Terapia inesistente, 38enne dai domiciliari rispedito in carcere
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Dal mese di settembre 2015, i carabinieri della Compagnia di Reggio Calabria avevano iniziato a monitorare i suoi movimenti al fine di verificare il rispetto degli obblighi imposti dal Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria. Obiettivo dei controlli era un 38enne, condannato per associazione per delinquere finalizzato allo spaccio di sostanze stupefacenti e coinvolto nelle operazioni “Chalo nero”, “Marin” e “Reset”, il quale stava scontando la pena usufruendo del beneficio della detenzione domiciliare, con il permesso di assentarsi per recarsi presso ambulatori, servizi sanitari ed ospedalieri per interventi, accertamenti diagnostici e cure. Gli scrupolosi accertamenti svolti di iniziativa dai militari della Stazione di Pellaro hanno permesso di appurare che il soggetto, quotidianamente, si recava presso i locali Ospedali Riuniti per sottoporsi ad una terapia sperimentale non meglio identificata, successivamente risultata essere inesistente, così beneficiando della possibilità di allontanarsi arbitrariamente dalla propria abitazione e commettendo molteplici violazioni degli obblighi imposti dal provvedimento espiatorio. Pertanto, il Tribunale di Sorveglianza di Reggio Calabria, concordando con le risultanze investigative acquisite dalla citata Stazione, ha emesso il “Decreto di sospensione del regime della detenzione domiciliare”, disponendo il ripristino della detenzione carceraria nei suoi confronti. Alla luce di tale provvedimento, l’arrestato è stato accompagnato presso la Casa Circondariale di Reggio Calabria-San Pietro ove proseguirà l’espiazione della pena.
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