Sette e sedicenti comunità religiose, minori a rischio in Calabria
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“Continuano a giungere alla mia attenzione segnalazioni riguardanti l’adesione di gente a sette o sedicenti comunità religiose con gravi compromissioni di soggetti minorenni. Il quadro sta diventando esponenziale e non più sottovalutabile”.
E quanto dichiara il sociologo Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria: “Costretto a ritornare sulla fenomenologia – evidenzia – perché in seguito alle mie prime prese di posizione nei mesi scorsi altre persone hanno trovato il coraggio di rompere il muro dell’omertà e rivolgersi al mio Ufficio”.
“A contattarmi – spiega Marziale – sono coniugi accomunati dallo stesso destino fatto di ritualità che fedelmente si ripetono, ossia abbandonati dai mariti o dalle mogli e accusati di molestie da parte dei figli, molto verosimilmente soggiogati da santoni e dottrine che pretendono da loro l’allontanamento del genitore restio ad intraprendere lo stesso percorso. Altro segno che si ripete è il maniacale utilizzo di santini bruciacchiati o macchiati, forse di sangue, che gli adepti posizionano in tutti gli anfratti delle abitazioni minacciando disgrazie e sventure a quanti osano spostarli o dissacrarli”.
“In alcuni casi – continua il Garante – mi trovo al cospetto di episodi già presi in consegna dall’autorità giudiziaria, alla quale mi premuro di fornire, comunque, tutti gli elementi di cui vengo informato. In altri casi, dove cioè ancora non sussistono azioni giudiziarie intraprese, anche per mancanza di indizi di reato, vi è comunque la paura, da parte dei segnalanti, di esporsi, qualora denunciassero, a disgrazie o sinistri che i santoni, direttamente o a mezzo degli stessi familiari dei reticenti, promettono a quanti ostacolano la loro attività”.
“É necessario – secondo il parere del sociologo – intervenire subito, sul piano culturale, ed è per questo che ho provveduto ad informare personalmente il presidente della Conferenza episcopale calabrese, l’arcivescovo Vincenzo Bertolone, allo scopo di avviare insieme al mio Ufficio una ricognizione degli accadimenti per rendere intelligibile un fenomeno che, stando ai segnalanti, potrebbe annidarsi anche fra gruppi di preghiera riconosciuti dalla Chiesa ad opera di infiltrati le cui intenzioni sembrano andare ben oltre la cura dello spirito, fino a raggiungere integralismi esasperati e condizionanti”.
“Credo – conclude il Garante – sia urgente intervenire, perché al di la degli aspetti pseudo-spirituali, esiste anche una preoccupazione di ordine sociale in grado di inficiare il corretto stile di vita dei minorenni malcapitati, a rischio della loro integrità psocofisica. E’ normale, in tempi di così evidente anomia, che la gente possa essere soggiogata da falsi profeti, ma non è affatto normale che ignari cittadini possano subire l’onta di accuse gravissime o di condizionamenti emotivi ad opera di esaltati carismatici e, personalmente, vedo nella Chiesa l’unica risposta culturale in grado di contenere l’ascesa di fenomeni così preoccupanti”.
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