Tassa sui rifiuti, le tariffe calabresi fra le più elevate
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È l’anno degli aumenti più consistenti, tanto che già si parla di salasso. “La Tari, la Tassa sui Rifiuti che ha sostituito la Tares, potrebbe costare quest’anno ai contribuenti fino a 10 miliardi di euro, di cui 4 a carico delle sole imprese”. A sostenerlo è Confesercenti, secondo la quale “l’aumento, di circa il 20% sullo scorso anno e di oltre il 100% dal 2008, è dovuto al susseguirsi di nuove tasse e poi di ritocchi verso l’alto della tariffa da parte dei comuni in tutta Italia. Particolarmente tartassate le imprese della somministrazione e del turismo: da alberghi, ristoranti e bar arrivano complessivamente 1,2 miliardi del gettito Tari”. La stima di Confesercenti si basa su un’indagine sull’incidenza della Tassa sui Rifiuti nei vari capoluoghi di Regione italiani con l’esclusione di Trento dove vige una tariffa non confrontabile. “L’analisi – viene spiegato - è partita da campioni tipo di diverse tipologie di imprese del commercio e del turismo, al fine di effettuare su questi un’analisi statistica dei rispettivi tributi applicati nei diversi comuni presi in considerazione. Dalle rilevazioni emerge una vera babele tributaria in cui, a parità di condizioni, si rilevano forti differenze da città a città non solo in merito all’importo della tassa, ma anche in merito alle esenzioni e alle agevolazioni e relativamente alla qualità del servizio e alla sostenibilità ambientale”. La situazione più pesante si registra a Napoli con un importo medio da pagare pari a 5.567,89 euro, mentre “brindano” a L’Aquila (1.473,29 euro). Ben sopra la media si piazza Catanzaro con 3.665,73 euro. Scendendo nel dettaglio della nostra regione, Confesercenti Calabria calcola che a Reggio, anche per effetto delle decisioni dei commissari, la Tari sia più elevata del 10% rispetto al Capoluogo di Regione. “È un tributo salatissimo - spiega Antonino Marcianò, presidente di Confesercenti Calabria - che praticamente in tutti i comuni, ed in particolare a Reggio Calabria, non appare proporzionato né ai consumi prodotti né al servizio ricevuto e che sta mettendo in ginocchio le imprese del commercio e del turismo. Ci sono state già proteste in molti comuni in tutta Italia. Per questo – rilancia Marcianò – scriveremo al presidente del Consiglio Renzi e al presidente dell’Anci Fassino per individuare soluzioni”.
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