Il Comune di Reggio Calabria si dota di un Regolamento Antimafia
- Written by Nicola Martino
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Un'Amministrazione comunale insediatasi dopo diciotto mesi di gestione commissariale seguita allo scioglimento della massima assise civica per contiguità con la 'ndrangheta non poteva esimersi dall'urgenza di adottare misure tese ad allontanare lo spettro rappresentato dalla pervasività delle infiltrazioni criminali nella quotidiana attività cittadina. E' questa la motivazione che ha indotto la Giunta comunale di Reggio Calabria, guidata dal sindaco Giuseppe Falcomatà, a deliberare il “Regolamento per l’istituzione ed il funzionamento del comitato per l’attuazione di politiche antimafia e di promozione dei valori della legalità e della sicurezza 2015-2017”. Lo scopo insito nella scelta è quello di sostenere gli amministratori che, nel caso specifico, intendono così ideare e realizzare le strategie più idonee a combattere il fenomeno mafioso all'insegna di una conduzione specchiata della cosa pubblica. I componenti dell'organismo di prossima istituzione saranno investiti della funzione di accertare atti e comportamenti volti a macchiare il regolare svolgimento delle gare ad affidamento pubblico. Ad essi spetterà, inoltre, appurare la presenza degli interessi criminali che si sostanziano nell'illecita occupazione di stabili e la capillarità del racket delle estorsioni. A supportare gli organi istituzionali di Palazzo San Giorgio saranno le realtà associative attive ad ogni livello nel tessuto cittadino col fine precipuo di combattere, sul piano ideale e fattuale, la sottocultura mafiosa. Membri del nuovo strumento a disposizione del Comune saranno il sindaco, cinque figure che negli anni si sono distinti nell'azione mirata a debellare i fenomeni delinquenziali in ogni loro forma. Il coinvolgimento riguarderà due rappresentanti delle organizzazioni che a Reggio Calabria sono sorte con l'obiettivo di contrastare il racket a danno delle attività commerciali ed imprenditoriali. I membri chiamati a far parte del Comitato non percepiranno alcun compenso ed espleteranno il loro compito su base esclusivamente volontaria. Sono, dunque, l'onestà e la partecipazione i due pilastri su cui si regge, nelle intenzioni della maggioranza di centrosinistra, la scelta di dotarsi di un ulteriore mezzo che si frapponga alle pratiche deleterie che nell'ottobre 2012 indussero il Consiglio dei ministri, all'epoca presieduto da Mario Monti, a sciogliere per la prima volta nella storia un Consiglio comunale, allora a guida centrodestra, con l'infamante accusa di essere contiguo alla 'ndrangheta.