Assunzioni all’Aterp, c’è spazio per i parenti e gli amici del Pd

A leggerlo sembra l’elenco dei tesserati vibonesi del Pd. Invece, quello riportato da lacnews24.it, è il riassunto degli incarichi che l’Aterp di Vibo Valentia avrebbe destinato a diversi soggetti riconducibili ad una determinata area politica: quella il cui colore preferito è il rosso. Suona strano perché ai vertici dell’Azienda vibonese vi era il forzista Tonino Daffinà che ha sempre difeso “la trasparenza” dell’assegnazione di quei contratti a progetto. Nessuno mette in discussione i titoli, né contesta gli importi assegnati, semplicemente in una terra che ha fame di lavoro, viene da chiedersi perché, quando si parla di settore pubblico, il canovaccio sia sempre lo stesso. O meglio, stavolta qualcosa cambia. Perché fra chi dirige e chi viene selezionato non c’è affinità politica. Bizzarro, almeno apparentemente. Succede a Vibo Valentia, città dove le logiche si intersecano e dove la politica sempre “coerente” davvero non lo è. Succede quando, fra una scadenza elettorale e l’altra, tutti sperano e tutti chiedono.

Quei cognomi non passano inosservati ai cosiddetti addetti ai lavori. Perché riconducono ad amministratori (o a loro parenti) di ieri e di oggi, delle Serre o di Filadelfia, di Arena o di Cessaniti, di Ricadi o di Zambrone, di Filogaso o di Soverato. Un caso? Ma allora perché tante attenzioni, tante personalità eccellenti che si muovono, che chiedono, che indagano? Pochi si stupiscono, molti commentano che, in fondo, “è sempre stato così”. Il Pd, trionfante alla Regione, si ritrova sulla stessa barca di quel centrodestra che ha aspramente criticato perché “clientelare”.

Il tutto mentre Renzi predica il cambiamento.

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