Ricorso Wanda Ferro, il Tar rimette la decisione alla Consulta

Sarà la Consulta a chiarire la vicenda della mancata elezione di Wanda Ferro a Palazzo Campanella. Il Tar della Calabria ha infatti emesso un'ordinanza con la quale ha rimesso alla Corte costituzionale la decisione sul ricorso della candidata del centrodestra alla presidenza della Regione alle elezioni del 23 novembre. “La sospensione del giudizio e la trasmissione alla Corte Costituzionale da parte del Tar – ha dichiarato la Ferro - dimostrano che in questa vicenda l’unico atto dovuto sia stato il mio ricorso contro l’interpretazione di una legge che comunque presenta aspetti controversi e crea un evidente vulnus democratico. Devo ringraziare dei grandi professionisti, il prof. Valerio Donato, l’avv. Francesco Pullano e il prof. Angelo Clarizia, che mi hanno rappresentato in maniera egregia. Aggiungo – ha continuato -  un ringraziamento agli organi di stampa, che in tutti questi mesi mi hanno sempre sostenuta mantenendo alto il livello di attenzione su quello che è diventato un caso nazionale; al pari di tanti amici, militanti e cittadini che mi sono stati vicini in questa vicenda, gli organi di stampa hanno in un certo modo fatto da contraltare all’assordante silenzio di tanta politica, di fronte ad una situazione evidentemente paradossale. Ricordo ancora una volta che in tutte le regioni d’Italia vige il rispetto della norma costituzionale che prevede, anche in mancanza di espressa previsione della legge elettorale regionale, che il secondo candidato alla presidenza è sempre di diritto consigliere regionale, in osservanza di un imprescindibile principio democratico che affida al leader della coalizione sconfitta la responsabilità di guidare l’opposizione, proprio per il consenso ricevuto da centinaia di migliaia di cittadini. Anche per questo oggi appare ancora di più incomprensibile la scelta di Mario Oliverio di opporsi al mio ricorso. Il risultato odierno – ha concluso Wanda Ferro - è già una vittoria per tutti quelli che, come me, aspirano a vivere in una regione normale e non in un perenne caso nazionale”.

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