Il Comitato “No Triv” di Caraffa: “Affrontare problema della transizione energetica”

"Il prossimo 17 aprile si terrà un referendum popolare. Si tratta di un referendum abrogativo, e cioè di uno dei pochi strumenti di democrazia diretta che la Costituzione italiana prevede per richiedere la cancellazione, in tutto o in parte, di una legge dello Stato”. È quanto afferma il Comitato “No Triv” di Caraffa, secondo il quale “il referendum è comunque un esercizio di democrazia. È importante – viene spiegato - perché, di fatto, apre la campagna referendaria sui diritti sociali (scuola, lavoro, beni comuni) e perché riguarda temi importanti che toccano la vita delle persone sui quali non si viene generalmente consultati. Il voto referendario è uno dei pochi strumenti di democrazia a disposizione dei cittadini italiani ed è giusto che i cittadini abbiano la possibilità di esprimersi anche sul futuro energetico del nostro Paese. Nel dicembre del 2015 l’Italia ha partecipato alla Conferenza ONU sui cambiamenti climatici tenutasi a Parigi, impegnandosi, assieme ad altri 185 Paesi, a contenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi centigradi e a seguire la strada della decarbonizzazione. Fermare le trivellazioni in mare è in linea con gli impegni presi a Parigi e contribuirà al raggiungimento di quell’obiettivo. È necessario, nel frattempo, affrontare il problema della transizione energetica, puntando anche sul risparmio e sull’efficienza energetica e investendo da subito nel settore delle energie rinnovabili, che potrà generare progressivamente migliaia di nuovi posti di lavoro. Il tempo delle fonti fossili – è la conclusione - è scaduto: è ora di aprire ad un modello economico alternativo”.

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