Comitato No Triv Basso Jonio: "Nessuna collaborazione dal PD"

Il Comitato No Triv Basso Jonio intende precisare come “una campagna referendaria è fatta di reali e tangibili azioni di sensibilizzazione: volantinaggio, sit-in e banchetti informativi, assemblee, eventi, comunicazioni personali e sui media. Insomma, non è sufficiente un comunicato stampa pochi giorni prima del voto per parlare di “sensibilizzazione efficace”. A Soverato, nello specifico, il Comitato ha organizzato “assemblee pubbliche, volantinaggio e banchetti in piazza ed al mercato, un ‘concerto per il SI’ con grande sforzo economico. Ebbene, a nessuno di questi appuntamenti il locale Partito democratico ha partecipato o collaborato in alcun modo. Perciò non si capisce quale sia stato il fattivo contributo alla campagna referendaria dello stesso Pd. D'altronde – conclude il Comitato - nell'apprendere i risultati, è ora il tempo delle riflessioni e dell'analisi del voto, non certo della soddisfazione per il raggiungimento di una percentuale di votanti che, sebbene rilevante, non è stata all'altezza delle aspettative, specie se si guarda alla nostra regione".

Il Comitato “No Triv” di Caraffa: “Affrontare problema della transizione energetica”

"Il prossimo 17 aprile si terrà un referendum popolare. Si tratta di un referendum abrogativo, e cioè di uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la Costituzione italiana prevede per richiedere la cancellazione, in tutto o in parte, di una legge dello Stato”. È quanto afferma il Comitato “No Triv” di Caraffa, secondo il quale “il referendum è comunque un esercizio di democrazia. È importante – viene spiegato - perché, di fatto, apre la campagna referendaria sui diritti sociali (scuola, lavoro, beni comuni) e perché riguarda temi importanti che toccano la vita delle persone sui quali non si viene generalmente consultati. Il voto referendario è uno dei pochi strumenti di democrazia a disposizione dei cittadini italiani ed è giusto che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi anche sul futuro energetico del nostro Paese. Nel dicembre del 2015 l’Italia ha partecipato alla Conferenza ONU sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi, impegnandosi, assieme ad altri 185 Paesi, a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi e a seguire la strada della decarbonizzazione. Fermare le trivellazioni in mare è in linea con gli impegni presi a Parigi e contribuirà al raggiungimento di quell’obiettivo. È necessario, nel frattempo, affrontare il problema della transizione energetica, puntando anche sul risparmio e sull’efficienza energetica e investendo da subito nel settore delle energie rinnovabili, che potrà generare progressivamente migliaia di nuovi posti di lavoro. Il tempo delle fonti fossili – è la conclusione - è scaduto: è ora di aprire ad un modello economico alternativo”.

Trivellazioni, Graziano: "Fallito il tentativo del Governo, ci sarà il referendum"

"Una prima battaglia contro la ricerca di idrocarburi in mare l’abbiamo vinta. La Corte di Cassazione, infatti, ha reso ammissibile il quesito referendario relativo alla durata dei permessi, chiesto a più voci da numerose regioni del Meridione. Compresa la Calabria che, nei mesi scorsi, nel corso di un Consiglio regionale, ha approvato un nostra proposta di attuazione di un’azione consultativa contro l’attività di trivellazione in mare". Soddisfatto il Presidente del Movimento "Il Coraggio di Cambiare l'Italia" e Segretario questore del Consiglio regionale, Giuseppe Graziano: "È fallito il piano del Governo per evitare i referendum sulle trivelle in mare proposti dalle Regioni. La Consulta dà ai cittadini la parola decisiva! Anche attraverso la nostra persistenza e la nostra presenza costante su tutti i tavoli siamo riusciti a raggiungere questo risultato. Abbiamo un po’ scombussolato i piani del Presidente Renzi. E’ una giornata storica perché mai nella storia della Repubblica i Consigli Regionali hanno convocato un referendum come questo che coinvolge tutte le regioni del sud e si pone a difesa dell’ambiente e della salute dei cittadini. Questa è la prima volta che può determinare un momento di svolta per il Paese. È un segnale di coraggio nel cambiamento! Sarà data l’opportunità ai meridionali di poter votare per decidere sul loro futuro.  La battaglia con Il Coraggio di Cambiare l’Italia – conclude Graziano – va avanti per impedire la devastazione dei nostro mare e del paesaggio. La Consulta ha infatti dichiarato ammissibile un referendum sulle trivelle: il quesito riguarda la durata delle autorizzazioni a esplorazioni e trivellazioni dei giacimenti già rilasciate. A proporlo sono stati nove Consigli regionali (Basilicata, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto, Calabria, Liguria, Campania e Molise). Questo stesso quesito era già stato dichiarato ammissibile dalla Cassazione. In particolare il quesito ammesso è l’unico del quale l’ufficio centrale per il referendum ha affermato la legittimità sulla base della normativa sopravvenuta (la legge di stabilità 2016). Nella nuova formulazione il referendum viene pertanto ad incentrarsi sulla previsione che le concessioni petrolifere già rilasciate durino fino all’esaurimento dei giacimenti, in tal modo prorogando di fatto, come rilevato dall’ufficio centrale per il referendum, i termini già previsti dalle concessioni stesse. La sentenza sarà depositata entro il 10 febbraio, come previsto dalla legge".

 

 

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