parte stare dipende ancora una volta solo da noi.
Scegliere l’uomo giusto non significa dare mandato ai soliti noti ma, qualora ce ne fosse la possibilità, a persone perbene che con capacità e modo risoluto combattano contro la desertificazione della nostra amata Regione Calabria".
Francesco Alfieri - Coordinatore nazionale per il Liechtenstein Lega nel Mondo Salvini Premier
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