Rapporto Svimez, il Sud rischia di rimanere povero e assistito

Le previsioni sull’economia del Mezzogiorno presentate oggi dalla Svimz sono crudeli: si stima che nel 2023 il Pil del Sud diminuirà (-0.4%), mentre quello dell’Italia aumenterà, sebbene a bassi tassi (+0,5%). Dopo la ripresa post-covid, avremo un rallentamento dell’economia italiana che rischia di allargare i divari Nord-Sud. Per caratteristiche strutturali e per composizione della spesa delle famiglie, gli effetti della crisi energetica e della spirale inflazionistica sono asimmetrici: stanno colpendo di più le famiglie (+2.8% di nuovi poveri a Sud; 0.35% nel Centro-Nord) e le imprese (il 20% dell’incremento della spesa energetica graverà a Sud, a fronte di un peso del 10% delle imprese in termini di valore aggiunto) meridionali, con l’effetto di accentuare la desertificazione industriale e l’ampliamento delle aree di povertà.

Chiara anche la visione della Svimez sul futuro del Sud: non si può avere crescita senza industria. È chiaro, quindi, che lo sforzo del paese e dei governi regionali deve essere quello di massimizzare l’efficacia delle politiche di sviluppo del Pnrr e della nuova programmazione comunitaria: sprecare queste occasioni con spese improduttive significherà assecondare l’irreversibile processo di impoverimento dell’economia e della società meridionale. Rischiamo di rimanere pochi, poveri e assistiti.

*Presidente di OpenCalabria -Prof. Ordinario di Politica Economica, UniCal.

 

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