Unire i Comuni per superare la crisi
- Written by Ulderico Nisticò
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Capisco che siamo in crisi economica mondiale, e figuratevi calabrese, ma non riduciamo tutto ai conti della serva. La conurbazione, cioè fusione tra Comuni, farà certamente risparmiare qualche stipendio di sindaco: se però fosse solo questo, la spesa, con tutti i passi e procedimenti, non varrebbe l’impresa. Lo scopo della conurbazione è consentire l’uso ragionevole della principalissima risorsa di ogni comunità: il territorio. Qualunque cosa vogliate farne – turismo, industria, agricoltura, boschi, pascolo eccetera – il territorio è la risorsa prima, e se male adoperato, il danno è secolare, e i rimedi, quand’anche possibili, sono lunghi e pesanti. Vi porto un solo esempio. Soverato è ancora il centro più popoloso e meglio dotato di servizi del Basso Ionio catanzarese. Ebbene, le circostanze storiche hanno ridotto il suo agro comunale a 7,5 kmq.; e lo vediamo costipato tra una sua piccola zona industriale (Caldarello) e la vasta zona industriale di Satriano (Nigrello - Laganosa), entrambi esempi di spreco di aree che andavano destinate al turismo. Esempi ancora più strambi ce li fornisce Gasperina, con agro sotto Montepaone e sotto Stalettì, e senza mare; o Petrizzi, con una “zona turistica” in alta collina e lontana da una spiaggia, che del resto è di Montepaone o Soverato. In queste e altre non meno complicate situazioni – dimenticavo Satriano nel bel mezzo di Davoli! – come si fa un piano regolatore, o qualsiasi altra seria programmazione? A scanso di interventi di intellettuali della domenica, vi ricordo che quasi tutti i Comuni calabresi non risalgono affatto alla mitica Magna Grecia e ai tempi del re Italo, ma sono stati istituiti, quasi sempre per arte e dolo a vantaggio di quattro possidenti giacobini, da Giuseppe Buonaparte nel 1807 o da Murat nel 1811. Così vi passano le ubbie storiografiche. Ciò premesso, logica vuole che nascano, per restare nella Valle dell’Ancinale e dintorni, i seguenti nuovi Comuni: Nardodipace, Fabrizia, Mongiana, Serra S. B., Spadola, Brognaturo, Simbario; Torre R., Cardinale, Chiaravalle Centrale, Argusto. Né è detto che i futuri Comuni accorpati debbano risultare dalla sommatoria degli attuali agri, o non sia il caso di riconsiderare anche i confini. È già nella natura delle cose che siano integrati i paesi di Petrizzi, Gagliato e Satriano con Soverato. Vorrei meglio convincermi se estendere l’ambito anche a Davoli e S. Sostene; o che questi, con S. Andrea, possano farsi Comune. Insomma, questa proposta delle conurbazioni sarebbe un lavoro per competenti, per una commissione seria e fattiva, e con meno profumo di politicanti che si possa; e tenendo alla larga i chiacchieroni generici. Ma dove metteremo le sedi comunali? Boh, al centro di ogni nuovo Comune. E come farà la vecchietta a raggiungere l’ufficio per un certificato? Con una delegazione per quartiere, un ufficio con un piccolo computer e una robusta stampante.
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