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Ladri di polli

De Gaetano, Ciconte, Guccione, Fedele Luigi e Fedele Diego, Aiello Piero e Aiello Ferdinando, Nucera, Tripodi, Franco, Dattolo, Gallo, Bilardi, Trapani, Grillo, Parente, Magaro, Bova, Adamo, Giordano, De Masi, Talarico, Principe, Battaglia, Amato, Censore, Franchino, Maiolo, Scalzo, Sulla, Loiero Agazio sono tutti presunti mascalzoni presunti innocenti fino a sentenza definitiva che arriverà tra vent’anni. Per me sarebbero già tutti ad metalla Sardiniae, cioè ai lavori forzati con palla al piede; ma dobbiamo aspettare la sentenza, e intanto sono tutti dei santi cristiani. Sì, ma questa è la verità giudiziaria, non quella morale e politica, nella quale invece i suddetti si devono levare di torno, dimettersi, sparire anche dalla festa patronale. Oliverio, estraneo all’inchiesta anche perché non era consigliere regionale, è invece fino al collo, fino ai capelli nello sterco come i ruffiani dell’Inferno dantesco, per una cosa che si chiama “culpa in eligendo”, cioè i Guccione, i De Gaetano e i Ciconte li ha nominati e difesi lui, perciò è tutta sua la responsabilità politica. Se anche in settimana troverà una pezza a colori per mantenersi ancora un poco, è destituito da ogni politica autorevolezza, nonché personalmente compromesso da (presunte, sempre presunte) pessime frequentazioni. Che poi, se Ciconte, Oliverio, Guccione, De Gaetano avessero rubato e fatto qualcosa, ne avrei meno pena: dal 23 novembre non hanno fatto un bel niente. Niente! Poniamo, dunque, che Oliverio si dimetta per evidenti ragioni politiche. Dovremmo andare a votare, magari il 23 novembre 2015. Detto fatto: ma, di grazia, votare per chi? Vi ricordo che, dal 1970, sono stati uno peggio dell’altro (fate voi) i seguenti signori: A. Guarasci, A. Ferrara, P. Perugini, A. Ferrara di nuovo, B. Dominijanni, F. Principe, R. Olivo, G. Rhodio, D. Veraldi, L. Meduri, A. Loiero; di destra, G. Nisticò, G. Chiaravalloti, G.B. Caligiuri e G. Scopelliti proseguito in Stasi, Oliverio; con un esercito e stuolo di assessori e passacarte. Il risultato è che la Calabria, detta anche Magna Grecia, è l’ultima d’Italia e probabilmente d’Europa. Si deduce che se andiamo a votare per la cosiddetta destra, non c’è alcuna probabilità che sia meglio della sinistra; e viceversa: consultate l’elenco di cui sopra. E la società civile, vogliamo bussare alla società civile? Essa si divide in due categorie possibili: quella tipo Cinque stelle, composta di cassiere e insegnanti e ferrovieri, tutte degnissime persone incapaci per scarsezza di cultura; e quella del 1992, dei vari Lombardi Satriani, Corasaniti, Di Bella, Vito Teti, Pino Nisticò, Chiaravalloti, tutti incapacissimi per eccesso di cultura… beh, non esageriamo, eccesso di istruzione, che, come ben sanno gli studiosi del Vico, fa male al cervello e ai muscoli: esclusi i presenti. Che fare, allora? Non lo so, e mi piacerebbe una risposta, possibilmente non cervellotica e utopistica e politicamente corretta. La mia è che ci servirebbe un commissario giapponese con pieni poteri e una guardia del corpo di samurai, daiaki e granatieri di Pomerania.  

 

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