Gli alunni di Fabrizia a scuola di legalità da Nicola Gratteri

Legalità e utopia. I calabresi hanno sempre avuto in mente questi due concetti: la seconda si traduce in piccoli gesti quotidiani che devono necessariamente portare alla prima. Di questo e di molte cose ancora si è parlato all’Istituto comprensivo di Fabrizia durante la manifestazione conclusiva del progetto di cittadinanza e di legalità "Io vivo senza confini" che gli alunni delle scuola hanno messo in campo nel corso dell’anno scolastico. Durante l’incontro a cui ha partecipato anche il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, i ragazzi hanno detto no a qualsiasi forma di prevaricazione per vivere in una Calabria libera da ogni condizionamento. A fare gli onori di casa il dirigente scolastico Clelia Bruzzì che ha sottolineato come il Procuratore è venuto esclusivamente per i ragazzi che sono stati protagonisti del progetto legalità. «Cuore, cervello e coraggio – ha detto la Bruzzì - sono le fondamenta sulle quali bisogna costruire la vita dei cittadini, quello che fa la scuola». Poi i ringraziamenti a tutti quelli che col loro lavoro hanno permesso ai bambini il percorso di apprendimento tra cui la referente del progetto Carmen Aloi. A seguire il ringraziamenti del sindaco fabriziese Antonio Minniti che ha fatto gli auguri al magistrato per la nuova carica, sottolineandone straordinaria attività giudiziaria nella lotta alla mafia, e quelli del sindaco di Mongiana Bruno Iorfida e della terna commissariale che regge il comune di Nardodipace. Presente anche in neo primo cittadino di Serra San Bruno Luigi Tassone. Hanno preso parte inoltre alla manifestazione il Comandante provinciale dei carabinieri Colonnello Daniele Scardecchia, il Comandante della Compagnia di Serra San Bruno Mattia Ivano Losciale, il Dirigente del Commissariato di Polizia della cittadina della Certosa Valerio la pietra, il sottufficiale del Corpo Forestale dello Stato Domenico Minichini e il maresciallo Giuseppe Pelaia comandante della stazione dei carabinieri di Fabrizia. Una delle riflessioni più dolenti dello scrittore calabrese, Corrado Alvaro, ha fornito all’antropologo e scrittore Vito Teti - che si è detto particolarmente contento dell'iniziativa - la possibilità di dire che la «Calabria può salvarsi se si parte dalla scuola che è un grande presidio di legalità. Diceva Alvaro che nei primi dieci anni ci si forma per tutta la vita e che tutto quello che succederà dopo non farà altro che confermarlo. Amiamo questa terra ma alcune volta la consegniamo ai diavoli». E per attualizzare Alvaro: «Se oggi non si fugge per il pane si scappa per il lavoro e la mancanza di condizioni di vita. Ma ora i giovani non vogliono più partire e vorrebbero restare. Questo è anche il compito della scuola, quella di creare le condizioni affinché tutto ciò avvenga». Teti si è poi soffermato sull’importanza della conoscenza del fenomeno mafioso, per questo «i libri di Nicola Gratteri sono libri che ci fanno comprendere il fenomeno per poi poter estirpare la malapianta da dove viene. Una operazione intellettuale importante – ha detto l’antropologo dell’Unical - è quella di prosciugare la ndrangheta da falsi miti come la contiguità tra brigantaggio e ndrangheta o la mitizzazione della vecchia ndrangheta e dei suoi presunti valori, nulla di più falso. Tutto questo si può fare grazie alla cultura e al riferimento al mondo dei padri dove c'erano lavoro e fatica». Per il capo della Procura catanzarese, Nicola Gratteri in una prospettiva antimafia grande importanza assume il valore dell’istruzione alla quale il magistrato tiene particolarmente. «Bisogna che i genitori tornino a fare i genitori  - ha spiegato Gratteri - e non gli amici ed è necessario far riscoprire ai figli la bellezza della natura portandoli nei campi. Non bisogna inseguire le mode. È inoltre importante lasciare agli insegnanti fare gli insegnanti, i genitori non devono intervenire nelle dinamiche scolastiche, bisogna separare le funzioni». Poi l’affondo sulla quella parte di cosa pubblica gestita dal potere malavitoso. «Oggi le pubbliche amministrazioni sono piene di figli di ndranghetisti, e il problema della Calabria sono quei comitati di pietra che da anni sono nei punti nevralgici della pubblica amministrazione che continuano a gestire la cosa pubblica in modo mafioso. Qui è importante l'istruzione e la cultura, è necessario investire su di esse anche se i risultati si otterranno tra quindici anni. Sono fortemente convinto che si possono abbattere le mafie dell'80 % cambiando il codice penale, di procedura penale e l'ordinamento giudiziario senza che vengano meno le garanzie per gli imputati e nel rispetto della Costituzione». Il capo della procura catanzarese ha quindi invitato i bambini a leggere fino quasi a sentirlo un bisogno quotidiano. Questo il consiglio dato ai genitori e ai piccoli che in conclusione di manifestazione hanno rivolto delle domante alla volta del magistrato antimafia alle quali Nicola Gratteri non ha mancato di rispondere con sapienti battute che hanno appassionato piccoli e grandi.

 

 

 

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