Scandalo in Vaticano: la calabrese Francesca Chaouqui arrestata per la fuga di documenti
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Due sono gli arresti eseguiti nell'ambito dell'inchiesta avviata per scoprire le fonti all'origine della divulgazione di notizie riservate del Vaticano. Le persone rimaste invischiate in questa brutta storia di "corvi" sono monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, di origini spagnole, in passato segretario della Prefettura degli Affari economici e della Commissione di studio e di indirizzo sulle attività economiche e amministrative (Cosea). Destinataria di misura cautelare anche Francesca Immacolata Chaouqui, anch'essa membro, per l'intera durata della sua esistenza, del medesimo organismo voluto da Papa Francesco per ristrutturare, con altre forme gestionali, la conduzione degli affari della Santa Sede. La professionista calabrese della comunicazione, convalidato il provvedimento restrittivo a suo carico, è stata scarcerata perché, secondo quanto si apprende, avrebbe avviato una collaborazione con gli inquirenti di Oltretevere. Nata a San Sosti, nel Cosentino, si è successivamente trasferita a Fagnano Castello, dove ha vissuto fino ad abbandonare la Calabria in coincidenza dell'inizio degli studi universitari. Il direttore della Sala Stampa Vaticana, Padre Federico Lombardi, ha spiegato che: "Nel quadro di indagini di polizia giudiziaria svolte dalla Gendarmeria Vaticana e avviate da alcuni mesi a proposito di sottrazione e divulgazione di notizie e documenti riservati sabato e domenica scorsi sono state convocate due persone per essere interrogate sulla base degli elementi raccolti e delle evidenze raggiunte: si tratta di un ecclesiastico, monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, e della dottoressa Francesca Chaouqui, che in passato erano stati rispettivamente segretario e membro della Cosea. Successivamente, entrambe sono state "trattenute in stato di arresto in vista del proseguimento delle indagini. Nella giornata odierna l’Ufficio del Promotore di Giustizia, nelle persone dell’avvocato Gian Piero Milano, promotore di giustizia, e dell’avvocato Roberto Zannotti, promotore di giustizia aggiunto, ha convalidato l’arresto, provvedendo a rimettere in stato di libertà la dottoressa Chaouqui, nei confronti della quale non sono più state ravvisate esigenze cautelari, anche a motivo della sua collaborazione alle indagini".