Ferro: "La Regione ammette il flop della nuova piattaforma per le autorizzazioni sismiche"
“Avevamo visto giusto quando abbiamo raccolto e rilanciato il grido d’allarme degli ingegneri e degli architetti calabresi sulle inefficienze della nuova piattaforma telematica adottata dalla Regione per le autorizzazioni sismiche e ci eravamo chiesti che senso avesse adottare un sistema di controllo inefficace senza la previsione di norme transitorie e senza una fase di sperimentazione. La Regione, ora, ammette candidamente il flop della nuova piattaforma e cerca di porvi rimedio in maniera scomposta e addirittura offensiva per le professionalità dei calabresi, mediante una bizzarra selezione di 6 professionisti esterni per il supporto nel controllo dei progetti. La pubblicazione del bando sul sito istituzionale della Regione offende i professionisti interni agli uffici regionali, i quali in una prima fase si sono visti surrogati da una piattaforma telematica e, oggi, si vedono affiancati da 6 professionisti esterni di supporto chiamati a lavorare “ad ore” e ben al di sotto dei minimi livelli di decoro professionale. Agli aspiranti professionisti di supporto viene richiesta una grande esperienza professionale in materia antisismica e viene offerto un contratto di sei ore al giorno (per dodici giorni al mese) con uno stipendio che al netto dei contributi, delle tasse e delle spese supera di poco gli 800 euro al mese. A fronte di un compenso così palesemente inadeguato, gli stessi professionisti non potranno continuare a svolgere la propria attività dal momento che verserebbero in una situazione di incompatibilità nella doppia funzione di controllati e controllori. Tutto perfettamente in linea con i principi che oramai ispirano la sinistra di governo regionale e nazionale e che non consentono neanche di ammalarsi perché, così prevede il bando, chiunque si assenterà per 20 giorno si vedrà revocato l’incarico. La Regione Calabria è alla ricerca di nuovi schiavi e, in un momento di grave bisogno, mortifica il mondo delle professioni e la compagine dei funzionari regionali. Chiunque, dotato di senso della buona amministrazione, avrebbe impegnato risorse non già in una piattaforma telematica inefficace, ma in assunzioni e collaborazioni stabili di ingegneri e architetti risparmiando loro l’offesa di essere remunerati con una sorta di voucher camuffati tanto cari al governo Renzi”.
E' quanto scrive, in una nota stampa, il consigliere regionale Wanda Ferro.
I carabinieri ritrovano un arco ottocentesco rubato nel vibonese
I Carabinieri della Stazione di Spilinga, a seguito di prolungate indagini, hanno rinvenuto un arco in granito, scolpito a mano, risalente alla fine dell’Ottocento e di cui era stata denunciata la sottrazione nei giorni scorsi.
Posto all’ingresso di una abitazione ubicata nel Comune di Ricadi, il manufatto, del valore di circa quindicimila euro, era stato asportato martedì scorso da ignoti malfattori.
I militari dell'Arma hanno tempestivamente avviato una capillare attività di ricerca che ha consentito di rinvenire l’antico arco, abilmente occultato, in prossimità della zona costiera.
L’arco, a conclusione degli opportuni accertamenti, è stato infine restituito al legittimo proprietario.
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Droga nel vibonese, eseguite otto ordinanze di custodia cautelare
La compagnia Carabinieri di Vibo Valentia, ha eseguito otto ordinanze di custodia cautelare ai domiciliari, emesse dal gip presso il Tribunale di Vibo Valentia, nei confronti di altrettante persone, ritenute responsabili, del reato di detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio.
I dettagli dell'operazione saranno resi noti nel corso della conferenza stampa convocata per le 11,30 di oggi presso il Comando provinciale di Vibo Valentia.
All'incontro con i giornalisti prenderà parte anche il Procuratore Capo facente funzione Michele Sirgiovanni.
Bancarotta: sette persone arrestate, sequestrati beni per un valore di nove milioni di euro
Le Fiamme Gialle del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Reggio Calabria stanno eseguendo un’ordinanza di applicazione di misure cautelari emessa dalla sezione G.I.P. del Tribunale di Palmi - su richiesta della Procura della Repubblica.
L'operazione coinvolge sette persone accusate di bancarotta fraudolenta, per aver distratto, occultato, dissimulato, distrutto o dissipato in tutto o in parte i beni di una società, causando un danno di rilevante gravità, ed avendo cagionato con dolo o per effetto di operazioni dolose il fallimento della stessa.
In particolare, si tratta di tre misure cautelari degli arresti domiciliari e di quattro misure cautelari del divieto di dimora.
Nel corso dell'attività è stato, inoltre, disposto il sequestro di quattro società e di conti corrente, riconducibili agli stessi soggetti, per un valore di circa 9 milioni di euro.
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