Putin dice no a 300 miliardi di dollari per rovesciare Assad
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Nel corso di un incontro ufficiale, l’Arabia Saudita, per il tramite del suo ministro della Difesa Mohammad bin Salman, avrebbe offerto al presidente russo Vladimir Putin 300 miliardi di dollari per rovesciare il regime di Bashar al-Assad. La notizia è rimbalzata con una certa insistenza sulla stampa russa e mediorientale. A riportare diversi retroscena sarebbe stato il quotidiano iraniano Ettelaat, secondo il quale nel corso dell’incontro ufficiale svoltosi a Sochi l’11 ottobre scorso, “il ministro della Difesa saudita avrebbe offerto a Mosca 300 miliardi di dollari e la promessa di ulteriori investimenti nell'economia russa in cambio della fine del sostegno al governo di Assad”. Ancor più ricco di dettagli un servizio apparso sul quotidiano libanese Addiyar per il quale, di fronte all’offerta saudita, Putin avrebbe replicato: “il mio governo non è la mafia, noi non uccidiamo amici e nemici in cambio di denaro. I soldi non cambieranno i principi strategici di Mosca”. Com’è normale che sia, le varie ricostruzioni sono state categoricamente sconfessate dal Cremlino. Secondo difesaonline.it, che ha riportato la notizia, “la smentita del Cremlino, potrebbe rientrare in un perfetto gioco delle parti”. Il pesante condizionamento dei media iraniani e libanesi lascerebbe pensare, infatti, che il “presunto scandalo dell’offerta” saudita sarebbe stato “montato” ad arte per rassicurare le rispettive popolazioni sulla lealtà dell’alleato russo, il cui impegno è fondamentale nello scacchiere siriano.
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