Costo dell’acqua troppo basso, l’Autorità richiama Saracena. Il sindaco: “Saremo la Fort Alamo dei referendari”
- Written by Redazione
- Published in in evidenza
- 0 comments
“Paradossi e assurdità di un Paese ormai senza bussola. Saracena, l’unico comune d’Italia ad aver anticipato ed applicato, nei fatti, gli obiettivi del referendum sull’acqua pubblica del 2011, vanificati ovunque e dalle stesse istituzioni nazionali, viene adesso preso di mira nientemeno che dall’Autorità per l’Energia elettrica, il Gas e il Sistema idrico. E con la seguente motivazione: a Saracena, nel Pollino calabrese, l’acqua (che qui è davvero pubblica, gestita solo dal Comune, dalla fonte al cittadino!) costerebbe troppo poco rispetto ai parametri che l’Autorità si è data”. A darne notizia, annunciando una delle sue nuove proteste nazionali, è lo stesso sindaco Mario Albino Gagliardi che, senza mezzi termini, parla di “scandalo vergognoso” e se la prende “con i Soloni del Governo Fonzie abituati ormai, in un clima di accentramento totalizzante e di astrazione dalle realtà municipali e territoriali, a far privatizzare i profitti, socializzando le perdite. Anche sulla vicenda dell’acqua pubblica – continua il sindaco del paese del Moscato Passito – diventeremo il Fort Alamo dei referendari, attaccato dagli autocrati di un Esecutivo sistematicamente distratto e confusionario, amico delle lobby delle multinazionali e nemico dei piccoli comuni virtuosi”. Più volte caso nazionale per i virtuosismi fatti registrare nella gestione dei servizi in house (tra questi la differenziata da record nella Calabria dell’emergenza rifiuti), a Saracena sono tate istituite tre fasce di costo per l’acqua pubblica: 26 centesimi al metro cubo, per il cosiddetto minimo essenziale (che realizza l’obiettivo del referendum sull’acqua come bene fondamentale dell’uomo); 36 centesimi in seconda fascia e 80/90 centesimi per l’uso produttivo. “Un sistema che – fa sapere il primo cittadino – non piace evidentemente all’ennesima inutile autorità nazionale i cui parametri sono probabilmente quelli imposti a tavolino dalle multinazionali. Stando a quanto ci viene rimproverato – continua Gagliardi – ai nostri cittadini dovremmo far pagare l’acqua al metro cubo a non meno di 1 euro e 10 centesimi. Dovremmo cioè far finta di non aver attuato, negli anni ed in solitudine, tutti i passaggi per il ciclo dell’acqua pubblico e cioè adduzione, captazione, distribuzione e depurazione di competenza comunale. Siamo di fronte ad un’assurdità – va avanti il sindaco – che rappresenta bene il caos ed il vuoto di potere nel quale il presunto decisionismo del Premier Fonzie sta scaraventando tutto quanto accade al livello delle autonomie locali. Porterò la questione – anticipa Gagliardi – all’attenzione della grande mobilitazione contro l’associazionismo coatto in programma lunedì 4 maggio, promossa dal Forum Asmel 2015 a Napoli, presso l’Auditorium del Consiglio regionale. Sarà quella – conclude Gagliardi – l’occasione per sostanziare di ulteriori contenuti, insieme alla delegazione dei sindaci calabresi aderenti all’Associazione Nazionale Piccoli Comuni (ANPCI), quella che auspichiamo possa essere una vera e propria ribellione dei piccoli comuni virtuosi contro le pretese incostituzionali di Renzi e Delrio e contro il doppio gioco dell’Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni presieduta da Fassino, divenuta ormai il gendarme delle grandi città e dei macro debiti e sprechi da quelle generati in questi anni e fatti pagare oggi alla rete dei piccoli comuni che, invece, tiene ancora in piedi l’Italia”.