I calabresi e il problema della potabilità dell’acqua: i dubbi sulle soluzioni ipotizzate
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“Lo schema acquedottistico Alaco è una tra le principali infrastrutture idrauliche della Calabria e le acque erogate da tale acquedotto, indispensabili e senza nessuna valida alternativa tecnicamente possibile, rappresentano l’unica significativa risorsa idrica per un moderno e razionale approvvigionamento idropotabile della Calabria centro-meridionale”. Quanto si legge sul sito di Sorical non convince troppo gli abitanti della parte interessata della Calabria abituati, ormai da diversi anni, a fare i conti, soprattutto nel periodo estivo, con ordinanze che vietano l’uso dell’acqua in quanto i valori dei campioni analizzati non sono conformi rispetto ai limiti dei parametri stabiliti dalla legge. Non piace, specie alle famiglie in cui sono presenti anziani o bambini, dover ricorrere ad acquisti di notevoli quantitativi di acqua minerale dai supermercati (con annesso problema di trasporto) per far fronte alle più elementari esigenze. Ed il ripetersi degli episodi di non potabilità ha generato dubbi nella cittadinanza che così è divenuta sospettosa anche nei periodi in cui non ci sono atti formali che mettono in guardia dall’utilizzo dell’acqua. Si pensa ad eventuali effetti “collaterali” ed i più timorosi non si astengono dal parlare di possibili malattie. I confini fra verità ed allarmismo si intersecano e si confondono. In sostanza, c’è un’incertezza che stenta a svanire perché la sfiducia ha raggiunto livelli elevati, alimentata da fatti che si prestano a molteplici interpretazioni. La soluzione che viene prospettata negli ambiti politici ed amministrativi è quella del distacco da Sorical con la riattivazione delle sorgenti comunali. Si tratta di un’operazione costosa che potrebbe offrire (non assicurare) una buona qualità dell’acqua se abbinata ad una manutenzione straordinaria (o rifacimento) della rete idrica, ma che non è esente da rischi: va messo in preventivo che, nelle settimane più calde dell’anno quando peraltro la popolazione aumenta a dismisura per effetto del ritorno degli emigrati e dell’arrivo dei turisti, i disagi potrebbero derivare dalla carenza del prezioso liquido. Ma non va dimenticato nemmeno che non ci sono garanzie assolute sul rispetto costante dei parametri microbiologici. La matassa è, insomma, difficile da sbrogliare: si potrebbe comunque cominciare facendo luce fino in fondo sulle origini dei valori talvolta alterati dell’acqua dell’invaso dell’Alaco.
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