Indagine Sole 24 Ore: la politica reggina taccia e si nasconda
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No, non ci hanno risparmiato neppure le loro patetiche recriminazioni condite da arrampicate sugli specchi che regalano su un piatto d'argento, come poche altre certificazioni, il sigillo della loro inconsistenza. Sono i politici reggini che, spiazzati dalla pubblicazione dei risultati dell'annuale indagine del "Sole 24 Ore", quadro completo sulla "Qualità della vita" nelle varie province italiane, non hanno sentito nemmeno l'obbligo, morale prima di tutto, di reagire nell'unico modo possibile: nascondersi e tacere! Pur ricoprendo incarichi istituzionali ai massimi vertici, come se la faccenda non li riguardasse direttamente e colpevolmente, hanno snocciolato il trito e ritrito rosario di responsabilità storiche e di quanto bene ha arrecato finalmente la loro preziosissima opera al servizio della collettività. Un lavoro indefesso e geniale finalizzato proprio a far risalire la china ad una landa disperata. Senza vergogna hanno azzardato analisi sociologiche, pregni della loro crassa ignoranza e della sicurezza derivante dal consenso, mal riposto, ricevuto. Giustificarsi con l'argomento dell'atavica un'arretratezza che coinvolge da oltre un secolo l'intero Sud dovrebbe, se solo fossero animati da amor proprio, indurli a farsi da parte per manifesta incapacità. Perché delle due l'una: o sono in grado di amministrare una comunità, sia essa una città o una provincia, con un piglio ed un'intelligenza tali da permettere un miglioramento della vita quotidiana dei cittadini o, in assenza di questo prerequisito, devono limitarsi a prendere atto della loro inutilità, o peggio, dei danni che arrecano. Un allontanamento volontario che, possibilmente, sia accompagnato dalle scuse dovute per i guai procurati. Personaggi che, mossi solo da una sfrenata ambizione personale e dall'ansia di recintare i propri rispettivi orticelli maleodoranti, non hanno dimostrato di saper contribuire alla indispensabile inversione di rotta, hanno solo questo bivio davanti agli occhi. Al contrario, con ineguagliabile coraggio, hanno l'ardire di sostenere, di fronte agli inoppugnabili dati presenti nel report del Sole 24 Ore, rivendicazioni nei confronti dei governi passati, presenti e, chissà, magari anche quelli futuri, tutti indistintamente e deliberatamente mossi da un'unica ragione esistenziale: tenere sotto scacco Reggio Calabria. Da lì alla formulazione della cantilena dell'elenco che comprende le infinite risorse "meravigliose", ma inespresse, di quest'area, è un attimo. Così come crogiolarsi nella convinzione che, in fondo, da tempo, la classifica in questione relega l'area dello Stretto nelle retrovie. Cosa volete che importi se Reggio Calabria è fra le ultime dieci, venti o trenta o, come quest'anno, umiliata, in fondo alla graduatoria? No, non hanno nemmeno un briciolo di orgoglio, ma non disperiamo: dal prossimo anno a far ridere l'Italia provevderà la "Città Metropolitana" che, addirittura, già in questi mesi, è riuscita a piazzare qualche mastello della differenziata qua e là e, addirittura, udite udite, ad aprire un asilo comunale!
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