Provincia Vibo, Cisal: “Salviamo le famiglie di 130 dipendenti”
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"Una inedita azione poderosa di forte ispirazione politica, istituzionale e popolare capace di conseguire l’obiettivo sperato per evitare il sopravvento della rassegnazione che sembra essere proprio dietro l’angolo". Lo afferma il segretario provinciale della Cisal che prosegue: "Il grande dramma del Personale della Provincia di Vibo Valentia viaggia verso il più completo “isolamento”, emblema di un territorio complessivamente abbandonato a se stesso che non riesce a riguadagnare la “normalità” di un tempo".
"La Provincia è sempre sul fronte di guerra e accusa lo Stato che non risponde neanche oggi alle interminabili sollecitazioni volte a programmare il futuro, se di futuro ancora oggi è possibile parlare e a garantire la stabilità economica del Personale, oltre che strutturale e dei servizi esistenti.
In realtà non affermiamo nulla di nuovo quando ribadiamo che ha ridotto sul lastrico le famiglie dei 130 dipendenti che, stancamente e costretti spesso all’usura, accreditano ben cinque stipendi arretrati e che ormai da tempo sono in preda alla più grande angoscia e disperazione.
Fallito, infatti, l’ulteriore e disperato appello verso un intervento straordinario del Governo centrale, il Presidente Andrea Niglia, enormemente preoccupato, ha preannunciato l’avvio di ogni adempimento utile a condurre verso la chiusura delle strade inagibili e degli oltre venti istituti scolastici in difficoltà gestionali.
Il segnale della protesta per le strade sempre più dissestate e per le scuole che non riescono a garantire la ripresa dell’attività ha fatto salire in questi ultimi giorni il vento della giusta protesta dei cittadini tutti.
Una decisione che se messa in pratica creerebbe, inevitabilmente, lo scompiglio e le conseguenze che essa potrebbe determinare soprattutto sul futuro del mondo della scuola, delle famiglie e dei collegamenti nei trasporti.
D’altra parte occorre prendere atto che a prescindere da ogni minimo tentativo, fino ad oggi espletato e spesso senza successo, non esiste alcun dubbio sul fatto che lo stato di salute dell’Ente Provincia di Vibo Valentia non è mai apparso in cima ai pensieri delle massime autorità di governo, sia centrale che regionale.
Tuttavia non si può nascondere che nel contesto della gravissima vicenda un minimo di responsabilità concreta probabilmente potrebbe essere individuata sul fronte della mancata efficacia negli effetti della protesta attivata.
Crediamo sia giusto rilevare che nelle battaglie a difesa del posto di lavoro del Personale della Provincia non ci è stata mai una “corale” presa di posizione di politica, istituzioni, enti, associazioni, forze emergenti e cittadini tutti, ivi comprese chiesa e scuola.
Una spinta in tal senso, sulla necessità di scendere tutti, indistintamente, in campo, in passato, era stata avanzata dal Segretario Generale della Cisal, Franco Cavallaro che ha messo sempre a disposizione il suo impegno personale e della Confederazione.
Le continue sfilate, i proclami, i gesti coraggiosi dei tantissimi dipendenti che hanno sfidato il peggio assumendo atteggiamenti a forte rischio sicurezza sostanzialmente non hanno in realtà prodotto gli effetti sperati.
La condizione in cui versa la Provincia avrebbe meritato un’azione più incisiva e capace di scomodare Roma, Catanzaro e tutto l’hinterland vibonese che può concorrere attivamente al superamento di una crisi di questa portata.
Così non è stato ed i risultati puntualmente sono venuti meno.
Se ne rimasto in disparte anche chi ha tentato di immedesimarsi, sia pure col pensiero, nelle avvilenti condizioni economiche di chi è travolto da anni ormai in questa vicenda devastante che hanno messo a dura prova intere famiglie.
Forse è arrivato il momento che la politica, le istituzioni, le associazioni, gli enti, i sindacati ed ogni cittadino decidano di dar vita ad una intraprendete manifestazione comune per giocare l’ultima carta disponibile utile a convincere Roma e chi fino ad oggi ha brillato per assenza, disinteresse e menefreghismo che non c’è più tempo da perdere".