Trasversale delle Serre, Pungitore: la “buona politica” lotta insieme a noi
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“La nostra forza è la nostra unità”. Lo ribadisce il presidente del Comitato “Trasversale delle Serre - 50 anni di sviluppo negato”, intervistato subito dopo la partecipata assemblea di sabato mattina a Gagliato che ha visto discutere insieme, civilmente e democraticamente, tantissimi cittadini e politici di vario schieramento sul tema della grande incompiuta superstrada Jonio-Tirreno.
Innanzitutto, perché avete scelto di ripartire ancora da Gagliato per denunciare lo scandalo della Trasversale delle Serre?
“Ci siamo ritrovati ancora una volta a Gagliato, in una sala che ci trasmette tanti ricordi, perché questo è un paese importante per noi. Ci lega un patto d'onore sottoscritto con un amico, con un fratello che non c'è più: Domenico Aspro. Ed è soprattutto per lui che siamo ancora qui. L'appoggio e il sostegno della cara moglie, Caterina, che ne ha raccolto il testimone, ci riempie d'orgoglio e ci emoziona”.
Una prima considerazione: secondo il Comitato c'è chi gioca a spaccare il fronte della vostra mobilitazione...
“E' vero, ci temono. La nostra forza è la nostra unità. E a qualcuno fa paura, perché sanno che noi non tradiremmo mai la memoria e i principi che abbiamo condiviso con Domenico. Ecco perché tentano continuamente di dividerci, di spaccare il nostro fronte. Lo hanno fatto anche in questi ultimi giorni, tentando di boicottare la nostra assemblea di Gagliato. Tentativo, ovviamente, del tutto fallito”.
Vi accusano di essere contro i politici e la politica...
“Noi non siamo, evidentemente, contro la politica. Se ne è parlato tanto in questi ultimi giorni: il Comitato è contro questo, è contro quello... Il Comitato non dà indicazioni di voto. Ma certamente indica una strada, ha delle proposte. E su questo terreno si confronta. Con chi? Con la buona politica. Perché, diciamocelo chiaramente, non tutti i politici sono uguali. Questo è il nostro semplice discrimine, non l'ideologia di destra, di sinistra o di centro”.
Ma veniamo alle cose concrete. Qual è la situazione della Trasversale, attualmente...
“Siamo arrivati a ottobre e la situazione dei lavori lungo il tracciato della Trasversale delle Serre registra un blocco totale. Paradossalmente, però, qualcuno in questi giorni si è lanciato in entusiastiche enunciazioni di successi. La Trasversale è fatta. Il vento è cambiato. Eccetera, eccetera. Nei fatti, però, non c'è nulla di concreto. Se lasciamo da parte gli slogan elettorali, l'Anas va ripetendo le stesse cose dette a febbraio scorso. Una novità c'è, però, rispetto a febbraio. Che le inaugurazioni previste per il 2017, sono state rinviate di un altro anno ancora, al 2018. E poi... chissà! Inoltre, è emerso chiaramente che soldi per continuare la Trasversale in provincia di Catanzaro non ce ne sono. L'unico finanziamento riguarda una piccola progettazione preliminare di un tratto sperduto della Gagliato-Satriano”.
Quindi, la battaglia del Comitato continua...
“La verità che è emersa in questi mesi è che su questa superstrada, se manca il nostro impegno, la nostra lotta, la nostra attenzione, nessuno fa niente. L'Anas non fa niente. La politica politicante non fa niente. Noi abbiamo preso una posizione forte in questi ultimi giorni. Siamo stati costretti. Abbiamo deciso di interrompere qualsiasi forma di dialogo nei confronti dell'Anas. Riteniamo sia giunto il momento di dire basta. Basta con le prese in giro. Basta con lo scandalo vergognoso di una strada che continua ad essere considerata una merce di scambio politico-elettorale, sulla pelle dei cittadini. La nostra proposta è semplice, chiara, diretta. Bisogna mettere un punto fermo su questa vicenda della Trasversale delle Serre. E per fare questo, occorre individuare e rimuovere i responsabili che hanno determinato il collasso infrastrutturale di questo nostro territorio. Noi chiediamo, attraverso una raccolta firme, il commissariamento dell'Anas, l'azzeramento dei vertici, di tutti coloro i quali hanno, a vario, titolo avallato questo fallimento che si chiama Trasversale delle Serre”.
Pensate davvero di ottenere di concreto qualcosa con questa petizione?
“Pensiamo che questa situazione sia diventata inaccettabile. Non la può accettare la buona politica, quella con cui dialoghiamo e che sta al nostro fianco. Non la possono accettare i cittadini che vivono in questi nostri paesi, sempre più spopolati e deserti, mentre qualcun altro brinda a Roma spesato dai contribuenti. Noi possiamo far sentire la nostra voce. Possiamo fare la differenza. Uniti possiamo farcela. Invito, quindi, tutti a firmare la petizione che abbiamo lanciato. Invito tutti ad essere vigili e partecipi perché il riscatto di questo nostro territorio passa da noi stessi, dalla nostra forza di volontà”.
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