'Ndrangheta, operazione Conquista: ritorna in libertà il presunto boss del clan Bonavota di Sant'Onofrio
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Dopo l'operazione Conquista nel corso della quale, nei giorni scorsi, i carabinieri hanno fermato cinque persone ritenute appartenenti al sodalizio mafioso dei Bonavota di Sant'Onofrio, in provincia di Vibo Valentia, il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Roma he deciso di rimandare in libertà Pasquale Bonavota.
Ritenuto dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro capo dell’omonimo clan, l'uomo lascia, quindi, il carcere di Regina Coeli, dove era detenuto con l’accusa di omicidio, detenzione di armi, tentata estorsione, danneggiamento. Oltre a non convalidare il fermo, il magistrato romano non ha emesso nessun altro provvedimento ritenendo, pertanto, non necessaria l'applicazione di alcuna misura cautelare.
Esito diverso, invece, per gli altri fermati. Il gip del Tribunale di Vibo Valentia, Gabriella Lupoli, ha, infatti, convalidato il provvedimento disposto dalla Direzione distrettuale antimafia ed ha emesso ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti del fratello del presunto boss, Domenico considerato il capo dell’ala militare del clan; di Giuseppe Lopreiato e di Onofrio Barbieri.
Fermo non convalidato, infine, nei confronti di Domenico Febbraro, l’altro indagato nell’inchiesta Conquista. L'uomo rimane, comunque, in galera perché raggiunto da ordinanza del gip di Vibo
Resta ancora attivamente ricercato Nicola Bonavota, l'unico componente del gruppo ad essere è riuscito a sfuggire al blitz dei carabinieri.
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